“Non solo piedi buoni” è più di un titolo e più di un progetto. È un modo di guardare al calcio come a un ponte capace di unire le persone, di sciogliere distanze, di creare connessioni che vanno oltre il campo. In Toscana questa filosofia è tornata a pulsare con rinnovata forza grazie alla nuova edizione dell’iniziativa promossa dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC Toscana, organizzata in collaborazione con la LND regionale e con l’Associazione Calcio Fair Play Toscana.
Dopo i riconoscimenti nazionali ottenuti nella scorsa stagione, che hanno confermato la validità del modello educativo e sociale, il progetto Non solo piedi buoni rientra ora in scena con una struttura affinata e un entusiasmo ancora più radicato nelle comunità locali.
Non solo piedi buoni: il progetto, il calcio incontra il volontariato
La nuova edizione di Non solo piedi buoni riparte con lo stesso spirito originario, ma con una consapevolezza accresciuta: quando il calcio incontra il mondo del volontariato, nasce un cambiamento reale. E questo cambiamento, nella scorsa stagione, è stato riconosciuto anche dal Premio Estra per lo Sport “L’Energia delle buone pratiche” e dal Grassroots Awards 24/25 come “Miglior Progetto Educativo”. Non è un dettaglio secondario. È la dimostrazione che il calcio, quando diventa strumento educativo, può generare un impatto profondo, concreto, visibile.
Non solo piedi buoni: le nuove alleanze tra squadre e realtà sociali
La nuova edizione di Non solo piedi buoni conferma un format ormai consolidato che accompagna i giovani calciatori in percorsi di volontariato settimanale, abbinando ciascuna squadra a un’associazione o istituzione radicata nel proprio territorio. Dieci squadre giovanili toscane hanno accettato la sfida, dieci realtà sociali hanno aperto le loro porte, dieci territori hanno riconosciuto il valore del progetto.
In provincia di Arezzo, gli Under 16 del Terranuova Traiana vivranno un’esperienza a contatto con la ONLUS Arkadia, una realtà che promuove autonomia, crescita personale e inclusione per persone con disabilità. Qui il calcio diventa presenza, ascolto, relazione con giovani e adulti che ogni giorno affrontano sfide complesse ma piene di significato, con il progetto Non solo piedi buoni.
A Firenze i gruppi Under 16 e 17 dell’UPD Isolotto entreranno nelle stanze di Villa Canova, una struttura residenziale dedicata all’assistenza degli anziani. Il calcio, in questo contesto, si trasforma in una carezza per il tempo e in un modo per restituire compagnia a chi ha già donato molto alla vita.
L’Unione Sportiva Grosseto 2012 porterà i propri Under 16 dentro un luogo speciale: la Fattoria Didattica Country Paradise. In questo scenario, il rapporto con gli animali, l’educazione ambientale e il contatto con una natura viva e accogliente offriranno ai ragazzi una prospettiva inedita sulla responsabilità e sulla cura.
Sull’isola d’Elba, l’Audace Isola d’Elba accompagnerà gli Under 17 all’interno del centro di accoglienza Exodus Onlus, un presidio educativo dedicato ad adolescenti e giovani alle prese con situazioni di disagio sociale. Qui il pallone non è solo un gioco: diventa una metafora di riscatto, una porta di accesso a un futuro più possibile, con il progetto Non solo piedi buoni.
Nella provincia di Lucca, l’US Castelnuovo Garfagnana affiancherà gli ospiti dell’Associazione Il Sogno, un centro diurno dedicato a ragazzi con disabilità e alle loro famiglie. Il volontariato qui assume un valore di supporto reciproco e di collaborazione costante nel percorso di riabilitazione e integrazione sociale.
La Carrarese Calcio 1908, con la sua sezione femminile, intraprenderà un cammino umano intenso all’interno dell’Istituto Penitenziario per Minorenni di Pontremoli, struttura unica in Italia poiché riservata esclusivamente a ragazze detenute. Sarà un incontro forte, diretto, autentico: un modo per usare il calcio come occasione di dialogo e speranza.
In provincia di Pisa gli Under 16 dell’ASD Città di Montopoli sosterranno i bambini del doposcuola della parrocchia di Santa Croce sull’Arno. L’aiuto allo studio, la compagnia, il gioco condiviso diventeranno strumenti per alleggerire il pomeriggio di tanti piccoli studenti.
A Prato gli Under 17 del Coiano Santa Lucia offriranno momenti di serenità e vicinanza agli anziani della Casa Santa Maria della Pietà. Le partite giocate nelle ore libere e le conversazioni tra generazioni daranno vita a un ponte fatto di memoria e vitalità.
Nella provincia di Pistoia, l’USD Olimpia affiancherà l’Associazione Il Pozzo di Giacobbe, una realtà che accoglie e sostiene bambini provenienti da contesti familiari difficili. Sarà un contatto intenso e formativo, in cui il calcio porterà un po’ di normalità e leggerezza.
In provincia di Siena la società Asta 2016 metterà i propri Under 17 al servizio della Misericordia, sezione Taverne d’Arbia, una delle istituzioni sociali più radicate nel territorio, con oltre un secolo di attività dedicata all’assistenza e al soccorso. Per i giovani, sarà un’occasione per conoscere dall’interno un modello di aiuto che ha fatto la storia delle comunità toscane.
Un impegno costante che cresce settimana dopo settimana
La forza del progetto Non solo piedi buoni sta nella continuità. Ogni squadra stabilisce un giorno fisso alla settimana in cui piccoli gruppi di calciatori, tre o quattro alla volta, raggiungono la struttura a cui sono abbinati. Non si tratta di visite isolate, ma di un percorso che dura mesi e che permette ai ragazzi di creare relazioni vere, di osservare da vicino la vita quotidiana di contesti diversi dal loro, di capire quanto il loro tempo e la loro presenza possano fare la differenza.
L’obiettivo di Non solo piedi buoni non è solo educativo. È umano. I giovani imparano a riconoscere la fragilità e la forza, scoprono mondi nuovi, ascoltano storie, si mettono in gioco. Allo stesso tempo, le associazioni e le istituzioni accolgono nuove energie, nuove attenzioni, nuovi sguardi. E il calcio, quello vero, quello dei sentimenti, diventa una lingua condivisa che parla agli adulti, ai ragazzi, alle famiglie, alle comunità.
Il valore del fine settimana: il calcio torna protagonista
Non solo piedi buoni non finisce durante la settimana. Il sabato e la domenica diventano un momento ulteriore di incontro. Le associazioni coinvolte vengono invitate alle partite di campionato delle squadre abbinate, e molti ospiti delle strutture fanno il tifo a bordo campo. È un gesto semplice, ma potentissimo: la squadra non è più solo un gruppo di giovani atleti, diventa la rappresentanza di un legame costruito con cura.
Le società calcistiche si trasformano così in ambasciatrici del proprio territorio. E il calcio riacquista la sua dimensione comunitaria, quella che la FIGC e la LND promuovono da anni con progetti strutturati, come quello di Non solo piedi buoni e come quelli raccontati sul sito ufficiale della FIGC e nelle iniziative di responsabilità sociale della Lega Nazionale Dilettanti.
La supervisione e il ruolo delle figure educative
A coordinare l’intero percorso di Non solo piedi buoni rimane Tommaso Giani, già responsabile nella scorsa edizione. Accanto a lui, per la stagione in corso, lavoreranno il tecnico Maurizio Borgogni e un gruppo di psicologi territoriali composto da Maurizio Tempestini, Gabriele Gemelli e Arturo Vannucci. Il loro ruolo è essenziale: accompagnano i ragazzi, monitorano l’andamento delle attività, supportano le associazioni e garantiscono che il progetto segua una linea educativa coerente.
La presenza di professionisti dell’educazione e della psicologia permette di consolidare il valore formativo dell’esperienza. Ogni attività di Non solo piedi buoni viene pensata per stimolare consapevolezza, responsabilità e crescita personale, elementi che fanno parte anche delle linee guida educative della FIGC e del suo Settore Giovanile e Scolastico.
Un finale condiviso che diventa festa e riflessione
Quando le settimane di volontariato saranno concluse, tutti i giovani coinvolti avranno la possibilità di ritrovarsi di persona e di raccontarsi. Il progetto si chiuderà infatti con una giornata speciale presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano, luogo simbolico del calcio italiano e sede storica della formazione di atleti, dirigenti, tecnici e arbitri.
L’incontro finale non è un semplice appuntamento celebrativo. È l’occasione per tirare le somme dell’esperienza, per condividere emozioni, per consolidare le relazioni nate e per dare valore alla testimonianza di ciascuno. In un contesto come Coverciano, dove il calcio più alto si intreccia con la tradizione e con l’innovazione, il progetto trova la sua perfetta conclusione.
Perché questo progetto è necessario oggi
Non solo piedi buoni rappresenta una delle risposte più mature e consapevoli che il calcio italiano possa offrire a livello giovanile. In un tempo in cui spesso lo sport rischia di essere raccontato solo attraverso risultati, classifiche, pressioni e aspettative, la Toscana ha scelto di dare valore a un approccio diverso: quello che mette al centro la persona, prima ancora dell’atleta.
In un territorio ricco di società sportive e realtà sociali attive, questo progetto crea un’alleanza virtuosa che può ispirare altri modelli. È un esempio concreto di come il calcio possa diventare strumento di inclusione e di educazione civica, perfettamente in linea con le missioni nazionali della FIGC e con le analisi sociali dell’Istat sul ruolo delle associazioni nel tessuto comunitario italiano, disponibili sul portale istituzionale .
Il calcio che unisce, forma e illumina
La nuova edizione di Non solo piedi buoni conferma un’evidenza che chi vive il calcio da vicino conosce bene: non basta saper giocare per essere migliori, occorre anche imparare a guardare l’altro, ad ascoltare, a mettersi a disposizione. In Toscana questo messaggio trova una casa e diventa un esempio nazionale. A ogni allenamento, a ogni visita, a ogni partita, il calcio rivela la sua natura più profonda: quella di un gioco che può trasformarsi in solidarietà, educazione e futuro.



