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sabato 6 Dicembre 2025
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Il valdostano De Ceglie: uno straordinario ritorno al gol in prima categoria

Paolo De Ceglie è tornato a far parlare di sé. Dopo anni passati sui campi più prestigiosi d’Italia e d’Europa, dopo aver calcato scenari che ogni giovane calciatore sogna almeno una volta, l’ex terzino della Juventus è ripartito dalla sua terra, da quella Aosta che lo ha sempre accompagnato nella mente e nel cuore.

Il ritorno di Paolo De Ceglie al calcio giocato non è stato un gesto nostalgico, ma un atto d’amore verso la propria storia, la propria famiglia e le proprie radici. E quando domenica 23 novembre ha trovato il gol all’ultimo respiro con il CGC Aosta, nel girone B di Prima Categoria, non ha solo segnato una rete. Ha creato un momento destinato a rimanere nella memoria del calcio valdostano.

Perché il gol del 2-1 contro l’Agliè Valle Sacra non è stato un semplice episodio. È stata una scintilla, un gesto che ha riacceso orgoglio, identità e un senso di appartenenza che solo un figlio della propria terra può trasmettere. De Ceglie non era chiamato a essere decisivo, non era stato ingaggiato per essere un trascinatore di numeri.

Eppure proprio lui, l’uomo che ha scritto pagine importanti con la Juventus e con altre squadre di Serie A, ha timbrato un gol che profuma di rinascita, di passione e di calcio vissuto come si vive quando si ricomincia a casa, in Valle d’Aosta, fra volti che conoscono la tua storia.

La seconda giovinezza del valdostano De Ceglie

Raccontare oggi il valdostano De Ceglie significa ripercorrere la carriera di un ragazzo che ha raggiunto traguardi straordinari e che ora ha deciso di tornare a vivere il calcio in modo autentico, quasi primordiale, lontano dai riflettori e da quei palcoscenici internazionali che per anni lo hanno visto protagonista. La sua nuova avventura nel CGC Aosta non è un capitolo minore, ma una scelta di cuore e di appartenenza.

Paolo De Ceglie ha un curriculum che parla da sé. Centoventotto presenze con la Juventus, 144 complessive in Serie A, gol pesanti firmati in partite che i tifosi ricordano ancora, come la doppietta con la maglia del Parma contro l’Inter. Ha giocato con Genoa, Siena e Parma, ha collezionato presenze nelle coppe europee e ha respirato l’aria della Ligue 1 con il Marsiglia.

Nel suo palmarès compaiono quattro scudetti, tre Supercoppe italiane e due Coppe Italia. Numeri impressionanti, soprattutto se si considera che arrivano da un ragazzo nato in una regione in cui il calcio è spesso un sogno più che una realtà consolidata.

È per questo che De Ceglie è considerato il calciatore valdostano più vincente di sempre. Una definizione che non è un’etichetta, ma il riconoscimento di una carriera unica, resa ancora più speciale dalla sua origine, da quella Valle d’Aosta che ha sempre portato con sé in ogni città, in ogni stadio, in ogni esperienza.

Dopo aver chiuso la carriera agonistica nel 2021 negli Stati Uniti, al Miami Beach, De Ceglie aveva iniziato un nuovo percorso alla Juventus, in qualità di collaboratore nell’attività di base e nelle Academy, contribuendo alla crescita delle nuove generazioni bianconere. Un ruolo che ha onorato fino al 2025, quando il suo cammino con la società si è concluso definitivamente.

Il ritorno a casa: il CGC Aosta di papà Giulio

La fine del rapporto con la Juventus ha riportato De Ceglie verso le sue montagne, verso quella Aosta che lo aveva visto crescere e che ora lo riabbracciava. A chiamarlo è stato suo padre Giulio, presidente e allo stesso tempo allenatore del CGC Aosta, club che milita con orgoglio nel girone B di Prima Categoria e che negli ultimi anni ha saputo costruirsi una credibilità all’interno del panorama dilettantistico piemontese.

Il CGC Aosta non è una società qualunque per la famiglia De Ceglie. È la squadra in cui suo fratello Luca ha giocato fino alla stagione scorsa, è il club che porta colori bianconeri non per caso e che rappresenta un pezzo di storia calcistica locale. L’esordio di Paolo tra i dilettanti, avvenuto il 14 settembre contro il Ponderano, è stato un evento che ha segnato un prima e un dopo per la società.

Vederlo entrare al 73’, subentrando a Castagna, è stato come accendere una luce nuova dentro lo stadio, perché nessuno avrebbe mai immaginato di vedere De Ceglie giocare una partita di Prima Categoria. Ma il calcio, quando è vissuto con passione, sa sorprendere sempre. E la storia che si è scritta il 23 novembre lo dimostra in maniera perfetta.

Agliè Valle Sacra – CGC Aosta: il giorno del gol

La partita tra Agliè Valle Sacra e CGC Aosta sembrava destinata a finire in parità. Il match era stato equilibrato, combattuto, con il CGC che era passato in vantaggio al 20’ grazie al gol di Girotti e i padroni di casa che avevano risposto dieci minuti più tardi con Bertoldo. Una sfida in bilico fino all’ultimo respiro, una di quelle gare che si ricordano per la tensione e per la sensazione che qualcosa di speciale possa accadere da un momento all’altro.

E infatti qualcosa è accaduto. Al minuto 94, quando tutto sembrava scritto, un pallone vagante è diventato la scintilla che ha riacceso il destino. De Ceglie, entrato al 35’ della ripresa, ha trovato il tempo, lo spazio e l’energia per calciare verso la porta. Il suo tiro ha spezzato l’equilibrio, ha battuto il portiere Fasolato e ha consegnato al CGC Aosta un successo preziosissimo. Perché quel gol non valeva solo tre punti. Valeva un’emozione che ha attraversato tutto il campo, una gioia che ha abbracciato la squadra e soprattutto suo padre Giulio, che lo guida dalla panchina.

Il valdostano De Ceglie non è mai stato un goleador, e forse proprio questo rende l’episodio ancora più speciale. Una rete che entra di diritto nella storia del club, una rete che i tifosi ricorderanno accanto alle gesta più celebri della sua carriera.

De Ceglie e la sua eredità calcistica

Quando un giocatore con la storia di De Ceglie torna a calcare un campo dilettantistico, porta con sé un patrimonio di esperienza che va oltre il semplice contributo tecnico. La sua presenza è un esempio per i compagni, un riferimento per i giovani, una dimostrazione viva di cosa significhi vivere il calcio come passione e come scelta di vita. È un messaggio potente, soprattutto in un’epoca in cui il calcio dilettantistico fatica a trattenere i suoi talenti e i suoi valori più genuini.

L’eredità del Valdostano De Ceglie non è fatta solo di trofei, presenze o reti segnate nei grandi stadi. È fatta di ciò che rappresenta, di quel ponte ideale tra il calcio professionistico e quello di provincia, tra le luci dei riflettori e la bellezza dei campi periferici dove il calcio nasce, cresce e si alimenta ogni giorno.

Un gol che racconta un progetto, una famiglia e una regione

Il ritorno di De Ceglie non è una parentesi romantica. È parte di un progetto reale, costruito con la famiglia, con la società e con un territorio che sente la sua storia come parte della propria identità. Il CGC Aosta non è soltanto una squadra: è una comunità sportiva che vede in questo ritorno un simbolo, un motivo di orgoglio e un segnale di ciò che il calcio può ancora significare al di là dei bilanci, dei contratti e dei grandi scenari.

In una regione piccola come la Valle d’Aosta, il gol di De Ceglie in Prima Categoria è un evento che supera il risultato sportivo. È un gesto che appartiene a tutti, che racconta il percorso di un ragazzo che è partito da lì e che, dopo aver visto il mondo, ha scelto di tornare alle proprie origini per dare qualcosa indietro.

Un gol che rimarrà nella storia

De Ceglie ha segnato un gol che vale molto più del tabellino. È un simbolo, una narrazione potente, un ritorno alle origini che unisce sport, terra e famiglia. È un momento che racchiude anni di carriera, centinaia di partite e un legame indissolubile con la sua regione.

Il calcio sa regalare storie straordinarie quando meno te lo aspetti. E questa è una di quelle che meritano di essere raccontate, ricordate e custodite. Il gol in Prima Categoria non è un dettaglio, ma un nuovo capitolo della storia di un uomo che ha saputo rimanere autentico, anche quando tutto intorno cambiava.

Il valdostano De Ceglie è tornato, e il suo gol è già leggenda.

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