Cos e Monastir dominano la Serie D. Ogni turno racconta una storia, ogni partita definisce un pezzo di percorso, ogni vittoria traccia una linea precisa nel destino di una squadra. Nel tredicesimo turno del girone G, quella linea parla sardo, parla di orgoglio, determinazione e identità. Racconta la forza di Cos e Monastir, due realtà cresciute lontano dai riflettori più abbaglianti, ma che oggi si muovono con passo deciso e credibile verso la parte nobile della classifica.
Le due squadre Cos e Monastir hanno conquistato un doppio successo che sa di dichiarazione d’intenti, perché non è un caso quando due club della stessa area geografica, con ambizioni simili e percorsi paralleli, scelgono lo stesso modo per ribadire chi sono. Cos e Monastir condividono adesso gli stessi venti punti, lo stesso entusiasmo ritrovato e la stessa voglia di far parlare di sé. Questo turno è stato molto più di una semplice giornata favorevole per Cos e Monastir: è stato un manifesto della competitività del calcio sardo, troppo spesso sottovalutato, ma sempre pronto a dimostrare il proprio valore quando la stagione richiede coraggio.
Cos e Monastir: la spinta del territorio e la voglia di sorprendere
Non è mai semplice per una squadra sarda competere in un campionato nazionale. Le trasferte lunghe, le difficoltà logistiche, la distanza dalle piazze continentali rappresentano un ostacolo costante. Eppure, Cos e Monastir negli ultimi anni hanno costruito una propria identità solida, basata su lavoro quotidiano, investimenti mirati e un legame profondo con il territorio.
Il girone G, storicamente tra i più difficili dell’intera Serie D, mette di fronte club di tradizione come Cavese, Latina, Cassino e le ambiziose neopromosse laziali. In questo contesto, emergere non è affatto scontato. Eppure le due sarde stanno dimostrando non solo di poter competere, ma di poterlo fare con autorevolezza e consapevolezza.
La giornata perfetta con le vittorie su Anzio e Cassino è arrivata nel momento più opportuno, quando la classifica iniziava a stringersi e le distanze tra playoff e playout si riducevano. Cos e Monastir hanno risposto con un segnale forte: la Sardegna c’è e vuole restare stabilmente nella metà superiore della graduatoria.
Cos e Monastir, maturità e personalità del Monastir nella vittoria sull’Anzio
Il ritorno al successo casalingo per il Monastir ha un valore che va oltre i tre punti. La squadra non vinceva al Comunale da due mesi e le vittorie lontano da casa, per quanto preziose, non bastano sempre a rinforzare le certezze interne. Serviva una prestazione piena, convincente, capace di riaccendere entusiasmo anche sugli spalti.
Il 3-1 rifilato all’Anzio ha risposto perfettamente a questa esigenza. Il Monastir ha guidato la gara fin dai primi minuti, mostrando un coraggio e una fluidità di gioco che hanno costretto gli ospiti a inseguire costantemente. Il vantaggio di Leone è stato una perla di raffinata tecnica: un pallonetto calibrato che ha sorpreso il portiere e ha immediatamente spostato l’inerzia della sfida.
La capacità di continuare a giocare con ritmo, senza arretrare, ha permesso ai biancoblù di mantenere il controllo del match. La punizione di Corcione che Jah ha trasformato nel raddoppio ha premiato la determinazione del gruppo. Anche il ritorno dell’Anzio all’83’ con Salvador non ha intaccato l’equilibrio mentale della squadra, che ha risposto nel modo migliore grazie ad Aloia, freddo nel chiudere il match all’89’.
La vittoria restituisce un Monastir più sicuro, più maturo, più pronto ad affrontare con continuità la seconda parte della stagione.
Cos, una vittoria che cambia il ritmo e ricarica l’ambizione
Se per il Monastir la vittoria è stata conferma, per la Cos è stata una vera e propria rinascita. Il 4-2 inflitto al Cassino ha un peso specifico enorme, perché arriva dopo tre giornate complicate, in cui mancavano quei punti indispensabili per avvicinarsi all’obiettivo della salvezza.
La squadra ha saputo reagire nel momento più importante, ritrovando fiducia, qualità e brillantezza. Il protagonista della prima parte di gara è stato Marsilii, autore di una doppietta che ha rotto in due la difesa laziale. Il pari di Orlando e il rigore parato da Xaxa non hanno scalfito la solidità mentale della Cos, che nella ripresa ha sfoderato due gol di straordinaria bellezza firmati da Nurchi e Marini.
Sono reti che non solo pesano in classifica, ma che raccontano la natura della squadra: una formazione che quando trova spazi sa colpire con inventiva e velocità. Il gol di Sorrentino nel finale ha solo attenuato il risultato, senza intaccare il valore di un successo meritato e fondamentale. Con questa vittoria la Cos ritrova ossigeno, energia e la giusta spinta in vista del derby contro il Budoni, una delle partite più sentite dell’intera stagione. Cos e Monastir vanno avanti con cognizione.
Il valore simbolico dei venti punti e una classifica che parla chiaro
Quando si osserva la classifica dopo tredici giornate, ciò che colpisce di più è la simmetria tra i percorsi delle due squadre. Cos e Monastir condividono venti punti che rappresentano un traguardo simbolico e allo stesso tempo un punto di partenza.
Entrambe occupano il sesto e il settimo posto, due posizioni che raccontano una stagione finora solida e costruttiva. La zona playoff dista soltanto due lunghezze, mentre quella playout è cinque punti più in basso. È una situazione che permette a entrambe di guardare avanti con entusiasmo, ma anche con equilibrio.
Il girone G è noto per la sua imprevedibilità e il suo livello competitivo. Restare nella parte alta richiede costanza, lettura dei momenti e capacità di adattarsi alle avversità. Cos e Monastir hanno dimostrato di potercela fare.
Il ruolo dei tecnici e la gestione dei momenti difficili
Nel calcio dilettantistico il lavoro degli allenatori ha un ruolo ancora più incisivo rispetto ai livelli superiori. Le risorse non sono infinite, i giocatori spesso arrivano da percorsi differenti e serve un equilibrio delicato tra intensità, motivazioni e gestione tattica.
Sia Angheleddu con il Monastir, sia Loi con la Cos stanno portando avanti un lavoro basato non solo sulla preparazione tecnica, ma su un modello umano riconoscibile. Le loro squadre giocano con carattere, rispettano i piani gara e non si disuniscono nei momenti di difficoltà.
Il Monastir ha superato settimane complicate senza perdere identità. La Cos ha reagito con determinazione dopo tre partite senza vittorie, mostrando una resilienza che spesso fa la differenza tra una squadra che lotta e una che reagisce.
Prospettive future e la possibilità di un sogno condiviso
Guardando al calendario, è evidente come le prossime settimane saranno decisive. La corsa alla salvezza resta la priorità dichiarata per entrambe le squadre, ma quando si occupano posizioni così favorevoli, è impossibile non pensare di poter ambire a qualcosa di più.
Il sogno dei playoff non è proibito e non sarebbe nemmeno un miraggio. Le prestazioni, la crescita del gruppo, la qualità offensiva, l’organizzazione di gioco e la continuità nei risultati stanno modellando un percorso che potrebbe diventare una delle storie più affascinanti della stagione.
Il calcio sardo ha bisogno di realtà che sappiano imporsi a livello nazionale, che siano in grado di rappresentare l’isola non solo con il cuore, ma anche con risultati concreti.
L’importanza di costruire un’identità territoriale forte
La forza di Cos e Monastir non è soltanto tecnica o atletica. Nasce dal radicamento profondo nel territorio. Le due società rappresentano comunità, famiglie, centri abitati che vivono il calcio come un collante sociale.
Il successo, in questi contesti, ha un valore più ampio. Significa dare voce alla Sardegna che cresce, che compete, che non arretra. Ogni gol, ogni vittoria, ogni punto conquistato diventa un tassello di appartenenza. E quando due realtà territorialmente vicine ottengono risultati paralleli, l’effetto sull’intero movimento regionale è ancora più evidente.
Una Sardegna che sogna e corre insieme
Il tredicesimo turno ha messo in evidenza una realtà chiara: Cos e Monastir sono due squadre vive, concrete e ambiziose. Due squadre che sanno soffrire, reagire e vincere. Due squadre che stanno scrivendo un nuovo capitolo del calcio sardo nella Serie D.
Se continueranno con questa costanza, con questa identità e con questa energia, allora la stagione potrà regalare loro molto più di una semplice salvezza. Potrà trasformarsi in un racconto di orgoglio, di crescita e di protagonismo.
La Sardegna, grazie a loro, oggi avanza, sogna e crede. E il girone G ha già imparato che non sarà semplice fermare questa doppia corsa.



