Il Mondiale di futsal femminile non è semplicemente un torneo internazionale: è una lente che ingrandisce ambizioni, limiti, sogni e realtà delle migliori nazionali del pianeta. È un palcoscenico dove ogni dettaglio può cambiare il destino di una squadra e dove la differenza tra cadere e risorgere può essere questione di secondi. Per l’Italia, questa edizione sta assumendo i contorni di una cavalcata epica, vissuta dentro la calda e vibrante Manila, in un torneo che sta incastonando, minuto dopo minuto, un racconto destinato a rimanere nella memoria collettiva del futsal italiano.
Le Azzurre, trascinate dalla guida appassionata della CT Francesca Salvatore, sono approdate ai quarti di finale dopo aver superato il girone più duro dell’intera competizione. Un percorso tanto impervio quanto illuminante, che ha messo a nudo la forza di un gruppo capace di sorprendere chiunque. Adesso il destino porta dritto verso un avversario di livello assoluto: il Portogallo, già affrontato dieci volte nella storia, quasi sempre con esiti negativi. Ma questo Mondiale di futsal femminile suggerisce un cambio di prospettiva: l’Italia vuole provarci, senza paura, con la convinzione che la squadra vista finora può davvero giocarsela contro chiunque.
La sfida è in programma alla PhilSports Arena martedì 2 dicembre alle ore 11, con diretta su RaiSport a partire dalle 10.50. Dall’altra parte del tabellone, l’Argentina — vittoriosa 4-1 sulla Colombia — attende in semifinale. Nell’altra metà, la Spagna ha imposto il suo dominio superando 6-1 il Marocco, e ora si gioca la finale contro la vincente tra Brasile e Giappone. Il quadro è completo: l’Italia ha tutto per sorprendere ancora.
Un girone impossibile che ha trasformato il gruppo azzurro
Quando sono stati sorteggiati i gruppi del Mondiale di futsal femminile, il destino ha riservato all’Italia un percorso iniziale che sembrava proibitivo. Brasile, Iran e Panama: un trittico che ha subito fatto parlare gli osservatori, definendo il Girone D come il più complesso e competitivo dell’intera prima fase. Eppure, è proprio attraversando il fuoco che nascono le storie più belle.
L’Italia ha iniziato il torneo con coraggio e identità, consapevole che ogni gara sarebbe stata una battaglia. Il primo grande ostacolo si è presentato con il Brasile, una delle superpotenze mondiali del futsal. Una squadra che negli anni ha costruito una tradizione fortissima, sostenuta da programmi e investimenti visibili anche nei report ufficiali disponibili sul sito della FIGC attraverso la sezione dedicata allo sviluppo del futsal. Il 6-1 incassato contro le verdeoro è stato pesante, un risultato che avrebbe potuto generare scetticismo e incertezza. Invece, è accaduto l’opposto.
Da quella sconfitta è nato un nuovo inizio. Le Azzurre hanno trasformato la delusione in energia competitiva, rialzandosi con una ferocia emotiva straordinaria. La gara contro l’Iran, decisiva come un ottavo di finale mascherato, ha mostrato una squadra con una maturità completamente nuova. Sotto nel punteggio, le Azzurre non hanno perso la bussola, rimanendo fedeli al proprio piano di gioco e trovando la forza per ribaltare la situazione. La vittoria è stata una prova di carattere, una dimostrazione della crescita di un gruppo che ha imparato a non arrendersi.
La vigilia nelle parole della CT Salvatore: “Una squadra d’acciaio”
Alla vigilia del quarto di finale, le parole di Francesca Salvatore risuonano come una dichiarazione di identità e orgoglio. «Fin qui siamo state una squadra d’acciaio» ha affermato, una frase che contiene il senso di tutto ciò che l’Italia ha mostrato nelle ultime settimane.
Il suo racconto della crescita azzurra è un viaggio dentro un gruppo che ha trovato forza nella continuità, costruendo la propria consapevolezza “mattoncino dopo mattoncino”. La CT ha sottolineato quanto la sfida col Brasile sia stata un passaggio fondamentale, quasi un banco di prova inevitabile per misurare la solidità mentale della squadra. “La maturità di questa squadra è venuta fuori proprio a cavallo fra le sfide con la Seleçao e l’Iran” ha spiegato.
Non era per nulla semplice resettare dopo il pesante passivo contro il Brasile. Le gare che seguono una sconfitta così netta sono spesso un terreno psicologico minato, dove basta un episodio contrario per perdere fiducia. L’Italia, invece, ha risposto con determinazione, mostrando un’identità solida, una fame che nelle scorse edizioni forse mancava.
Salvatore ha fatto anche una riflessione importante: “Un paio di anni fa probabilmente la partita con l’Iran non l’avremmo vinta”. Ed è proprio qui che si percepisce quanto il Mondiale di futsal femminile stia diventando il laboratorio perfetto per misurare la crescita del futsal italiano.
La CT riconosce la responsabilità che porta il nome “Italia”, ma sottolinea quanto la politica dei piccoli passi abbia pagato nel percorso verso il rispetto internazionale. Le Azzurre sono arrivate alla fase a eliminazione diretta non solo in modo meritato, ma “in maniera brillante”, come lei stessa ha evidenziato.
Portogallo: la montagna più alta da scalare
Ora, però, arriva la sfida più grande. Il Portogallo non è solo un avversario tostissimo: è una squadra che da anni rappresenta un riferimento per il futsal femminile mondiale. Insieme alla Spagna forma una coppia di potenze europee di livello assoluto, contro le quali l’Italia ha spesso sofferto. I precedenti parlano chiaro: dieci incontri, un solo successo azzurro, due pareggi e sette sconfitte.
Le giocatrici portoghesi hanno tecnica, ritmo, aggressività e una velocità nelle rotazioni che fa la differenza nei momenti chiave. Sono complete, strutturate, abituate a giocare semifinali e finali. Non a caso, molte analisi tattiche proposte dagli esperti pubblicate anche dalla UEFA nelle sezioni dedicate allo sviluppo del futsal confermano la superiorità della selezione lusitana in termini di qualità media.
Eppure, oggi, il gap sembra essersi ridotto. L’Italia arriva al confronto con una solidità nuova, con una capacità di leggere le partite in modo molto più maturo rispetto al passato.
La CT lo ha detto chiaramente: «Non vediamo l’ora di confrontarci per capire se tutto quello su cui abbiamo lavorato ha portato a colmare il gap con loro». Questo Mondiale è il momento perfetto per farlo: giocare un quarto di finale contro una delle nazionali più forti al mondo è un privilegio, ma anche un’opportunità irripetibile.
L’Italia non sente la pressione, e questo potrebbe essere un vantaggio immenso. Il Portogallo, invece, parte con il peso di chi vuole e deve vincere il titolo. Le Azzurre possono giocare libere, con la serenità di chi ha già superato ogni aspettativa in questo Mondiale di futsal femminile, ma con la fame di chi vuole qualcosa in più.
Dentro il cuore azzurro: un gruppo che ha trovato la propria anima
Il successo dell’Italia in questo Mondiale di futsal femminile è il risultato di un lavoro pluriennale, ma anche di un gruppo che ha trovato una coesione rara. Non c’è una sola stella: la squadra vive di equilibri, sacrificio reciproco e capacità di adattarsi ad ogni tipo di partita.
La CT lo ha sintetizzato così: «La nostra forza è il collettivo». Le Azzurre hanno dimostrato di saper reggere l’urto delle big, adattare il ritmo, cambiare pelle a seconda della gara. Sono una squadra moderna, preparata, determinata.
Dentro lo spogliatoio circola un’energia nuova, alimentata dalla consapevolezza di essere tra le prime otto nazionali al mondo. Un traguardo che parla della crescita della disciplina nel nostro Paese, frutto anche del lavoro federale, visibile nei progetti della divisione calcio a 5, dove il futsal femminile viene raccontato come settore in espansione costante.
Le Azzurre sognano, ma con i piedi ben saldi sul parquet. Sanno che contro il Portogallo servirà la partita perfetta, senza sbavature, con la capacità di trasformare ogni occasione in oro.
L’attesa di Manila: una città che vive il Mondiale come una festa
Manila è una città che non dorme mai, ma in questi giorni vibra ancora di più. Il Mondiale di futsal femminile ha trasformato la capitale filippina in un mosaico di bandiere, colori e accenti. La PhilSports Arena è diventata un crogiolo di emozioni, un luogo dove culture diverse si incontrano sotto lo stesso tetto, unite dalla passione per il futsal.
Per l’Italia, questo contesto è diventato una casa temporanea. Le giocatrici sentono il calore del pubblico neutrale, che spesso si lascia conquistare dalla grinta azzurra. Il clima è ideale per alimentare sogni e ambizioni.
Ogni allenamento è accompagnato dal brusio costante della città, dai tifosi che arrivano per fotografare, chiedere autografi, semplicemente salutare. Il Mondiale di futsal femminile non è solo un torneo: è un’esperienza condivisa che resterà nella memoria di ogni atleta.
L’Italia e il sogno semifinale: un passo che può cambiare tutto
Arrivare in semifinale significherebbe molto di più di un semplice risultato sportivo. Per il movimento italiano sarebbe un salto di qualità epocale, una conferma della crescita strutturale del futsal femminile nazionale.
La possibile semifinale contro l’Argentina — che ha battuto la Colombia con un secco 4-1 — rappresenta un traguardo reale, concreto, raggiungibile. Mai come oggi l’Italia sente che questo Mondiale di futsal femminile può diventare l’occasione per cambiare la storia del movimento calcistico azzurro.
Le ragazze di Salvatore hanno già superato ostacoli giganteschi. Nessuno, dopo il sorteggio, avrebbe scommesso su un’Italia capace di arrivare tra le prime otto. Oggi, invece, tutti sono pronti a credere in qualcosa di ancora più grande.
Una squadra che ha conquistato rispetto e attenzione internazionale
All’inizio del torneo, l’Italia era vista come una possibile outsider, una squadra di qualità ma priva della continuità delle grandi nazionali europee. Oggi è il contrario: le Azzurre sono diventate una squadra rispettata, temuta, studiata nei dettagli dagli avversari.
L’accesso ai quarti ha ricevuto attenzione anche da diversi portali internazionali, che hanno analizzato il percorso azzurro in questo Mondiale di futsal femminile alla luce delle difficoltà affrontate nel girone. Questa visibilità è preziosa, soprattutto per un movimento che cerca legittimazione e spazio mediatico.
Mondiale di futsal femminile: l’appuntamento con la storia
Il parquet di Manila, ai quarti del Mondiale di futsal femminile, sarà testimone di una partita che può segnare un prima e un dopo per il futsal femminile italiano. L’Italia è tra le prime otto al mondo, e questo già basterebbe a definire il Mondiale attuale come uno dei più importanti della storia azzurra.
Ma le Azzurre non si accontentano. Vogliono la semifinale di questo Mondiale di futsal femminile. Vogliono entrare in un territorio sportivo inesplorato. Vogliono dimostrare che questa squadra, cresciuta mattoncino dopo mattoncino, può davvero guardare negli occhi le big del futsal mondiale.
Il Portogallo è forte, fortissimo. Ma l’Italia vista finora ha qualcosa che non si allena: la capacità di superare se stessa nei momenti decisivi. E il Mondiale lo insegna ogni giorno.



