La Pistoiese in semifinale Coppa Italia Serie D è ormai una certezza che profuma di impresa. Una vittoria netta, autorevole, costruita con lucidità e maturità, arrivata soltanto tre giorni dopo il brusco stop in campionato contro la Pro Sesto. A Correggio, negli ottavi di finale della competizione, gli arancioni hanno infatti superato la Correggese per 2-0, conquistando con merito il pass per la penultima fase del torneo, dove affronteranno il Club Milano, qualificato ai rigori contro il Mestre.
Pistoiese in semifinale di Coppa Italia Serie D
Quella ottenuta dalla Pistoiese non è solo una vittoria importante. È molto di più: è la dimostrazione concreta di quanto questo gruppo sia cresciuto, di quanto abbia imparato a soffrire, a reagire e a mantenere la propria identità anche quando le rotazioni sono profonde e il calendario stringe il fiato sul collo. Il successo porta la firma di due protagonisti: Alluci, che apre il match con una giocata chirurgica al 16’ della ripresa, e Montalto, glaciale dal dischetto nel finale. Ma, al di là dei marcatori, è tutta la squadra ad aver mostrato un livello di compattezza degno delle grandi.
Pistoiese: una risposta da grande squadra dopo la sconfitta con la Pro Sesto
La Pistoiese arrivava all’appuntamento con la Correggese con addosso le scorie della sconfitta subita in campionato. Una battuta d’arresto che avrebbe potuto lasciare strascichi pesanti, soprattutto dal punto di vista mentale. Ma gli arancioni, invece di subire il contraccolpo, hanno reagito con determinazione. La squadra di Andreucci ha risposto come rispondono i gruppi maturi: trasformando la delusione in energia, ripartendo dalle proprie certezze tattiche, ritrovando fluidità in campo, compattezza tra i reparti e aggressività nella gestione del ritmo.
Ciò che più colpisce della prestazione arancione è la continuità dell’identità. Nonostante il turnover quasi obbligato, con diversi interpreti nuovi nell’undici titolare, la squadra non ha perso i propri riferimenti. La Pistoiese in semifinale Coppa Italia Serie D è il risultato di un progetto tattico chiaro, riconoscibile, perfettamente assimilato da ogni elemento della rosa, dai titolari alle giovani quote che ancora una volta si sono dimostrate all’altezza della situazione.
Il ritorno di Arlanch: sicurezza tra i pali e un simbolo ritrovato
Una delle notizie più preziose del pomeriggio di Correggio è stato senza dubbio il ritorno in porta di Arlanch. Il portiere era assente da un mese e il suo rientro ha restituito al reparto arretrato sicurezza, leadership e personalità. Nonostante il lungo stop, Arlanch ha mostrato reattività, precisione nelle uscite e prontezza nel respingere le conclusioni avversarie nei momenti chiave della gara tra Correggio e Pistoiese.
L’episodio che più rappresenta la sua prestazione è il riflesso sul tiro di Calì, che ha poi innescato l’azione del vantaggio. Un paradosso affascinante: una parata che vale doppio, perché evita il gol e allo stesso tempo apre la strada a quello arancione. Il rientro del portiere non ha solo un valore tecnico, ma anche psicologico. Restituisce solidità alla squadra in un momento decisivo della stagione e permette a mister Andreucci di ritrovare un elemento fondamentale della propria struttura.
Il piano di Andreucci: turnover, coraggio e identità immutata
Per questo match, mister Andreucci ha operato scelte precise. Ha ridisegnato l’undici con un turnover marcato, fedele al 3-5-2 ma con interpreti diversi. Arlanch tra i pali; Costa Pisani, Accardi e Venturini in difesa; Kharmoud e Boschetti sulle corsie, con Alluci, Sciortino e Campagna a comporre il motore centrale. In attacco Diallo e Pinzauti, una coppia fisica e dinamica.
Fin dai primi minuti, la Pistoiese ha imposto ritmo e personalità. Campagna ha aperto le ostilità con una conclusione dal limite, seguita da una clamorosa occasione per Diallo, imbeccato da un ispirato Pinzauti. La Correggese, ben organizzata, ha comunque provato a rendersi pericolosa, sfiorando il gol con Berni e Lucatti, ma gli arancioni hanno mantenuto il controllo del gioco, alzando costantemente la pressione e chiudendo la prima frazione con il rammarico di una traversa colpita da Pinzauti.
Il secondo tempo si è aperto sulla stessa lunghezza d’onda: arancioni subito aggressivi, padroni del ritmo e capaci di gestire ogni fase della gara. Quando Andreucci ha inserito Biagi, Gennari e Bastianelli, la squadra ha trovato nuova linfa, trasformando la superiorità tecnica e fisica in concretezza.
L’azione del vantaggio: una transizione perfetta che cambia il match
L’episodio che decide la partita arriva al 16’ della ripresa. Una conclusione della Correggese trova la risposta di Arlanch, che respinge dando il via a una transizione fulminea. Campagna conduce palla con eleganza, avanza senza perdere velocità e serve sulla sinistra Alluci, che riceve, prende la mira e trafigge Narduzzo con un tiro preciso.
Un’azione orchestrata, pulita, che riassume il DNA di questa Pistoiese: aggressività, lucidità nelle ripartenze e qualità nella scelta dell’ultimo passaggio. Il gol scuote la squadra, che da quel momento prende pieno controllo del confronto, sfiorando il raddoppio con Diallo, sfortunato quando il suo tiro potentissimo si stampa sul palo.
Il rigore di Montalto: precisione, freddezza e semifinale conquistata
Il colpo del ko arriva nel finale. Dopo un lungo assedio degli arancioni, Campagna viene steso in area e l’arbitro indica il dischetto senza esitazioni. Neanche il tempo di respirare, che Montalto si incarica della battuta. Lo sguardo è quello dei giocatori che non tremano, la rincorsa composta, il tiro chirurgico. La palla si infila e la Pistoiese vola sul 2-0, blindando partita e qualificazione.
L’ultimo scorcio di gara è pura gestione. Nessun rischio, nessuna sbavatura, solo un controllo totale del match che testimonia la crescita del gruppo sotto ogni punto di vista, dalla mentalità alla tenuta fisica.
Pistoiese in semifinale Coppa Italia Serie D: cosa significa questo traguardo
Arrivare in semifinale non è solo una soddisfazione sportiva. È un segnale importante. La Pistoiese in semifinale Coppa Italia Serie D porta con sé un valore tecnico, ma anche psicologico, perché certifica la forza di un gruppo capace di superare le difficoltà senza mai perdere la propria identità.
Questo percorso in Coppa Italia rappresenta una finestra che illumina diversi aspetti positivi: la profondità della rosa, in grado di rispondere nonostante i cambi; la solidità del progetto tattico di Andreucci; la crescita delle quote, ormai elementi affidabili; la capacità di reggere ritmi intensi in un calendario fitto; la volontà del gruppo di puntare in alto, senza paura.
E poi c’è la semifinale. L’appuntamento con il Club Milano sarà affascinante, impegnativo, in una cornice emotiva che la squadra ha dimostrato di saper reggere. La Coppa Italia può diventare un obiettivo concreto, una strada parallela affascinante che può dare prestigio e motivazioni ulteriori.
Un percorso costruito giorno dopo giorno
Studiare la crescita di questa Pistoiese offre uno sguardo sul lavoro quotidiano della società e dello staff tecnico. La continuità del progetto, la cura dei dettagli, l’attenzione alla formazione dei giovani e la capacità di restare competitivi in ogni competizione sono elementi che emergono dalle partite, ma soprattutto dal modo in cui la squadra affronta le difficoltà.
Il percorso verso la semifinale è frutto anche della visione della Serie D come ambiente dinamico e formativo, in cui talento, disciplina e idee possono fare la differenza. Un contesto che la FIGC analizza costantemente attraverso il settore dilettanti, come dimostrano i report disponibili sul portale ufficiale della federazione, fonte utile anche per chi desidera approfondire la crescita del movimento giovanile italiano.
Un futuro che profuma di ambizione
La Pistoiese in semifinale Coppa Italia Serie D è l’immagine esatta di ciò che questo club vuole diventare: una squadra completa, matura, capace di competere su più fronti e di alimentare un sogno che la piazza sente sempre più vicino. La vittoria di Correggio non racconta solo una qualificazione. Racconta una mentalità, una direzione, un’identità.
Il percorso non è finito. Anzi, il bello deve ancora venire. La semifinale attende, il pubblico sogna, la squadra cresce. E questa Pistoiese, oggi più che mai, sembra avere tutto per scrivere una pagina importante della sua storia recente.



