La serata al “Santa Maria” regala al Ferrandina un respiro di speranza. Nel quindicesimo turno del Girone H di Serie D, la squadra lucana coglie una vittoria fondamentale contro un avversario di valore come il Nola 1925: 1-0, grazie a un rigore trasformato da Lucas Canavese al 32′ del secondo tempo. È un trionfo costruito con carattere, compattezza e tanta determinazione — un risultato che certifica una reazione necessaria dopo un periodo complicato e che rimette i rossoblù in corsa nella loro lotta per la salvezza.
Ferrandina domina: vittoria decisiva contro il Nola
Il match non è stato semplice: il Nola resta una realtà di valore, capace di lottare per posizioni di centro-classifica. Ma al “Santa Maria” il Ferrandina ha offerto una prova di grande sacrificio, consapevolezza e pragmatismo. In campo c’erano squadre che dovevano vincere per motivi diversi — i padroni di casa per rianimare un cammino ostico, gli ospiti per consolidare le ambizioni di vertice. Il verdetto, però, ha sorriso ai lucani.
Ferrandina, una partita tattica, fisica e decisa dal coraggio
La prima frazione di gioco regala poche grandi emozioni ma racconta chiaramente di un incontro combattuto, equilibrato quanto nervoso. Il Nola prova a spingere con qualche sortita pericolosa in ripartenza, senza però riuscire a scalfire la barriera difensiva del Ferrandina. I rossoblù, dal canto loro, gestiscono con ordine e attenzione ogni fase del gioco, cercando di costruire con precisione e coprire gli spazi con disciplina.
Al rientro in campo dopo l’intervallo, la posta in palio cresce. Il Ferrandina cerca maggiore spinta, prova ad alzare il baricentro, a rendere intensa la manovra offensiva. Al primo vero squillo pericoloso è proprio una giocata individuale di Kisseih, che sfiora il gol con un acrobazia ben calibrata, a suscitare il primo brivido. Ma non basta: la porta del Nola sembra chiusa.
Poi arriva il momento decisivo. Al 32′ della ripresa, una decisione arbitrale assegna un calcio di rigore ai padroni di casa: responsabilità sul dischetto per Lucas Canavese, che non sbaglia. Il suo tiro è freddo, potente e chirurgico, e regala al Ferrandina tre punti vitalissimi. Nei minuti finali arriva la sofferenza, ma anche la compattezza, la lucidità, la voglia di resistere fino all’ultimo secondo. Quando l’arbitro fischia la fine, l’esultanza è liberatoria: è la risposta che serviva.
Cosa significa questo successo per il Ferrandina
Questa vittoria vale molto più di un singolo risultato. Permette al Ferrandina di uscire da un digiuno che durava da cinque partite, di riportare fiducia nello spogliatoio e di rialzare la testa nella classifica del Girone H, raggiungendo quota 16 punti dopo la quindicesima giornata.
Per una squadra che affronta un campionato di grande equilibrio come la Serie D, ogni punto può fare la differenza. La salvezza — o quanto meno la permanenza nella categoria — passa attraverso prove di forza come quella contro il Nola: con coraggio, cuore, compattezza, e la capacità di soffrire insieme.
Per i tifosi, per la società e per i giocatori, questa sera ha un sapore speciale: non è solo un successo, è una dichiarazione di dignità. Una dimostrazione che il Ferrandina c’è, che non si arrende, che è disposto a lottare fino all’ultimo minuto.
Le critiche interne e gli infortuni: un successo da contestualizzare
Va però sottolineato che la vittoria arriva in un contesto difficile. Nel corso del match la squadra lucana ha dovuto fare i conti con assenze importanti: gli infortuni di Mastromarino e Quaranta hanno ridotto le opzioni a disposizione dell’allenatore, costringendo la formazione a stringere i denti. Eppure, nonostante le difficoltà numeriche, il Ferrandina ha saputo reagire con determinazione.
RaiNews
Questo rende il successo ancora più significativo. Non si tratta solo di un buon risultato, bensì di una prova di carattere, di resilienza. Una dimostrazione che, anche nelle difficoltà, il gruppo sa restare unito e competitivo.
Il Nola: un avversario sfortunato e poco concreto
Dal lato del Nola, si può parlare di una serata da dimenticare. Nonostante possesso palla, qualche buon fraseggio e la pericolosità in ripartenza, gli ospiti non sono riusciti a trovare quella concretezza necessaria per incidere davvero. La traversa mancata, le occasioni non sfruttate, la mancanza di precisione e decisione negli ultimi 16 metri.
In un campionato come la Serie D ogni errore — o ogni imprecisione — si paga subito. E questa volta il Nola lo ha pagato caro, contro una squadra decisamente meno blasonata, ma motivata e pronta a lottare come non mai.
Cosa aspettarsi nei prossimi turni: il Ferrandina deve confermarsi
Adesso il Ferrandina si trova in una posizione migliore per affrontare le prossime sfide con un nuovo spirito. La classifica non è per nulla rassicurante, ma il morale è alto, la fiducia ritrovata e la consapevolezza che con il giusto atteggiamento si possono ottenere risultati importanti.
Il calendario dirà quanto potrà valere questo stacco mentale. Ma una certezza c’è: se la squadra riuscirà a conservare questa solidità difensiva e a migliorare nella gestione delle occasioni — come quella capitalizzata da Canavese — potrà risultare difficile da affrontare per chiunque.
È una sfida di pazienza, cuore e determinazione: quella che un club come il Ferrandina sembra ora pronto ad affrontare.
Ferrandina vittoria contro il Nola: le parole che restano
Questa vittoria ha un valore enorme, perché arriva nel momento del bisogno. Il Ferrandina non ha brillato per bel gioco, ma ha raccolto ciò che meritava: coraggio, volontà, organizzazione. Contro il Nola si è vista una squadra viva, capace di soffrire e di credere fino all’ultimo secondo.
Lucas Canavese ha scritto il nome sul tabellino come match-winner: è lui il protagonista, ma il merito va a un gruppo che non molla. Un gruppo che deve continuare su questa strada, con umiltà e concentrazione.
Per il calcio dilettantistico, per la Serie D, per le storie di provincia che lottano ogni settimana su campi difficili, questo tipo di vittorie fanno la differenza. Dimostrano che con cuore, spirito e attaccamento, ogni obiettivo — anche quello più ambizioso — può restare vivo fino all’ultimo minuto.



