In Coppa Italia Eccellenza vola il Lemine Almenno verso una finale che profuma di impresa, sacrificio e carattere. A Sarnico, sul terreno neutro designato per una sfida che prometteva tensione e spettacolo, i gialloblù hanno compiuto un passo che resterà nella loro memoria collettiva: eliminare il Carpenedolo e conquistare un posto nella finalissima di Seregno del prossimo 6 gennaio.
Coppa Italia Eccellenza, vola il Lemine Almenno in finale
Non è stata una semplice vittoria, e non è stata nemmeno una partita ordinaria. È stata, piuttosto, una battaglia sportiva segnata da momenti di dominio, da paure improvvise, da sofferenza, da lucidità e da quel coraggio che trasforma una buona squadra in una squadra vincente.
Il Lemine Almenno ha dimostrato una mentalità solida, una compattezza che ha rappresentato il fattore determinante di una semifinale che avrebbe potuto prendere strade differenti. L’1-1 maturato nei tempi regolamentari ha portato la sfida ai calci di rigore, dove i bergamaschi non hanno tremato nemmeno per un istante: cinque tiri, cinque gol, una precisione chirurgica che ha certificato un successo pienamente meritato.
Coppa Italia Eccellenza, il gol di Albani e l’illusione di un traguardo anticipato
La semifinale ha vissuto una prima parte equilibrata, con il Lemine Almenno capace di interpretare al meglio la gara, chiudendo gli spazi al Carpenedolo e cercando di rendersi pericoloso con le sue accelerazioni e il suo gioco verticale. Le prime occasioni hanno scaldato il pubblico presente, ma la vera svolta è arrivata nella ripresa, quando Albani ha firmato il gol che sembrava poter decidere l’intera sfida.
La rete, arrivata a metà del secondo tempo, ha liberato un’esplosione di entusiasmo. Albani è stato bravo a farsi trovare pronto, a leggere lo sviluppo dell’azione e a concretizzare una delle migliori trame costruite dai bergamaschi durante tutto il match. In quel momento il Lemine Almenno ha accarezzato la sensazione concreta di poter chiudere la partita, di poter staccare il biglietto per Seregno senza dover soffrire oltre.
Il Carpenedolo, però, non ha mai smesso di crederci. La squadra bresciana, orgogliosa e coraggiosa, ha continuato a spingere, sfruttando ogni pallone, ogni ripartenza, ogni calcio piazzato. E quando il cronometro sembrava ormai pronto a sancire la vittoria dei gialloblù, è arrivato il pareggio che ha mandato tutto in discussione.
Il pari nel recupero: una doccia gelata che non spegne la determinazione
Il gol del Carpenedolo nel recupero è stato un colpo psicologico pesantissimo. In quel momento, il Lemine Almenno ha visto svanire la certezza acquisita dopo 45 minuti di equilibrio e di controllo del match. Una rete arrivata nel momento più difficile da gestire, quando le energie iniziano a calare e la concentrazione può vacillare.
Eppure, è proprio in situazioni come questa che si misura la grandezza di una squadra. Il pareggio bresciano ha rappresentato una doccia gelata, ma i bergamaschi non si sono disuniti. Hanno stretto i denti, si sono guardati negli occhi e hanno capito che quella semifinale non doveva sfuggire. Non dopo un percorso costruito con fatica, non dopo aver assaporato così da vicino l’accesso alla finale.
Il tempo rimanente non ha più cambiato la storia dell’incontro e, come spesso accade nelle partite che contano davvero, il verdetto è arrivato dai calci di rigore.
I rigori: cinque colpi perfetti, cinque firme sulla storia
La Coppa Italia Eccellenza vola il Lemine Almenno anche grazie alla freddezza dimostrata dagli undici metri. Nel momento in cui la semifinale è diventata una questione di nervi e lucidità, i bergamaschi si sono trasformati in una macchina perfetta. Cinque rigoristi, cinque traiettorie pulite, cinque conclusioni imprendibili.
Dall’altra parte il Carpenedolo ha mostrato qualche esitazione, sintomo di una pressione altissima e della consapevolezza che quella partita si era complicata proprio negli istanti finali. Il Lemine Almenno, invece, ha mantenuto calma, postura e determinazione, trasformando ogni tiro in una dichiarazione di forza.
Dal dischetto è arrivata la vittoria che ha mandato in visibilio i tifosi e che ha scritto una pagina storica per il club. Non tutti i giorni accade di conquistare la finale di Coppa Italia Eccellenza, un traguardo che premia la costanza, il lavoro e la capacità di soffrire insieme.
Una finale che profuma di leggenda: la Solbiatese attende a Seregno
Il prossimo appuntamento è già cerchiato in rosso sul calendario: martedì 6 gennaio, a Seregno, il Lemine Almenno affronterà la Solbiatese, squadra che ha superato la Caronnese con un convincente 3-1. Sarà una sfida tra due realtà solide, due ambienti che hanno intrapreso un percorso importante e che ora si ritrovano a giocarsi un trofeo prestigioso.
La Solbiatese è un avversario di spessore, dotata di qualità e determinazione, capace di interpretare le gare decisive con personalità. Il Lemine Almenno, però, arriva alla finale con una carica emotiva speciale, figlia di una semifinale vissuta con coraggio e intensità, e con la consapevolezza di aver conquistato quel posto con pieno merito.
Seregno sarà il palcoscenico di una partita che promette spettacolo, tensione e momenti indimenticabili. La posta in gioco è altissima, il trofeo è lì, a un passo, pronto per essere sollevato da chi dimostrerà di avere più fame, più energia, più capacità di soffrire.
La forza del gruppo: l’elemento che ha fatto la differenza
In tutto il percorso del Lemine Almenno, c’è un elemento che emerge con chiarezza: la compattezza del gruppo. È evidente negli atteggiamenti, nelle reazioni, nelle dinamiche che questa squadra mette in campo partita dopo partita. Il gol subito nel recupero avrebbe potuto spezzare l’equilibrio emotivo del collettivo, invece ha avuto l’effetto opposto: ha unito ancora di più i giocatori, li ha spinti a lottare fino all’ultimo secondo.
Ci sono squadre che subiscono il colpo e crollano. Altre, invece, trovano nelle difficoltà una motivazione ancora più forte. Il Lemine Almenno appartiene senza dubbio alla seconda categoria.
Un percorso costruito con identità e sacrificio
La strada che conduce alla finale non è stata semplice. La Coppa Italia Eccellenza è una competizione che non permette passi falsi, soprattutto quando si arriva nelle fasi a eliminazione diretta. Ogni gara è una prova di maturità, ogni errore può essere fatale. Il Lemine Almenno ha saputo affrontare tutte le sfide con la giusta mentalità, regalando prestazioni di livello e migliorando di partita in partita.
Il successo sul Carpenedolo rappresenta il coronamento di un percorso fatto di crescita, di fatica, di applicazione, di preparazione tattica e mentale. Una semifinale così combattuta diventa la sintesi perfetta di un’identità che la squadra ha costruito con pazienza e che ora rappresenta uno dei suoi punti di forza.
Ora la finale: un sogno da trasformare in realtà
La Coppa rappresenta qualcosa che va oltre la semplice vittoria di una competizione. È un simbolo, un traguardo che può segnare un’epoca, un obiettivo che può restare nella memoria del club per decenni. Il Lemine Almenno ha l’occasione di fare ciò che molte squadre sognano: vincere un trofeo importante, farlo con stile, farlo dopo un percorso limpido e meritato.
La Coppa Italia Eccellenza vola il Lemine Almenno verso un’ultima sfida che profuma di leggenda. I gialloblù sono pronti, determinati, carichi, consapevoli di avere tutto ciò che serve per compiere l’ultimo passo.
La Solbiatese sarà un avversario duro, ma una finale non è mai una partita normale. È un palcoscenico dove si decide chi ha il coraggio di osare, chi ha la freddezza di colpire, chi ha il cuore per resistere fino al minuto 90 e oltre.
Il Lemine Almenno è arrivato fin qui perché ha saputo essere squadra. Ora deve dimostrarlo ancora una volta. Per scrivere, tutti insieme, una delle pagine più emozionanti della storia del club.



