La Scafatese Calcio sta vivendo una settimana turbolenta che ha sconvolto non solo la squadra, ma anche la città di Scafati. Totò Di Natale, una delle figure più rispettate del calcio italiano, ha deciso di dimettersi dal suo ruolo di Club Manager della Scafatese dopo una serie di eventi che hanno dell’incredibile.
La causa? L’esonero dell’allenatore Fabio Esposito, nonostante la squadra fosse in testa al girone G di Serie D e, soprattutto, senza aver mai subito una sconfitta. Una decisione che ha lasciato di stucco tutti, e che ha portato l’ex campione azzurro a dichiarare di essere “molto contrariato”.
Scafatese: la sorprendente decisione del presidente Romano
Il 3 dicembre 2025, una delle storie più incredibili della stagione di Serie D è andata in scena a Scafati. Nonostante il primato in classifica e una campagna positiva da parte dell’allenatore Fabio Esposito, che fino a quel momento non aveva mai perso, il presidente Felice Romano ha deciso di esonerarlo.
La motivazione? Un pareggio, quello contro l’Olbia, che non ha permesso alla Scafatese di allungare a +6 sulle inseguitrici Nocerina e Trastevere, due delle squadre più competitive del girone G di Serie D. Il risultato ha di fatto “bloccato” la squadra, creando una situazione di nervosismo che il presidente ha scelto di affrontare con un drastico cambio tecnico.
Scafatese: un gesto divisivo
Il gesto ha creato una forte divisione all’interno del club, ma ciò che ha ulteriormente scosso l’ambiente è stato il comportamento di Totò Di Natale, che ha deciso di lasciare il suo incarico di Club Manager. La sua uscita è stata una conseguenza della decisione del presidente Romano di licenziare Esposito, nonostante la squadra fosse in una posizione di assoluto prestigio. Di Natale, visibilmente contrariato, ha fatto sapere pubblicamente: “Sono molto contrariato”, una frase che sintetizza al meglio la sua frustrazione e disappunto per quanto stava accadendo.
La promessa di Romano e le aspettative iniziali
A ben vedere, le parole del presidente Romano all’inizio del campionato potrebbero aver influito su quanto accaduto successivamente. Nella serata di presentazione della squadra, il presidente, con un certo ottimismo e forse con un pizzico di pressione sul gruppo, aveva dichiarato: “Spero di rivedere Pierluigi Pardo a dicembre, quando avremo già vinto il nostro campionato. Festeggeremo Natale e anche il campionato quest’anno, ragazzi”. Un’affermazione che, in quel momento, sembrava quasi una promessa, ma che, con il senno di poi, ha pesato come un macigno sulla squadra.
In molti ritengono che queste parole, cariche di aspettative, abbiano finito per mettere una pressione insostenibile su una squadra che stava comunque navigando in acque tranquille. La Scafatese stava rispettando appieno gli obiettivi stagionali, ma l’alta visibilità e le aspettative esterne hanno generato un effetto contrario a quello sperato. Il pareggio contro l’Olbia, pur in una trasferta difficile, ha messo in evidenza che anche un punto conquistato con fatica può essere percepito come un fallimento, se paragonato agli enormi obiettivi proclamati a inizio stagione.
Le reazioni: un colpo durissimo per la Scafatese
La vicenda ha avuto l’effetto di un vero e proprio terremoto all’interno della Scafatese. Non solo l’esonero di Esposito, ma anche le dimissioni di Di Natale hanno cambiato completamente il volto del club. La figura di Totò Di Natale, ex calciatore di fama internazionale, è sempre stata associata a quella della stabilità, del buon senso e dell’esperienza. La sua decisione di lasciare il club non è solo una risposta personale alla situazione, ma anche un segnale forte di disapprovazione per un ambiente che si sta spostando su direzioni poco chiare. Il suo addio ha sicuramente sconvolto anche il gruppo di giocatori, che si è visto privato di una figura guida.
Il mistero intorno a questa vicenda, tuttavia, rimane: come può una squadra che è prima in classifica, imbattuta e con un percorso sostanzialmente positivo, trovarsi in una crisi interna che porta a un esonero? La risposta potrebbe essere legata a una combinazione di fattori esterni, tra cui la pressione del presidente e le aspettative pubbliche, che hanno reso ogni passo falso, anche minimo, una potenziale “catastrofe”. Così, anche un pareggio che non danneggia realmente la posizione in classifica diventa motivo di tensione, trasformandosi in una motivazione per il licenziamento di un allenatore che aveva portato la squadra a risultati eccellenti.
Il futuro della Scafatese
La Scafatese ora si trova a un bivio. La decisione del presidente Romano, anche se dettata da buone intenzioni di voler vedere la squadra al vertice assoluto, ha di fatto creato un vuoto che potrebbe risultare difficile da colmare. La scelta di esonerare Esposito, pur in una situazione di prima posizione, è un segno che la filosofia del club potrebbe non essere più in linea con quella che era la visione iniziale. A questo punto, il futuro della squadra è nelle mani di chi dovrà prendere il timone e cercare di rimettere ordine in un ambiente che, nel giro di pochi giorni, ha vissuto uno sconvolgimento senza precedenti.
Totò Di Natale, con la sua esperienza da calciatore e ora anche da dirigente, rappresentava una figura di equilibrio e rispetto. Il suo abbandono della carica di Club Manager potrebbe anche minare la stabilità psicologica della squadra, che si troverà a dover affrontare non solo le sfide sul campo, ma anche un cambiamento radicale nel suo assetto dirigenziale.
La Scafatese e il campionato di Serie D
Sebbene le vicende interne del club abbiano destato molta preoccupazione, la Scafatese resta una delle realtà più solide e competitive del girone G di Serie D. Nonostante il caos interno, la squadra è ancora in testa e ha le qualità per raggiungere la promozione diretta o i playoff, che potrebbero rivelarsi fondamentali per il futuro del club. Tuttavia, il cammino che si prospetta sarà sicuramente complicato, con una squadra che dovrà dimostrare di essere più forte delle difficoltà esterne.
Il campionato di Serie D, come sempre, si presenta come un percorso lungo e impegnativo, in cui la mentalità e la coesione di gruppo sono fattori determinanti. La Scafatese ha bisogno di ritrovare equilibrio e serenità per poter affrontare con serenità la seconda parte della stagione, con la speranza che la vicenda interna non influenzi più di tanto i risultati sul campo.
La lotta per il vertice
La vicenda che ha coinvolto la Scafatese e la sua dirigenza è un capitolo che resterà scolpito nella memoria della stagione 2025/26. L’esonero di Fabio Esposito e le dimissioni di Totò Di Natale hanno scosso un ambiente che fino a quel momento era stato sinonimo di stabilità e crescita. Le decisioni prese dal presidente Felice Romano hanno generato una frattura tra la dirigenza e il gruppo, ma la Scafatese ha ancora tutte le carte in regola per continuare a lottare per i suoi obiettivi. Ora c’è una nuova guida ed il destino è tutto da scrivere.



