La Serie D si è riunita a Roma in una giornata che ha restituito l’immagine di un campionato vivo, consapevole della propria forza e determinato a difendere il proprio ruolo centrale nel sistema calcistico italiano. La grande partecipazione delle società della Serie D all’incontro svoltosi nella Capitale racconta meglio di qualsiasi dato numerico quanto il bisogno di confronto, condivisione e visione comune sia oggi una priorità per i club.
Serie D: Roma, cuore decisionale
Nella cornice romana si è svolto il Consiglio del Dipartimento Interregionale coordinato da Luigi Barbiero, alla presenza del Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete, del Responsabile della Commissione Arbitri Nazionale Serie D Stefano Braschi, dei componenti del Dipartimento e del Segretario Mauro De Angelis. Un tavolo autorevole, rappresentativo e fortemente simbolico, chiamato a fare il punto sul consuntivo della stagione appena conclusa e a delineare i progetti per l’attività in corso.
Serie D: il valore della partecipazione delle società
La partecipazione massiccia dei club ha confermato come la Serie D non sia soltanto un campionato, ma una comunità. Le società hanno risposto con presenza e attenzione, dimostrando che le scelte condivise rappresentano l’unica strada per garantire stabilità e crescita a un movimento che coinvolge centinaia di realtà su tutto il territorio nazionale.
Under obbligatori, una scelta di prospettiva
Uno dei punti cardine dell’incontro, arrivato dopo una consultazione preventiva con le stesse società, è stata la conferma dell’impiego obbligatorio dei tre under per le prossime due stagioni sportive. Nel 2026/2027 le squadre dovranno schierare almeno un calciatore classe 2006, 2007 e 2008, mentre nel 2027/2028 toccherà a un 2007, 2008 e 2009. Una decisione che ribadisce la vocazione formativa della Serie D e il suo ruolo di cerniera tra calcio dilettantistico e professionismo.
Giovani e sostenibilità, il binomio della Serie D
La scelta sugli under non è soltanto tecnica, ma profondamente culturale. Investire sui giovani significa abbattere i costi, valorizzare i vivai e offrire opportunità concrete a ragazzi che spesso trovano proprio in Serie D la prima vera ribalta nazionale. È una politica che guarda al futuro e che rende il campionato sempre più centrale nel sistema calcio.
Integrità e modernizzazione al centro del progetto
Nel corso della riunione è stata rinnovata anche la fiducia a Sportradar quale partner nel monitoraggio delle scommesse e nella lotta al match fixing. Un segnale forte di attenzione all’integrità delle competizioni. A seguire, la presentazione del portale web per il deposito delle liberatorie al 31 dicembre ha confermato il percorso di modernizzazione dei servizi intrapreso dal Dipartimento Interregionale, sempre più orientato alla digitalizzazione e alla semplificazione burocratica.
Abete e l’orgoglio di appartenere alla Serie D
Il momento più atteso è stato l’intervento del Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete, che ha aperto il suo discorso con parole destinate a lasciare il segno: «Dobbiamo avere l’orgoglio di appartenere a una categoria qualificata e di alto livello, destinata a crescere ulteriormente a fronte di una fisiologica futura riduzione del mondo professionistico in linea con i principali tornei europei». Una visione lucida, che colloca la Serie D in una prospettiva continentale.
Il dialogo come metodo e non come slogan
Abete ha ribadito la disponibilità al confronto con le altre componenti del sistema calcio: «Da questo punto di vista rimaniamo disponibili a dialogare con le altre componenti, allorché la federazione riterrà opportuno attivare momenti di confronto volti a rivedere i format dei campionati». Un passaggio che rafforza il ruolo politico e istituzionale della Serie D all’interno della FIGC.
Difendere la categoria, una priorità assoluta
Nel suo intervento, il Presidente LND ha voluto chiarire con fermezza la linea sulla sostenibilità economica: «La Serie D rivendica un ruolo centrale e intende mantenerlo, così come abbiamo fatto tutelando la categoria anche sul delicato tema delle ripartenze. La nostra priorità è chiara: dobbiamo evitare un aumento dei livelli che si tradurrebbe in una crescita dei costi fuori controllo». Parole che fotografano una realtà complessa e la necessità di scelte responsabili.
Partecipazione e senso di appartenenza
Abete ha poi allargato la riflessione ad altri temi cruciali: «Facciamo della partecipazione un valore fondante. Il nostro primo compito è il rispetto degli associati, l’ascolto dei loro problemi e l’assunzione di responsabilità nelle decisioni». Un passaggio che ha trovato grande consenso tra i presenti, perché restituisce centralità ai club come veri protagonisti del sistema.
Giovani, equilibrio e identità sociale
Il discorso del Presidente LND ha toccato anche il tema del mercato globale e dei diritti televisivi: «In un mercato globale dove i diritti televisivi del calcio di vertice finiscono per depauperare i mercati nazionali, noi puntiamo sul senso di appartenenza, sull’equilibrio finanziario e sui giovani». Una dichiarazione che definisce con chiarezza l’identità della Serie D, lontana dalle logiche speculative e vicina ai territori.
Violenza e valori, la linea della fermezza
Abete non ha eluso nemmeno il tema della violenza contro gli arbitri: «Anche sul fronte della violenza contro gli arbitri manteniamo la massima vigilanza. Il calcio deve rimanere un fenomeno sociale, ricordando che, specialmente ai nostri livelli, non si fa per profitto economico, ma per passione». Un messaggio forte, che richiama tutti alle proprie responsabilità.
I numeri che raccontano la crescita della Serie D
Il Dipartimento Interregionale ha presentato dati significativi sulla visibilità del campionato. Oltre due milioni di tifosi hanno assistito alle 3017 partite della stagione 2024/2025, con un aumento sensibile delle società che utilizzano la biglietteria elettronica. Numeri che certificano una crescita strutturale e non episodica.
Streaming e visibilità mediatica in forte ascesa
Ottime notizie anche sul fronte mediatico. Sommando le dirette streaming trasmesse su YouTube, Vivo Azzurro FIGC e soprattutto quelle prodotte dalle società, la Serie D è stata vista da più di quattro milioni di utenti. Un risultato che testimonia come il campionato stia conquistando spazi sempre più importanti nel panorama digitale, anche grazie al supporto della FIGC.
Sei milioni di persone raggiunte, la D come Campionato d’Italia
Il dato complessivo è impressionante: sommando pubblico offline e online, la Serie D nella stagione 2024/2025 ha raggiunto oltre sei milioni di persone. Un risultato lusinghiero che conferma la D come il vero Campionato d’Italia, capace di unire territori, comunità e storie diverse sotto un’unica grande bandiera sportiva.
Barbiero e il valore del percorso condiviso
A chiudere il cerchio è stato l’intervento di Luigi Barbiero, coordinatore del Dipartimento Interregionale: «Voglio ringraziare tutti per questa presenza numerosa e qualificata che dà lustro al nostro Dipartimento». Parole che sottolineano il clima positivo e collaborativo che si respira all’interno della Serie D.
Dialogo continuo e responsabilità comune
Barbiero ha rimarcato l’importanza del metodo: «Con le società c’è un percorso condiviso, tutte le scelte sono frutto di un dialogo continuo nell’intento di poter sempre migliorare in quello che facciamo». Un approccio che rafforza il senso di appartenenza e responsabilizza tutti gli attori coinvolti.
La frontiera del professionismo
Nel suo intervento, Barbiero ha definito con chiarezza l’identità del campionato: «La Serie D è la frontiera del professionismo, un campionato che nelle difficoltà ha mostrato grande maturità creando i presupposti per una realtà ancora più sana, attenta alla gestione economica e alla valorizzazione dei giovani». Una definizione che racchiude ambizione e realismo.
Giovani D Valore e Rappresentativa, un patrimonio da difendere
Sul tema dei giovani, Barbiero ha ricordato un dato significativo: «Proprio su quest’ultimo tema voglio ricordare che, nonostante l’abolizione del vincolo, siamo il campionato che fa giocare più giovani in Italia». Merito anche di iniziative come Giovani D Valore e del lavoro svolto dalla Rappresentativa, che continua a lanciare ragazzi sui grandi palcoscenici.
Safeguarding e salute, doveri non negoziabili
Non è mancato il richiamo alla responsabilità sociale: «Invito inoltre le società alla massima attenzione sul tema del Safeguarding: è un obbligo di legge e un dovere morale per la tutela dei minori e dei tesserati». Un passaggio che rafforza la dimensione etica del calcio dilettantistico.
Braschi e il ruolo degli arbitri nella crescita comune
Infine, l’intervento di Stefano Braschi ha offerto uno sguardo nuovo sul mondo arbitrale della Serie D: «E’ un’esperienza totalmente nuova per me. Qui ho trovato il calcio vero, in un ambiente affascinante che non mi aspettavo». Parole che hanno colpito i dirigenti presenti.
Dialogo, errori e crescita condivisa
Braschi ha spiegato la missione della CAN Serie D: «Il nostro obiettivo è duplice: da un lato dobbiamo garantire la tutela dei campionati selezionando gli arbitri giusti, dall’altro assicurarci di far crescere la squadra di direttori di gara». E ha concluso con un messaggio di apertura: «Sono sempre disponibile al dialogo con le società, perché sono convinto che anche gli errori facciano parte di un percorso di crescita comune».
Serie D, un futuro che prende forma
Serie D unione club Roma diventa così il simbolo di un campionato che sa guardarsi dentro, riconoscere le proprie criticità e valorizzare i propri punti di forza. Un sistema che cresce attraverso il dialogo, la partecipazione e una visione condivisa. La strada è tracciata e la Serie D, oggi più che mai, rivendica con orgoglio il suo ruolo centrale nel calcio italiano, come autentico Campionato d’Italia.



