Intaso vegetale, ne avete mai sentito parlare? Sembra esser giunto il momento, perché il calcio italiano ha un nuovo capitolo scritto sul manto di un campo di provincia: il “Campo Graziola” di Faenza. Qui, per la prima volta in Italia, è stato omologato un manto in erba artificiale che utilizza un intaso vegetale ottenuto dalla lavorazione di pigne naturali selezionate.
Questa notizia non è solo un dettaglio tecnico: è la sintesi di ricerca, sostenibilità, passione locale e visione federale che si incontrano in un progetto concreto. L’omologazione, avvenuta dopo il sopralluogo dei tecnici di LND Impianti il 12 novembre 2025, segna un punto di svolta nel modo in cui immaginiamo le superfici sportive moderne.
Perché l’intaso vegetale è una svolta (e cosa significa davvero)
Parlare di intaso vegetale non significa solo cambiare un materiale di riempimento: significa ripensare l’equilibrio tra prestazione tecnica e impegno ambientale. L’intaso vegetale al “Campo Graziola” nasce dalla frantumazione e selezione di pigne naturali, trasformate in un materiale che rispetta i requisiti prestazionali richiesti per i campi omologati. Questo approccio dona al manto caratteristiche di assorbimento, stabilità e risposta alla palla che, se ben calibrate, possono avvicinarsi a quelle degli intasi tradizionali, ma con un impatto ecologico notevolmente ridotto. La scelta di un intaso vegetale apre scenari restituendo valore alla gestione dei rifiuti organici e proponendo alternative concrete agli intasi di origine sintetica.
ll sopralluogo: cronaca di una giornata decisiva
Il 12 novembre 2025 i tecnici di LND Impianti hanno effettuato il sopralluogo al “Campo Graziola”, alla presenza delle autorità locali, dei rappresentanti dell’impresa realizzatrice e dell’azienda produttrice del nuovo intaso. La ricorrenza di quelle immagini — tecnici che misurano, operatori che spiegano, amministratori che osservano con attenzione — racconta più di un semplice controllo: racconta la nascita di un progetto pilota destinato a influenzare scelte future. LND Impianti, attraverso la sua rete tecnica, ha monitorato la conformità del manto alle norme federali e alle linee guida per l’omologazione, ribadendo la possibilità di integrare tecnologie nuove all’interno dei processi certificativi.
LND e la politica delle omologazioni: apertura all’innovazione
La Lega Nazionale Dilettanti, tramite LND Impianti, ha mostrato in queste settimane una forte attenzione verso materiali e soluzioni che coniughino sicurezza, prestazione e sostenibilità. Nei documenti ufficiali e nelle circolari tecniche si legge chiaramente l’intento di favorire impostazioni progettuali moderne, compatibili con regolamenti FIGC e norme tecniche nazionali. L’atto di attestazione dell’impianto al “Campo Graziola” è dunque anche una dichiarazione di principio: l’apertura ufficiale a sperimentazioni ben documentate e controllate. Questo non significa trasformare ogni progetto in un laboratorio, ma significa offrire una strada regolamentata e sicura per l’adozione di innovazioni come l’intaso vegetale.
Tecnologia e praticità: come funziona l’intaso vegetale
Dal punto di vista tecnico, l’intaso vegetale impiegato al “Campo Graziola” è il risultato di processi di selezione, essiccazione e frantumazione delle pigne. Il materiale ottenuto viene calibrato in granulometria e miscelato secondo proporzioni che ne garantiscano compattezza, drenaggio e risposta elastica. Sotto il binocolo degli esperti, l’intaso vegetale dimostra capacità di gestire i carichi di gioco e di mantenere prestazioni affidabili nel tempo, purché associato a manutenzione programmata e controlli periodici. L’adozione di questa soluzione apre anche a nuovi protocolli di manutenzione specifici, che valorizzano pratiche meno intensive rispetto a certi intasi sintetici.
Sostenibilità: il cuore pulsante della scelta
Nel racconto della trasformazione del “Campo Graziola” c’è una componente etica: l’intaso vegetale è una risposta alla necessità di ridurre l’impronta ambientale degli impianti sportivi. L’utilizzo di materiali organici riciclati o derivati da scarti naturali riduce la dipendenza da polimeri di origine fossile e favorisce circolarità. Inoltre, l’impiego di pigne come materia prima valorizza risorse locali e processi a basso impatto. Questa scelta si inserisce in un contesto più ampio di dialogo tra enti sportivi, amministrazioni pubbliche e industria, per promuovere impianti che siano sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico.
Quali vantaggi per società e atleti
Per le società sportive e gli atleti, l’intaso vegetale può significare superfici con sensazioni di gioco più morbide, un migliore assorbimento degli urti e temperature di superficie meno estreme nelle giornate calde, se il progetto prevede adeguati accorgimenti tecnici. Questo si traduce in un miglior comfort per gli allenamenti e le partite, potenzialmente in minor stress fisico per i giocatori. Inoltre, la novità attrae attenzione mediatica e opportunità di sponsorizzazione: un club che gioca su un campo pioniere di sostenibilità può raccontare una storia forte e distintiva. Tuttavia, la chiave del successo rimane nell’equilibrio tra aspettative tecniche e gestione quotidiana del campo, che deve essere programmata con rigore.
I rischi da considerare e le criticità tecniche
Nessuna innovazione è priva di sfide. L’intaso vegetale richiede studi di durabilità e comportamenti in condizioni estreme come pioggia intensa, gelo o elevate sollecitazioni meccaniche. È necessario monitorare la resistenza all’usura, eventuali variazioni organolettiche del materiale nel tempo e la compatibilità con i sistemi di drenaggio. Per questo motivo, l’omologazione da parte di LND Impianti è accompagnata da protocolli di verifica periodici: l’obiettivo è raccogliere dati reali sul campo per valutare la rispondenza alle prestazioni dichiarate, e per calibrare eventuali aggiornamenti normativi. Il “Campo Graziola” diventa così anche una piattaforma di apprendimento per l’intero sistema sportivo.
Impatto territoriale e comunità: la forza della Graziola
Il progetto alla Graziola non è un’opera isolata: nasce in un contesto di riqualificazione della Cittadella dello Sport, frutto di investimenti pubblici e attenzione amministrativa verso lo sport di base. La costruzione di un impianto all’avanguardia con intaso vegetale rilancia l’idea che anche le realtà provinciali possano essere laboratorio di innovazione. Per la comunità di Faenza significa avere strutture migliori per il gioco giovanile, spazio per eventi e un simbolo di attenzione verso l’ambiente. Questo legame tra progetto tecnico e valore sociale è uno degli aspetti più stimolanti dell’intera operazione.
Normative e regole: come si integra l’innovazione nel quadro federale
L’introduzione di materiali nuovi come l’intaso vegetale deve sempre fare i conti con un quadro regolatorio che tutela la sicurezza e l’equità delle competizioni. La FIGC e le sue articolazioni, tra cui la LND, dispongono di regolamenti e linee guida che definiscono criteri tecnici per la realizzazione e l’omologazione dei campi in erba artificiale. L’atto di attestazione al “Campo Graziola” è una dimostrazione che soluzioni innovative possono trovare posto all’interno di un processo regolamentato, purché dimostrino conformità e prestazioni. Per approfondire le norme e i criteri tecnici si possono consultare i documenti ufficiali della FIGC e le circolari della LND.
Verso il futuro: scenari possibili per l’intaso vegetale in Italia
Quali prospettive si aprono dopo la sperimentazione alla Graziola? Se i dati raccolti nei prossimi mesi confermeranno durabilità e resa tecnica, potremmo assistere a una diffusione più ampia dell’intaso vegetale in progetti pubblici e privati. Questo comporterebbe la nascita di filiere locali per la raccolta e la lavorazione delle materie prime organiche, nuove opportunità per le imprese edili specializzate in impianti sportivi e un passo avanti nella sostenibilità del sistema calcio. La strada non è priva di ostacoli normativi e tecnici, ma la volontà istituzionale di LND di testare e certificare nuove soluzioni è il primo elemento favorevole per una potenziale adozione su scala maggiore.
Cosa impariamo dall’esperienza della Graziola
Il progetto del “Campo Graziola” ci insegna che l’innovazione in ambito sportivo passa attraverso collaborazione, controllo tecnico e narrazione pubblica: club locali, amministrazioni, tecnici e aziende devono lavorare insieme per coniugare aspettative sportive e responsabilità ambientale. La sperimentazione dell’intaso vegetale mostra che la sostenibilità non è solo un valore etico, ma può diventare un elemento competitivo e attrattivo per il mondo sportivo, se accompagnata da dati e certificazioni credibili. La trasparenza del processo di omologazione e la condivisione dei risultati saranno fondamentali per il successo di iniziative analoghe.
Come seguire l’evoluzione: dove trovare informazioni aggiornate
Se vuoi seguire l’evoluzione del progetto e consultare i documenti ufficiali sull’omologazione e le linee guida, puoi leggere il comunicato della Lega Nazionale Dilettanti che descrive il sopralluogo e l’attestazione del “Campo Graziola”. Per informazioni normative di dettaglio sulle caratteristiche tecniche dei campi in erba sintetica, il portale della FIGC mette a disposizione regolamenti e circolari che definiscono i criteri di realizzazione e omologazione. Inoltre, le cronache locali raccontano il valore sociale del progetto per Faenza e per la Cittadella dello Sport.
Un passo concreto verso impianti più sostenibili
L’omologazione del “Campo Graziola” con intaso vegetale non è una semplice curiosità tecnica: è il segnale che il mondo del calcio può sperimentare percorsi nuovi senza rinunciare a rigore e sicurezza. L’intaso vegetale è il simbolo di una scelta che coniuga estetica, tecnica e responsabilità ambientale, e la sua applicazione a Faenza può diventare modello se seguita da monitoraggi, condivisione di dati e aggiornamenti normativi. Per il mondo dilettantistico e per le comunità locali, questa è una buona notizia: dimostra che innovazione e radicamento territoriale possono camminare insieme, portando benefici per chi gioca e per chi vive lo sport ogni giorno.



