Il passo falso della Pro Sesto con il Piacenza scuote il girone D di Serie D e ridisegna, ancora una volta, la geografia delle prime posizioni di un campionato che non conosce la parola equilibrio se non nella sua accezione più feroce. La Pro Sesto, sconfitta 2-0 in casa dagli emiliani, scivola dal primo al quarto posto in una sola domenica, un ribaltamento quasi cinematografico reso possibile dalla contemporanea vittoria di tutte le dirette concorrenti.
È l’ennesima dimostrazione che il girone D è l’unico, tra tutti i raggruppamenti della Serie D nazionale, in cui cinque squadre vivono strettissime nello spazio risicato di tre punti.
Pro Sesto, un girone D infuocato e una vetta che cambia ancora volto
Ogni giornata stravolge la classifica. Ogni risultato pesa come un macigno. Ogni sbavatura rischia di costare il primato. E così il ko dei sestesi, arrivato dopo settimane di prove solide, affida al campionato una nuova narrazione, in cui il Piacenza torna prepotentemente protagonista, la Pro Sesto rimette i piedi per terra e le prossime sfide si trasformano in crocevia fondamentali non solo per la classifica, ma anche per il morale.
Pro Sesto, commosso ricordo di Mabel Bocchi e Nicola Pietrangeli
Prima ancora del calcio giocato, la gara ha vissuto un momento di profonda emotività. Lo stadio si è unito in un minuto di silenzio dedicato a Mabel Bocchi, una delle più grandi cestiste italiane di tutti i tempi, figura che Sesto San Giovanni ha sempre considerato un orgoglio del proprio territorio, insieme al ricordo condiviso di Nicola Pietrangeli.
La squadra ha indossato il lutto al braccio e sugli schermi sono apparse immagini dei due sportivi. Il pubblico ha osservato un raccoglimento toccante, anche se in molti hanno notato l’assenza di uno striscione o di un messaggio ufficiale più incisivo. Come se quel saluto mancato dovesse essere recuperato dai sentimenti spontanei della gente, più che dalle formalità.
Mabel Bocchi non è solo un nome nel firmamento dello sport femminile italiano. È un’icona, un modello, una donna che ha trasformato la pallacanestro in energia collettiva e identitaria. Per questo, chi era presente alla partita sente quasi il dovere morale di aggiungere una dedica mancata. Ciao Mabel, il tuo ricordo continuerà a riempire gli spazi degli sportivi sestesi. Non sarai mai dimenticata.
Un Piacenza cinico, ordinato e più preciso: così nasce il 2-0
Il passo falso della Pro Sesto non è un episodio inatteso, né un ribaltamento frutto del caso. È la fotografia nitida di una partita interpretata dagli ospiti con lucidità, intensità e pochissime sbavature. Il 2-0 finale è il risultato di un approccio deciso e di una capacità di sfruttare al meglio i momenti chiave del match.
Il Piacenza parte forte, senza frenesia ma con la consapevolezza che questa partita può ridare linfa a una classifica che, fino alla settimana precedente, vedeva proprio la Pro Sesto dominare. Il gol del vantaggio, però, nasce da un episodio inatteso. Un tiro centrale, apparentemente controllabile, sfugge dalle mani del portiere sestese. Il suo fisico imponente, due metri e quattro di altezza, non basta questa volta a sopperire all’errore. Il pallone scivola in rete e la partita cambia volto.
Dopo il vantaggio, gli emiliani indossano l’abito della squadra esperta. Si chiudono con ordine, accorciano le distanze, gestiscono le pressioni senza mai concedere reali varchi. La Pro Sesto, dal canto suo, appare imprecisa, meno fluida nella manovra e incapace di imporsi come nelle settimane precedenti. L’inerzia non si riequilibra più.
Nella ripresa, il Piacenza trova il raddoppio. Ancora una volta un dettaglio difensivo fa la differenza: la linea del fuorigioco dei lombardi si muove male, apre un varco e l’attaccante emiliano si infila nello spazio buono per chiudere definitivamente i conti. È un gol pesante, perché taglia le gambe alla rimonta e sancisce la superiorità complessiva degli ospiti.
Il Piacenza, in fondo, ha fatto alla Pro Sesto ciò che la Pro aveva fatto solo una settimana prima alla Pistoiese: una gara costruita su attenzione, concretezza, equilibrio e sfruttamento perfetto delle occasioni.
La Pro Sesto cade, ma senza drammi: la classifica resta viva
Nonostante la delusione per la sconfitta e la perdita del primato, in casa biancoceleste non si respira aria di crisi. Il tecnico Angellotti, con il suo equilibrio ormai noto, ha analizzato la gara con onestà ma senza catastrofismi.
Al termine della partita, il mister ha riconosciuto il passo falso, evidenziando come la squadra abbia mancato di precisione nei momenti cruciali. Ma ha anche sottolineato che le ambizioni non cambiano e che il gruppo ha tutte le qualità per riprendere immediatamente la corsa.
L’obiettivo, chiarissimo, è rialzarsi già dalla prossima sfida in programma domenica 14 dicembre in Toscana contro il Tuttocuoio. Una gara che si trasforma immediatamente in banco di prova fondamentale. Non tanto per la classifica, ancora estremamente corta, quanto per la reazione emotiva e mentale che la Pro sarà chiamata a dimostrare.
Un girone D che non lascia tregua: cinque squadre in tre punti
Il cuore pulsante della storia di questa giornata non è solo la sconfitta della Pro Sesto o la vittoria del Piacenza. È il quadro complessivo del girone D, unico nel panorama della Serie D nazionale ad avere cinque squadre raccolte in un fazzoletto di tre punti.
Qui tutte vincono, tutte lottano, tutte sbagliano e tutte rilanciano. Ogni domenica diventa un gioco di incastri, sorprese e respiri trattenuti. Non esiste un margine tranquillo, non esiste una fuga reale, non esiste una squadra che possa permettersi di perdere concentrazione.
Il Piacenza rientra nel gruppo ribollente di pretendenti. La Pro Sesto resta assolutamente in corsa. Le altre rivali confermano la loro solidità. E così il campionato arriva a metà stagione con una sensazione collettiva: nulla è deciso, e chi saprà gestire nervi e lucidità avrà la meglio.
Il peso emotivo della sconfitta e la necessità di una reazione immediata
Un ko come quello contro il Piacenza lascia sempre qualche riflessione. Non è la sconfitta in sé a preoccupare, perché in un campionato così competitivo può accadere a chiunque. È la modalità con cui è maturata che impone un confronto interno. La Pro Sesto non è mai riuscita a trovare il ritmo delle sue migliori giornate. Ha sofferto il primo errore, ha sbagliato troppi appoggi e ha faticato a rendersi pericolosa in modo continuo.
La reazione, ora, diventa la chiave. Una squadra che ambisce ai primi posti deve dimostrare di saper trasformare una sconfitta in energia. Deve trovare dentro di sé la semplicità che l’ha caratterizzata nelle precedenti uscite. Deve ricordarsi quanto vale e perché fino a una settimana fa guardava tutti dall’alto. E Angellotti, con il suo approccio deciso e misurato, sa bene che il momento giusto per rialzarsi è sempre quello immediatamente successivo alla caduta.
Tuttocuoio prossimo avversario: una sfida dal peso specifico enorme
Domenica 14 dicembre, in Toscana, il Tuttocuoio attende i lombardi. Una trasferta che rischia di diventare uno spartiacque. La Pro Sesto dovrà dimostrare carattere, personalità e capacità di tornare a imporre la propria identità tecnica. Il girone D non permette distrazioni. Riprendere la corsa significa ricostruire subito fiducia, sistemare gli errori difensivi visti contro il Piacenza e ritrovare quella intensità che aveva fatto della Pro una delle squadre più continue del torneo.
Una corsa riaperta: la stagione entra nel vivo
La fotografia che resta di questa giornata dice molto più del risultato. Il passo falso Piacenza ridisegna un campionato che non vuole padroni. La Pro Sesto scivola, ma resta in scia. Il Piacenza rilancia le sue ambizioni. Gli equilibri si spostano, ma non si spezzano. La stagione entra nella sua fase più calda e imprevedibile, quella in cui ogni punto diventa un mattone fondamentale per costruire il futuro. E mentre il girone D continua a regalare colpi di scena, la sensazione è che la lotta sarà lunga, combattuta e affascinante fino all’ultima giornata.
La corsa è solo all’inizio. E chi saprà rialzarsi più velocemente, come la Pro Sesto è chiamata a fare già dalla prossima gara, avrà in mano la chiave per scrivere la parte più luminosa della stagione.



