L’Eccellenza non è una categoria, né un campionato, ma è come un albero maestoso fatto di radici robuste. Questo campionato speciale è un luogo dove il calcio è ancora sudore, passione e appartenenza. Dove le maglie non si cambiano per convenienza, ma si indossano come una seconda pelle. Dove i campi non sono perfetti, ma ogni zolla racconta una storia. Questo luogo si chiama Campionato di Eccellenza, la quinta serie del calcio italiano, il primo gradino verso il sogno professionistico, ma soprattutto il regno del calcio vero.
Le Radici: quando tutto è cominciato
Il Campionato di Eccellenza nasce ufficialmente nella stagione 1991-1992, su iniziativa della FIGC e della Lega Nazionale Dilettanti (LND), con l’obiettivo di creare un livello intermedio tra la Promozione e la Serie D. È un campionato regionale, ma con ambizioni nazionali: ogni regione organizza uno o più gironi, e le squadre vincitrici si guadagnano la promozione in Serie D.
Laboratorio di talenti
Nel corso degli anni, l’Eccellenza è diventata un laboratorio di talenti, un rifugio per ex professionisti e una vetrina per giovani promesse. Ma soprattutto, è diventata un simbolo di identità territoriale, dove ogni derby vale una stagione e ogni trasferta è una battaglia.
Numeri e struttura: un mosaico di passione
Nella stagione 2024-2025, il campionato di Eccellenza ha visto la partecipazione di 474 squadre suddivise in 28 gironi regionali. Alcune regioni, come la Lombardia, vantano tre gironi, mentre altre, come la Valle d’Aosta, non ne hanno uno proprio e si uniscono a quelli limitrofi.
I gironi
Ogni girone del campionato di Eccellenza segue un formato all’italiana, con play-off e play-out per determinare promozioni e retrocessioni. Le 28 vincitrici dei gironi salgono direttamente in Serie D, mentre altre 7 promozioni vengono assegnate tramite i play-off nazionali. Un’ulteriore promozione è riservata alla vincitrice della Coppa Italia Dilettanti.
Storie di uomini, storie di squadre
L’Eccellenza è il campionato delle piccole grandi imprese. È il torneo dove un bomber di provincia può segnare 30 gol in una stagione e diventare leggenda. Dove un allenatore può costruire una squadra con pochi mezzi ma tanta anima. Dove società come Campobasso, Sora, Trastevere o Maceratese hanno scritto pagine indimenticabili, passando dall’anonimato alla ribalta nazionale. È anche il campionato dei ritorni romantici: ex professionisti che scelgono di chiudere la carriera nel club del cuore, dirigenti che lavorano per passione, tifosi che seguono la squadra anche in trasferta con tamburi e striscioni fatti in casa.
Il valore sociale del campionato
Oltre all’aspetto sportivo, l’Eccellenza ha un valore sociale enorme. Le squadre rappresentano comunità, quartieri, paesi. Ogni partita è un evento che coinvolge famiglie, scuole, associazioni locali. Il calcio diventa collante, occasione di aggregazione, strumento educativo. Molti club investono nel settore giovanile, offrendo ai ragazzi un’alternativa sana e formativa. E non mancano le storie di integrazione e riscatto, con calciatori stranieri o rifugiati che trovano nel pallone una nuova possibilità di vita.
Le Emozioni dei Play-Off
I play-off nazionali di Eccellenza sono il momento più atteso: 28 squadre, divise per area geografica, si sfidano in doppie sfide ad eliminazione diretta. Il sorteggio è integrale, e ogni partita è una finale. Le emozioni sono forti, i campi gremiti, la tensione alle stelle. Solo 7 squadre riescono a salire in Serie D, ma tutte escono con l’onore delle armi.
Le retrocessioni: il lato crudele
Come ogni campionato, anche l’Eccellenza ha il suo lato amaro. Le retrocessioni in Promozione colpiscono le ultime classificate, spesso attraverso i play-out. Ma anche qui, ogni salvezza è una festa, ogni punto è sudato. E spesso, chi retrocede lo fa con dignità, pronto a ripartire con ancora più voglia.
Interesse nazionale
Nel documento ufficiale sul riconoscimento dell’Eccellenza come attività di preminente interesse nazionale, si legge: “Il Campionato di Eccellenza, pur svolgendosi a livello regionale, ha ricadute dirette sugli eventi nazionali. È quindi da considerarsi parte integrante del sistema calcistico italiano, con piena dignità sportiva e organizzativa”.