Il calcio di un'altra categoria
RISULTATI
NEWS
sabato 6 Dicembre 2025
RISULTATI
NEWS
HomeFemminileCalcio femminile, Susan Khojasta e il sogno afghano

Calcio femminile, Susan Khojasta e il sogno afghano

Susan Khojasta ha venticinque anni, vive a Firenze dal 2021 e ha un sogno che va oltre il calcio femminile. Quando indossa la maglia della nazionale femminile dell’Afghanistan, non rappresenta solo una squadra, ma un intero popolo di donne a cui è stata tolta la libertà. Per lei e per le sue compagne, rifugiate in diversi Paesi del mondo, ogni partita è un atto di resistenza, un grido di speranza, un gesto di solidarietà verso chi è rimasta indietro, chi non può più scendere in campo, chi ha perso tutto.

Calcio femminile: il ritorno della nazionale afghana

Dopo quattro anni di silenzio forzato, la nazionale femminile di calcio dell’Afghanistan è tornata a vivere. Soppressa nel 2021 con il ritorno al potere dei talebani, la squadra è stata ricostituita nel 2025 grazie all’impegno della FIFA e al sostegno della diaspora afghana. Le 23 calciatrici selezionate per il torneo “FIFA Unites: Women’s Series” sono tutte rifugiate, provenienti da Paesi come Italia, Australia, Regno Unito e Danimarca. Due di loro vivono in Italia, tra cui proprio Susan Khojasta, che ha partecipato a tre camp di selezione internazionali prima di essere convocata.

Calcio femminile: torneo in Marocco e il ritorno in campo

Dal 26 al 29 ottobre 2025, la nazionale afghana di calcio femminile ha partecipato al torneo amichevole organizzato in Marocco, affrontando Libia, Ciad e Tunisia. Il bilancio sportivo è stato di una vittoria e due sconfitte: 7-1 contro la Libia, 1-7 contro il Ciad e 0-4 contro la Tunisia.

Ma il risultato più importante è stato esserci. Per la prima volta dopo anni, le calciatrici afghane hanno potuto indossare la maglia del proprio Paese, cantare l’inno, vedere sventolare la bandiera. Un gesto che, per chi ha perso tutto, vale più di qualsiasi trofeo.

Susan Khojasta, simbolo di resistenza

Susan Khojasta è diventata il volto di questa rinascita del calcio femminile. La sua storia personale si intreccia con quella della nazionale: arrivata in Italia nel 2021, ha continuato ad allenarsi, a credere nel calcio come strumento di emancipazione. «Quando indossi la maglia del tuo Paese e vedi la tua bandiera è sempre una grande emozione, ma questa volta è stato diverso rispetto a quattro anni fa. Noi il nostro Paese non lo abbiamo più, ma giochiamo per le donne che sono ancora lì e che non possono giocare, che hanno perso la libertà. In campo dobbiamo dare tutto per loro», ha raccontato in un’intervista a Vita.it.

Un progetto globale per i diritti

La ricostituzione della nazionale afghana femminile è parte di una strategia più ampia promossa dalla FIFA per sostenere il calcio femminile nei contesti più fragili. Il presidente Gianni Infantino ha definito la partecipazione della squadra alle Women’s Series un «momento spartiacque», sottolineando come queste atlete rappresentino «coraggio, resilienza e speranza». Il progetto, guidato dall’allenatrice scozzese Pauline Hamill, ha coinvolto oltre 100 atlete in tre campi di selezione internazionali, culminando nella formazione dell’Afghan Women United.

Calcio e diritti umani

Il calcio, in questo contesto, diventa molto più di uno sport. È un linguaggio universale che permette di raccontare storie di resistenza, di dare voce a chi non può parlare, di costruire ponti tra culture e generazioni. Per le calciatrici afghane, ogni allenamento è un atto politico, ogni partita è una dichiarazione di esistenza. Il loro obiettivo non è solo qualificarsi per i Mondiali, ma soprattutto ispirare le nuove generazioni, dimostrare che la libertà può essere riconquistata anche attraverso un pallone.

 Un futuro da costruire

Il cammino dell’Afghan Women United è appena iniziato. La squadra di calcio femminile continuerà a partecipare a tornei internazionali, a crescere tecnicamente e a rafforzare la propria identità. Ma il vero traguardo è un altro: restituire dignità e visibilità alle donne afghane, dentro e fuori dal campo. Susan Khojasta e le sue compagne hanno già vinto la partita più importante: quella contro l’oblio. E continueranno a giocare, per sé stesse e per tutte le donne che non possono farlo.

Articoli correlati

Serie A Women al fianco della DCPS: le iniziative in campo

Nelle ore in cui il mondo si ferma per riflettere sulla Giornata internazionale delle persone con disabilità, il calcio italiano offre una delle sue...

Serie A Women ottava giornata: il Clasico accende il turno

La Serie A Women ottava giornata si presenta come uno dei weekend più attesi della stagione. Un turno che non è solo un insieme...

Double Header Bentegodi: un’emozione che resterà per sempre

Un evento che ha segnato una pietra miliare nel calcio femminile italiano. La storica giornata del Double Header Bentegodi, che ha visto la combinazione...
spot_img

Ultimi Articoli