La Roma femminile battuta dal Chelsea vive una serata che difficilmente potrà dimenticare, e non per le emozioni positive. Nella splendida cornice di Stamford Bridge, uno degli stadi più iconici del calcio europeo, le giallorosse subiscono una sconfitta pesantissima che decreta, con una giornata d’anticipo, l’uscita ufficiale dalla Champions League. Un 6-0 che racconta da solo la disparità vista in campo e che consegna alle cronache una serata amara, complessa, piena di interrogativi per una squadra che, dopo aver scritto pagine importanti nella scorsa stagione, ora si trova costretta a riflettere sulle difficoltà incontrate nella massima competizione continentale.
La gara, attesa con il timore che solo le grandi notti europee sanno generare, è stata decisa in pochi minuti. Già al 13’, infatti, l’autogol di Bergamaschi ha indirizzato la serata in maniera negativa, rompendo l’equilibrio e aprendo la strada al dominio delle Blues. Da lì in avanti, il Chelsea ha messo in mostra tutto il proprio valore: intensità, rapidità di manovra, qualità tecnica e una sicurezza nei duelli che hanno reso impossibile per la Roma Femminile imbastire una reazione credibile.
Roma femminile, un primo tempo da incubo: Chelsea spietato, giallorosse in apnea
Il vantaggio iniziale del Chelsea ha fatto saltare lo spartito tattico preparato da Rossettini, costringendo la Roma Femminile a inseguire fin da subito. Le inglesi, invece, hanno sfruttato il momento favorevole con la lucidità e la ferocia tipiche delle grandi squadre, punendo ogni minima indecisione giallorossa. Kaptein e Rytting Kaneryd, in rapida successione, hanno allargato il divario nel corso della prima frazione, evidenziando una superiorità fisica e mentale che le romaniste non sono riuscite a contenere.
La Roma femminile, reduce da un cammino europeo complicato, si è presentata a Stamford Bridge con la consapevolezza di dover compiere un’impresa per restare in corsa. Nelle prime quattro gare della fase campionato, infatti, erano arrivati tre ko e un solo pareggio, un bottino troppo povero per sperare realisticamente nei playoff. Eppure, fino al calcio d’inizio, la squadra aveva mostrato coraggio e compattezza nelle dichiarazioni della vigilia. Il campo, però, ha raccontato un’altra storia.
Roma femminile, la ripresa certifica il dominio inglese
Il secondo tempo non ha cambiato l’inerzia del match, anzi ha reso ancora più evidente la differenza tra le due formazioni. Nusken, Hamano e Bronze hanno affondato il colpo con altre tre reti che hanno completato la goleada, lasciando alla Roma soltanto il compito di contenere i danni e gestire una serata che sembrava già segnata al momento del ritorno dagli spogliatoi.
La Roma femminile ha cercato di compattarsi, di trovare ordine e di ripartire negli spazi, ma ogni tentativo è stato sistematicamente neutralizzato dal pressing aggressivo del Chelsea, squadra capace di muoversi in blocco, coprire gli spazi, chiudere le linee di passaggio e ripartire con una velocità impressionante. La forza delle Blues non è un caso: questo successo rappresenta il loro 23° risultato utile consecutivo nella fase a gironi o campionato della Champions League. Un dato che la dice lunga sul livello dell’avversario affrontato dalle giallorosse.
Una Roma che deve ripartire: riflessioni e prospettive
L’eliminazione anticipata pesa, e non solo per il risultato in sé. La Roma femminile, nella passata stagione, aveva mostrato una crescita importante in Europa, conquistando il rispetto del continente con prestazioni di alto profilo. Quest’anno, invece, la fase a gironi si è rivelata un percorso pieno di ostacoli, con poche certezze e tanti momenti difficili.
La squadra di Rossettini paga soprattutto la discontinuità, la difficoltà nell’imporre il proprio ritmo e una gestione complicata degli episodi chiave. La Champions League non perdona, e contro avversarie come Chelsea, Barcellona o Lione, ogni dettaglio fa la differenza. Nelle sfide contro queste corazzate è necessario essere perfetti nella lettura del gioco, nella solidità difensiva, nella capacità di gestire la pressione e nella qualità delle scelte offensive. La Roma femminile, pur avendo qualità e identità, non è riuscita a esprimere quel livello di precisione e di cattiveria agonistica richiesto dalla competizione.
La Juventus ora sogna: bianconere a un passo dalla storia
Se la Roma femminile si lecca le ferite, in Italia c’è un’altra squadra che invece guarda con fiducia al proprio futuro europeo: la Juventus. Le bianconere, attualmente quarte alle spalle di Barcellona, Lione e Chelsea, si trovano a un passo da un traguardo storico. Mercoledì 17 dicembre, infatti, allo Stadium arriverà il Manchester United per gli ultimi novanta minuti della fase campionato.
La Juventus ha dieci punti, gli stessi di Bayern Monaco e Real Madrid. La situazione è equilibrata, ma anche elettrizzante. Le bianconere devono vincere e mantenere una migliore differenza reti rispetto alle rivali, impegnate in gare sulla carta più semplici contro Twente e Vålerenga. La spinta del pubblico torinese potrebbe risultare decisiva per scrivere una pagina indimenticabile della storia del club, già protagonista dei quarti di finale nel 2021/22.
Questo equilibrio, questo intreccio di destini europei, rende l’ultima giornata una delle più vibranti degli ultimi anni per il calcio femminile italiano.
Il quadro generale: tutte le qualificate e la fase a eliminazione diretta
La Champions League femminile entra ora nella fase più calda, quella a eliminazione diretta, che partirà ufficialmente con il sorteggio del 18 dicembre. Arsenal, Barcellona, Bayern Monaco, Chelsea, Juventus, Manchester United, Lione, Paris FC, Real Madrid e Wolfsburg sono già matematicamente qualificate o in corsa per gli spareggi.
Il calendario europeo è fitto e avvincente. L’11/12 e il 18/19 febbraio si disputeranno gli spareggi che decreteranno le ultime protagoniste degli ottavi. I quarti di finale si giocheranno il 24/25 marzo e l’1/2 aprile, mentre le semifinali sono previste per il 25/26 aprile e il 2/3 maggio. La finale del 23 maggio all’Ullevaal Stadion di Oslo promette di essere uno degli eventi più attesi dell’intero panorama sportivo continentale.
Una Champions che cresce: valori, investimenti e futuro
La Women’s Champions League sta diventando anno dopo anno una competizione sempre più prestigiosa. Le società investono, migliorano i settori giovanili, potenziano le strutture, sviluppano progetti tecnici ambiziosi e lavorano per aumentare la visibilità del movimento. Questo processo si traduce in un livello sempre più alto, dove emergono nuove protagoniste e dove anche le squadre italiane, pur tra alti e bassi, stanno trovando una loro identità.
La Roma femminile paga una stagione europea difficile, ma resta una delle realtà più credibili del calcio femminile del nostro Paese. La Juventus, invece, con la spinta dell’entusiasmo e un gruppo costruito con lucidità, ha l’occasione di regalare al movimento nazionale un nuovo momento di orgoglio. Il futuro, comunque, passa da settimane come queste, da partite come quelle di Stamford Bridge e del prossimo 17 dicembre, dove si misurano ambizioni, valori e prospettive.
La serata di Londra come punto di ripartenza
La Roma femminile dovrà ora rialzare la testa e concentrarsi sulle competizioni nazionali, mettendo a frutto quanto imparato da questa esperienza europea complicata. Le sconfitte, soprattutto quelle pesanti, possono diventare lezioni importanti se affrontate con coraggio e lucidità. L’eliminazione dal torneo non cancella il percorso delle ultime stagioni né il valore presente in rosa.
La sfida degli anni a venire sarà trasformare queste battute d’arresto in carburante per una crescita ancora più significativa. La Champions League è un traguardo che richiede costanza, investimenti e una visione a lungo termine.
La notte di Stamford Bridge, per quanto dolorosa, può rappresentare uno spartiacque.



