sabato 2 Agosto 2025
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Stipendi in Serie D: quanto guadagnano i calciatori

Scopriamo di più sugli stipendi in Serie D. Nonostante sia una categoria dilettantistica, è il terreno di crescita per tantissimi giovani promesse e un rifugio professionale per calciatori esperti. Lontana dagli eccessi economici delle serie superiori, la Serie D riesce comunque a garantire stipendi, benefit e un ambiente competitivo a chi decide di investire il proprio talento in queste società.

Stipendi in Serie D: tra tetti e rimborsi

La Lega Nazionale Dilettanti, in merito agli stipendi in Serie D, ha stabilito da tempo il limite massimo lordo per la retribuzione annua di un calciatore: 30.658 euro, distribuiti in dieci mensilità. A questa somma possono aggiungersi rimborsi spese, indennità di trasferta e bonus per risultati sportivi, che in alcuni casi fanno lievitare il compenso complessivo sopra i 40.000 euro. L’indennità per ogni gara è fissata a un massimo di 77,47 euro. I rimborsi giornalieri, invece, possono arrivare a 61,97 euro, per un massimo di cinque giorni settimanali. Durante la preparazione precampionato, i rimborsi sono concessi fino a un massimo di 45 giorni.

Stipendi in Serie D, contratti e regolamenti: una struttura flessibile

I contratti della Serie D differiscono nettamente da quelli professionistici. La durata massima di un accordo è di tre anni, e non sono consentite clausole di non concorrenza né vincoli professionali. I club devono utilizzare moduli standard forniti dalla LND, depositandoli entro termini precisi. Questa flessibilità rispetto agli stipendi in Serie D consente alle società di adattarsi alle proprie esigenze di bilancio e di strategia sportiva. Tuttavia, presenta anche delle criticità, soprattutto dal punto di vista previdenziale, poiché i giocatori dilettanti non godono delle stesse tutele contributive dei professionisti. Le associazioni sportive stanno spingendo per riforme che possano migliorare questo aspetto.

Il divario generazionale: giovani contro senatori

Gli stipendi in Serie D sono fortemente influenzati da fattori come l’età, l’esperienza e il ruolo all’interno della squadra. I giovani calciatori tra i 16 e i 19 anni iniziano con stipendi modesti, intorno ai 500-600 euro mensili, ma possono ricevere incentivi in base alle presenze e alle prestazioni. I “senatori” della categoria, ovvero coloro che hanno accumulato anni di esperienza o vantano trascorsi in Serie B o C, arrivano spesso a guadagnare tra i 2.000 e i 3.000 euro al mese. Gli attaccanti di maggiore livello, invece, superano anche i 70.000 euro annui, e in presenza di risultati sportivi rilevanti, non è raro che raggiungano o superino i 100.000 euro a stagione.

I calciatori più pagati

Esemplari di questa élite degli stipendi della Serie D sono stati nella scorsa stagione Dardan Vuthaj (Chieti), Nicola Loiodice (Casarano), Valerio Mastrantonio (Guidonia), Umberto Eusepi (Sambenedettese) e Isaac Oliveira Prado (Vallo della Lucania), calciatori che coniugano talento, esperienza e rendimento.

Bonus e benefit: benessere e motivazione

Al di là degli stipendi in Serie D base, le società cercano di rendere più attrattivo l’ambiente offerto ai calciatori con benefit significativi. Si va dagli alloggi per giocatori fuori regione all’assistenza medica gratuita, dalla fisioterapia alle strutture d’allenamento moderne. Non mancano bonus specifici per obiettivi raggiunti, come promozioni in Serie C, vittorie in competizioni regionali, o traguardi personali in termini di gol e presenze. Questi premi alimentano la motivazione dei calciatori e rafforzano il senso di appartenenza alle squadre. Non solo, dunque, stipendi in Serie D, ma anche molti benefit e motivazioni.

La riforma degli Under: meno giovani obbligatori in campo

Fino alla stagione 2023/24, il regolamento imponeva l’obbligo di schierare quattro calciatori “Under” in ogni partita ufficiale. A partire dalla stagione 2024/25, tale quota è stata ridotta a tre, e resterà invariata anche per il 2025/26. Questo cambiamento comporta implicazioni importanti: da una parte riduce il rischio di scelte sbagliate nella valutazione dei giovani, dall’altra potrebbe comportare un incremento nel monte stipendi, dato che un minor numero di Under obbligatori implica il possibile inserimento di più giocatori “over” nel gruppo squadra. L’obiettivo della LND resta quello di garantire visibilità ai giovani, e per questo motivo sono stati mantenuti incentivi ai club che schierano under 21, favorendo un efficace ricambio generazionale.

Serie D e le categorie superiori: un divario netto ma utile

Confrontando gli stipendi in Serie D con quelli delle categorie professionistiche, il divario è evidente. In Serie C gli stipendi si aggirano tra i 3.000 e i 5.000 euro mensili. In Serie B, invece, si passa da 5.000 a 20.000 euro al mese, con punte ancora più alte per giocatori di spicco. La Serie A rappresenta un mondo a parte, dove gli stipendi superano facilmente i 100.000 euro mensili per i top player. Eppure, nonostante queste differenze, la Serie D rimane una palestra preziosa per molti calciatori. Qui si costruiscono carriere, si forgiano ambizioni e si crea quel tessuto sportivo che alimenta l’intero sistema calcistico italiano.

 

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