In attesa di vedere le Azzurre ad Euro 2025, scopriamo qualche cenno di storia della Nazionale Femminile di Calcio. Il calcio femminile in Italia ha vissuto negli ultimi decenni una vera e propria rivoluzione, passando da un movimento di nicchia a una protagonista indiscussa del panorama sportivo nazionale e internazionale. La storia della nazionale femminile di calcio è fatta di passione, sacrifici e grandi traguardi, che hanno portato le nostre calciatrici a conquistare il rispetto e l’ammirazione di tutto il mondo.
Le origini
Se sei appassionato di sport e vuoi conoscere la Storia della Nazionale Femminile con le tappe fondamentali di questa incredibile avventura, sei nel posto giusto. In questo articolo ripercorreremo le origini, le sfide e le vittorie della nazionale femminile di calcio italiana, analizzando come il movimento si sia evoluto nel tempo e quali sono le prospettive future. Il calcio femminile in Italia ha radici profonde, anche se spesso ignorate o sottovalutate. Le prime tracce di attività organizzata risalgono agli anni ’70, quando alcune pionieristiche calciatrici iniziarono a giocare in ambito amatoriale. Tuttavia, solo negli anni ’80 si assistette a un primo riconoscimento ufficiale da parte della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio).
Le tappe
La Storia della Nazionale Femminile vede un momento importante nel 1983, quando venne fondata la FIGC Femminile, dando così avvio a un percorso di crescita strutturata. La nazionale italiana femminile debuttò ufficialmente nel 1984, affrontando le prime sfide internazionali e iniziando a farsi conoscere nel panorama europeo. Negli anni ’80 e ’90, il movimento femminile italiano si sviluppò lentamente, tra ostacoli burocratici, scarsa visibilità e risorse limitate. Nonostante ciò, alcune squadre e calciatrici riuscirono a emergere, portando avanti il sogno di rappresentare l’Italia nel calcio internazionale. Il primo grande risultato arrivò nel 1993, quando la nazionale femminile partecipò per la prima volta ai Campionati Europei UEFA, dimostrando che anche in Italia il calcio femminile poteva avere un suo spazio.
Gli Anni 2000: tra invisibilità e resistenza
All’inizio del nuovo millennio, il calcio femminile italiano era ancora relegato ai margini. Le squadre militavano in campionati poco seguiti, con risorse minime e visibilità quasi nulla. Eppure, le calciatrici non si sono mai fermate. Hanno continuato a giocare, a lottare, a credere. Nel 2002, la FIGC assume il controllo del calcio femminile, segnando un primo passo verso l’integrazione istituzionale. Ma la strada per lo sviluppo della Storia della Nazionale Femminile era ancora lunga.
Le prime eroine: Panico, Gabbiadini e le altre
In quegli anni, nomi come Patrizia Panico e Melania Gabbiadini diventano simboli di un movimento che cerca spazio ed entrano nella Storia della Nazionale Femminile. Panico, con oltre 100 gol in Nazionale, è la prima donna a guidare una selezione maschile (Under 15), mentre Gabbiadini incanta con classe e leadership. Sono loro a tenere accesa la fiamma, a ispirare le generazioni future, a sfidare i pregiudizi.
Il 2009: L’Under 19 Campione d’Europa
Un primo squillo nella Storia della Nazionale Femminile arriva nel 2009: l’Italia Under 19 vince l’Europeo di categoria, battendo in finale la Norvegia. In quella squadra c’erano Sara Gama, Martina Rosucci, Elisa Bartoli: nomi che diventeranno colonne della Nazionale maggiore. È un segnale forte: il talento c’è, serve solo crederci.
Il decennio della svolta: 2010–2020
Il vero cambio di passo nella Storia della Nazionale Femminile arriva nel decennio successivo. La FIGC lancia un piano strategico per lo sviluppo del calcio femminile, con investimenti nei settori giovanili, incentivi ai club professionistici e maggiore visibilità. Nel 2017, la Fiorentina Women’s vince il primo scudetto di una squadra femminile legata a un club maschile. L’anno dopo, la Juventus Women entra in scena e cambia tutto: strutture, comunicazione, appeal. Il pubblico cresce, i media iniziano a raccontare.
Il Mondiale 2019: il punto di svolta
L’8 giugno 2019, l’Italia torna ai Mondiali dopo 20 anni. Le Azzurre, guidate da Milena Bertolini, conquistano i quarti di finale in Francia. La partita contro il Brasile, trasmessa su Rai 1, viene seguita da oltre 7 milioni di spettatori. È un boom mediatico e sociale. L’hashtag #RagazzeMondiali diventa virale, le calciatrici entrano nell’immaginario collettivo. Il calcio femminile non è più “di nicchia”: è finalmente mainstream. Si fa la Storia della Nazionale Femminile.
Il professionismo: vittoria di tutte
Nel 2022, si fa la Storia della Nazionale Femminilela Serie A femminile che diventa ufficialmente professionistica: è la prima disciplina femminile in Italia a ottenere questo riconoscimento. Le calciatrici hanno ora tutele, stipendi minimi, contributi previdenziali. È una conquista storica, frutto di anni di battaglie.
Il futuro: tra sogni e obiettivi
La FIGC ha fissato obiettivi ambiziosi per il quadriennio 2023–2026 e per un reale sviluppo della Storia della Nazionale Femminile e del calcio femminile:
Aumentare del 50% le giovani tesserate;
Raggiungere successi internazionali con le Nazionali;
Rafforzare la competitività della Serie A;
Espandere la fan base e la copertura mediatica.