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giovedì 25 Settembre 2025
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Futsal italiano: Play a Coverciano accende la stagione 2025/26

Futsal italiano significa soprattutto identità, credibilità e appartenenza. Per questo l’apertura della stagione con Play non è una semplice cerimonia, ma un rito collettivo: una location iconica, vestita di tricolore, come il Centro Tecnico Federale di Coverciano, che apre le sue porte al movimento del pallone a rimbalzo controllato, trasformando il calcio “di casa” in casa del futsal. In un luogo che da decenni forma idee, allenatori e metodi, il futsal italiano si mette al centro della scena e sceglie di raccontarsi senza filtri, forte di un entusiasmo che cresce anno dopo anno. Chi conosce Coverciano sa quanto pesi il suo simbolo nella cultura sportiva nazionale e capisce perché il movimento abbia voluto essere qui: è il modo migliore per dire che questa è una stagione da vivere più che da annunciare.

Le parole che aprono i cancelli: Francini e la benedizione della “casa”

«Coverciano ha una lunga storia. Questa è la casa di tutti noi sportivi, auguro a tutto il movimento una magnifica stagione sportiva». Con queste parole, Maurizio Francini, Direttore del Centro Tecnico Federale “Luigi Ridolfi”, ha ufficialmente spalancato i cancelli. È un gesto che vale più di un saluto: è l’investitura solenne del futsal italiano, che da “ospite” diventa parte della famiglia allargata del nostro sport, dentro la sua casa più prestigiosa. La casa che, da oggi, fa posto all’energia del futsal italiano accettandone la sfida: crescere mantenendo radici salde.

Castiglia e la rotta del presente: dati, visione e Video Support

Il futsal italiano riparte dai fatti. «Dai 5.000 spettatori delle ultime finali scudetto, dai tanti attestati di stima, dalla nostra visione sempre più internazionale – rilancia Stefano Castiglia, Presidente della Divisione Calcio a 5 – rinnovando le partnership e valorizzando quel Video Support che ha tracciato una strada valida anche per il calcio». Sono parole che illuminano la direzione: trasformare la crescita in sistema, puntare su competenze, dati e storytelling. Una rotta che si riflette nella visibilità mediatica e nel dialogo con broadcaster e piattaforme, dove il futsal italiano ha trovato una vetrina stabile.

Abete e la bussola delle riforme: “affrettati lentamente”

Nel mosaico del futsal italiano la voce di Giancarlo Abete, Presidente LND, suona come una bussola: «Play è l’evento che segna l’inizio, ma anche un gesto di passione e condivisione. In un momento complesso per il calcio, c’è un movimento in salute, con numeri in crescita. C’è grande sintonia e un massimo livello di coesione; il progetto delle riforme è una convinzione profonda, ma prima si rafforza la base e si stabilizza il format. Video Support? Ottimizzazione e contenimento dei costi. Come ripeto sempre: affrettati lentamente». È un invito a costruire con metodo, senza perdere il ritmo dell’innovazione.

“Le persone fanno le squadre”: Bergamini e il ricordo di Piero Gialli

«Vivo di intelligenza emotiva e vedo una continuità che ha sempre contraddistinto una squadra fatta di persone al servizio delle società», dice Luca Bergamini, già Presidente della Divisione. In quel “ciò che rimane sono i legami” c’è il senso profondo del futsal italiano: una comunità che non dimentica chi l’ha resa migliore. Tra questi, il ricordo del compianto Piero Gialli: «Una risorsa grandissima per equilibrio e competenza, debole con i deboli e forte con i forti». Il futsal italiano cresce perché riconosce e tramanda il valore dei suoi custodi.

Tonelli: attività come queste costruiscono futuro

«Attività come quelle di oggi sono importantissime per il futuro di questa disciplina», ribadisce Fabrizio Tonelli, Presidente Onorario della Divisione Calcio a 5. È la conferma che il futsal italiano sta investendo non solo nel prodotto-competizione, ma anche in un ecosistema di eventi, momenti formativi e simboli capaci di consolidare una reputazione. Grazie ai club, ai dirigenti e ai volontari, la passione diventa metodo e il metodo diventa cultura.

Le novità che contano: sicurezza, modernità e un pallone per tre

Play è anche il palcoscenico delle novità. Le nuove porte, sintesi di sicurezza e modernità, raccontano la volontà di allineare il futsal italiano agli standard più avanzati. Ma è il pallone unico a firmare il cambio di passo: brandizzato Munich e declinato in tre versioni – maschile, femminile e grandi eventi – segna un’identità comune e una qualità percepita che va oltre la grafica. È la materializzazione di un patto tecnico-commerciale che punta su rimbalzo, controllo e durata, parlando la lingua dei giocatori e quella del mercato. La Divisione ha annunciato l’avvio ai pre-ordini del nuovo pallone ufficiale, frutto della partnership con GTZ Distribution, dettaglio che conferma la pianificazione a medio termine del futsal italiano.

Media strategy: Sky, YouTube e le nuove partnership editoriali

La strategia mediatica del futsal italiano unisce continuità e ampliamento. Da un lato il rapporto con Sky che, negli ultimi anni, ha dato vetrina a eventi e finali; dall’altro la scelta di puntare in modo strutturale su YouTube, con la Serie A2 Élite in diretta streaming sul canale ufficiale della Divisione Calcio a 5, un presidio accessibile che moltiplica pubblico e community. È una configurazione ibrida, televisione più digitale, ormai imprescindibile per ogni lega sportiva che ambisca a crescere davvero.

Nel quadro della visibilità rientrano inoltre le media partnership con Corriere dello Sport e Tuttosport, tasselli che integrano la narrazione quotidiana del futsal nel flusso dell’informazione sportiva nazionale. È una rete di megafoni che si parlano e si amplificano.

La mappa dell’entusiasmo: perché i numeri tornano a crescere

Non è solo percezione: lo sport in Italia sta rialzando la testa e il futsal italiano ne intercetta le correnti. I dati ufficiali ci dicono che nel 2024 oltre 21,5 milioni di persone (il 37,5% della popolazione con più di 3 anni) praticano uno o più sport nel tempo libero; di queste, il 28,7% in modo continuativo. Significa più bacino, più famiglie coinvolte, più opportunità per le società. È un terreno fertile su cui semi come streaming, storytelling e club radicati possono germogliare in fretta.

Legends e memoria: quando il fuoco diventa patrimonio

Play è anche celebrazione della memoria. Michele Miarelli entra tra le Legends del maschile al fianco di Rubei, Bacaro, Caleca, Quattrini, Angelini, Famà, Zaffiro, Caneschi e dello stesso Luca Bergamini; Sofia Luciani raggiunge nel femminile Trovato Mazza, D’Ippolito, Mannavola e Margarito. Il futsal italiano ha compreso che la storia non è nostalgia, ma carburante per il domani: un pantheon che parla ai giovani e restituisce identità a club e città. In questo quadro, la Coppa di UEFA EURO 2014 conquistata dall’Italfutsal di Roberto Menichelli e ora custodita al Museo del Calcio, dentro Coverciano, è la ciliegina che accende occhi e memoria. Il trofeo è parte del percorso di visita: raccontando quanto il futsal italiano sia storia viva del calcio nazionale.

Il valore della location: perché Coverciano è molto più di un indirizzo

Scegliere Coverciano per Play significa dare un messaggio al Paese sportivo. Qui i corridoi sono gallerie di icone, i campi sono laboratori di idee, le sale sono officine di tattica. Il futsal italiano si specchia in questa identità e ne esce rafforzato: mettere piede nel “Ridolfi” vuol dire prendersi la responsabilità di crescere con professionalità e metodo. In altre parole, fare sul serio. È anche un ponte naturale verso il Museo del Calcio, scrigno istituzionale che dà sostanza alla parola memoria e oggi include cimeli del futsal al pari delle maglie più amate.

La spinta internazionale: l’Italia al centro della mappa UEFA

Lo slancio del futsal italiano si misura anche nella credibilità costruita a livello europeo. L’asse con la UEFA non è solo partecipazione alle competizioni, ma anche capacità di ospitare grandi eventi: basti pensare alle finali 2026 della UEFA Futsal Champions League fissate in Italia, a Pesaro, segnali di un Paese che sa organizzare e che il futsal lo prende sul serio. È il contesto ideale per un movimento che punta in alto senza perdere la propria cifra popolare.

Dalla tecnica al racconto: come il futsal italiano conquista pubblico nuovo

C’è una parola che torna spesso nelle testimonianze raccolte a Play: visibilità. Il futsal italiano sta imparando a raccontarsi attraverso interessi diversi: la tecnica, la tattica, l’estetica di un gioco pulito e dinamico, la ritualità delle arene, l’epica dei playoff, la voce dei telecronisti, i contenuti digitali. La Serie A2 Élite in diretta sul canale YouTube della Divisione è la cerniera tra palazzetto e smartphone; i media partner portano la disciplina su prime pagine e home page; l’accordo con brand tecnici come Munich aggiunge coerenza visiva e identitaria. È così che si allarga la base: fidelizzando il tifoso e affascinando il curioso.

Un’economia sostenibile: tra costi monitorati e innovazione

La sostenibilità è un mantra che il futsal italiano ripete con pragmatismo. Il Video Support non è solo tecnologia, ma anche strumento di ottimizzazione e contenimento dei costi, come ha ricordato Abete. La logica è scalare per passi misurati, “affrettandosi lentamente”, affinché la crescita non si trasformi in sovraesposizione. In questo quadro, la sinergia con broadcaster, piattaforme e partner commerciali ridistribuisce il valore lungo la filiera, dai vertici alle società, preservando quell’anima comunitaria che è sempre stata la forza del futsal.

Club, territori, comunità: la grammatica dei legami

Il futsal italiano è fatto di città che diventano parole chiave: dai capoluoghi ai centri di provincia dove il palazzetto è luogo della settimana. La disciplina abita quartieri e scuole, oratori e campus universitari, incubando storie di riscatto e appartenenza. È qui che le Legends non sono statue, ma biografie che si intrecciano con la mappa delle società: uomini e donne che hanno dato identità al nostro modo di giocare e di competere. Quando questi nomi vengono celebrati a Play, il messaggio ai giovani è semplice: ogni traguardo è una storia di allenamenti, umiltà e resistenza.

Play come manifesto: la stagione che comincia adesso

Tirando le somme, Play è un manifesto. Dice che il futsal italiano crede nell’innovazione senza perdere la sua natura inclusiva. Dice che la crescita non è solo un grafico, ma un’esperienza vissuta, con 5.000 persone a spingere le finali scudetto e migliaia connesse allo streaming. Dice che il movimento ha obiettivi: consolidare format, stabilizzare i costi, ampliare i bacini, internazionalizzare i riferimenti. Dice, soprattutto, che il futsal italiano non vuole più nascondere la propria credibilità. E quando una disciplina decide di mostrarsi per quella che è, i risultati – sul campo e fuori – diventano una conseguenza.

Dentro quel museo, la nostra rotta

C’è un’immagine che resta addosso uscendo da Coverciano: la Coppa di EURO 2014 dell’Italfutsal, luce blu in una teca del Museo del Calcio. È una madeleine azzurra che sa di futuro. Se la vittoria di ieri può diventare benzina per domani, allora la stagione che Play ha acceso non è solo un calendario da riempire, ma una rotta da percorrere insieme: club, leghe, istituzioni, media, tifosi. Il futsal italiano è pronto; adesso tocca a noi seguirlo, raccontarlo e, soprattutto, viverlo.

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