Nel cuore di Ferrara Expo, nella prestigiosa Sala dei Trofei, si è aperta una nuova pagina per il calcio di base con il primo panel di Quarto Tempo – L’Innovazione del Calcio Dilettantistico, organizzato dalla Lega Nazionale Dilettanti (LND). Un evento che ha saputo unire le voci più autorevoli del panorama calcistico nazionale per riflettere su opportunità e problemi del calcio dilettantistico, in un momento di grande trasformazione per lo sport italiano.
Il dibattito, moderato dal giornalista Marco Bellinazzo, ha visto alternarsi sul palco Giancarlo Abete (LND), Gabriele Gravina (FIGC), Paolo Bedin (Lega Serie B), Matteo Marani (Lega Pro) e i rappresentanti delle componenti tecniche e arbitrali: Antonio Zappi (AIA), Umberto Calcagno (AIC) e Renzo Ulivieri (AIAC).
Un confronto denso di contenuti, che ha messo al centro la dignità del calcio dilettantistico e il suo ruolo fondamentale nella crescita sociale, culturale e sportiva del Paese.
Quarto Tempo: un laboratorio per il futuro del calcio di base
Come ha spiegato il presidente della LND Giancarlo Abete, Quarto Tempo nasce come “momento di confronto e crescita, non come semplice vetrina”. L’obiettivo è quello di coinvolgere i gruppi dirigenziali dei territori, creare coesione tra le componenti federali e rafforzare un’identità comune nel mondo del calcio dilettantistico.
“Il nostro compito – ha dichiarato Abete – è continuare a fare squadra, mantenendo ognuno le proprie specificità, ma condividendo valori e obiettivi. Quarto Tempo non è immagine, ma sostanza. Il nostro potere è portare avanti i valori autentici del calcio di base.”
Il presidente ha poi affrontato un tema di forte attualità: il Decreto Legislativo 36/2021 sul lavoro sportivo, che ha introdotto nuove regole per i collaboratori e i volontari. “La definizione di non professionista è inaccettabile – ha spiegato – perché riduce il nostro ruolo a una dimensione marginale. Il calcio dilettantistico è una componente viva e indispensabile dello sport italiano, come riconosciuto oggi anche dall’articolo 33 della Costituzione.”
Gabriele Gravina: Quarto Tempo e la forza della base
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha sottolineato come Quarto Tempo rappresenti una nuova consapevolezza collettiva. “Il calcio dilettantistico – ha detto – è un laboratorio a cielo aperto, in cui si condividono esperienze, valori e progettualità. Spesso si parla del calcio come di una piramide, ma il vertice potrà essere forte solo se la base sarà solida e partecipata.”
Gravina ha ricordato il contributo di oltre 800mila giovani tra i 5 e i 14 anni che ogni settimana animano i campi italiani, grazie all’impegno di migliaia di tecnici, dirigenti e volontari.
“Ridurre il calcio alla sola dimensione economica sarebbe un errore – ha ammonito –. Dobbiamo mantenere l’equilibrio tra etica, economia e politica. È questa la chiave per un sistema armonico e sostenibile.”
Un concetto, quello dell’equilibrio, che è diventato il filo conduttore di Quarto Tempo, un evento che mira a costruire una visione condivisa tra professionismo e dilettantismo.
Professionismo e dilettantismo: la filiera che tiene unito il calcio italiano
Nel panel, Paolo Bedin, presidente della Lega Serie B, ha evidenziato il valore della filiera del calcio italiano, un ecosistema che unisce dilettantismo e professionismo.
“I rapporti tra questi due mondi – ha detto Bedin – non solo sono inevitabili, ma rappresentano l’essenza stessa del nostro sistema. Il calcio vive grazie a una filiera perfetta: dalle società dilettantistiche e giovanili, che lavorano con passione e sacrificio, fino ai club professionistici che attingono da questo lavoro linfa vitale per costruire il proprio futuro.”
Il messaggio è chiaro: senza il mondo dilettantistico, il calcio professionistico non esisterebbe. Le società di base sono la culla dei talenti e il motore della passione collettiva.
Matteo Marani: Quarto Tempo come ponte tra Serie C e Serie D
A seguire, il presidente della Lega Pro, Matteo Marani, ha ricordato che Serie C e Serie D sono “sorelle nate dallo stesso spirito e dalla stessa storia”.
“Il nostro sistema – ha detto – vive le difficoltà economiche del Paese, ma la forza del movimento risiede nella base. Sono i volontari, gli allenatori e i dirigenti che garantiscono ogni giorno salute, inclusione e coesione sociale nei territori. Senza di loro, l’intero sistema non starebbe in piedi.”
Marani ha poi lanciato un messaggio di prospettiva: “La differenza non la fa chi ha più mezzi, ma chi sa essere più organizzato. Dobbiamo coinvolgere le università e formare la futura classe dirigente. Solo così costruiremo un sistema moderno e sostenibile.”
Il suo intervento ha evidenziato il valore di Quarto Tempo come punto di incontro tra formazione, innovazione e tradizione, un luogo dove il calcio dilettantistico diventa motore di competenze e sviluppo.
Antonio Zappi: arbitri e dirigenti, due volti dello stesso impegno
Il presidente dell’AIA, Antonio Zappi, ha sottolineato come gli arbitri siano parte integrante del movimento dilettantistico: “L’AIA appartiene di fatto a questo mondo. Gli arbitri applicano le regole, ma anche loro crescono nel confronto quotidiano con le società.”
Zappi ha poi ringraziato i dirigenti per il loro impegno: “A volte dimentichiamo quanta passione e quanti sacrifici siano necessari per sostenere le società. Quarto Tempo è l’occasione per riconoscere il valore di chi lavora ogni giorno dietro le quinte, con rispetto e responsabilità.”
Il concetto di giustizia riparativa e dialogo tra le componenti è emerso come tema cardine, a dimostrazione di come Quarto Tempo non sia solo un evento, ma un processo di ascolto reciproco.
Umberto Calcagno: dignità e formazione per i giocatori dilettanti
Il presidente dell’AIC, Umberto Calcagno, ha riportato al centro del dibattito la figura del calciatore dilettante, simbolo di un mondo che vive di passione più che di risorse economiche.
“Il mondo dilettantistico è la radice della nostra identità calcistica – ha dichiarato –. Dobbiamo garantire percorsi formativi di qualità e condizioni di crescita sostenibili, perché la passione dei giocatori di base è la vera ricchezza del nostro movimento.”
Calcagno ha ricordato che il dilettante non è un amatore privo di ambizione, ma un protagonista del sistema: “Serve dignità e tutela, perché senza base non esiste vertice. Il calcio vive di comunità, non solo di bilanci.”
Renzo Ulivieri: l’allenatore come educatore civile
A chiudere la mattinata, il presidente dell’AIAC, Renzo Ulivieri, ha regalato un intervento di grande intensità civile e morale.
“Mi piacerebbe che il mondo dilettantistico ricevesse maggiore attenzione – ha detto – anche per la funzione sociale che può svolgere. L’allenatore non è solo colui che insegna a giocare, ma un educatore che contribuisce a formare cittadini consapevoli.”
Ulivieri ha poi richiamato l’importanza dell’impegno culturale dello sport: “Se più del 50% dei cittadini non va a votare, significa che abbiamo un problema di coscienza civica. Attraverso il calcio, possiamo restituire ai giovani il senso della comunità e della partecipazione.”
Quarto Tempo, nelle sue parole, diventa così una metafora del tempo aggiuntivo che il calcio italiano deve concedersi per riflettere, cambiare e rinascere.
Quarto Tempo e il valore sociale del calcio dilettantistico
Il messaggio che emerge da Ferrara è potente: Quarto Tempo è più di un evento, è una visione. Un luogo dove istituzioni, leghe e componenti tecniche si incontrano per disegnare insieme il futuro del calcio italiano.
Come ricordano i dati ufficiali della Lega Nazionale Dilettanti, oltre un milione di tesserati animano ogni anno il movimento dilettantistico: un popolo di calciatori, dirigenti, arbitri, allenatori e volontari che rappresentano il cuore pulsante del sistema sportivo nazionale.
Il calcio dilettantistico è scuola di vita, palestra di cittadinanza e motore di inclusione sociale. È il calcio delle piazze e dei paesi, dei campi in terra battuta e delle domeniche di provincia. È il calcio che non finisce mai, quello del Quarto Tempo, dove dopo il fischio finale resta la voglia di stare insieme, di condividere valori, idee e passione.
Il tempo della rinascita
Con Quarto Tempo, la Lega Nazionale Dilettanti ha voluto lanciare un messaggio chiaro: il futuro del calcio italiano si costruisce dal basso, dal dialogo e dal riconoscimento del valore di chi ogni giorno tiene vivo questo sport.
Abete e Gravina hanno tracciato una rotta: più formazione, più coesione, più rispetto per chi rappresenta la base. E i presidenti Bedin, Marani, Calcagno, Zappi e Ulivieri hanno aggiunto la prospettiva di un movimento che vuole evolversi senza perdere la propria anima.
In un’epoca in cui il calcio spesso si misura in milioni, Quarto Tempo ci ricorda che la vera ricchezza del pallone italiano non è nei conti, ma nei campi di provincia, nei ragazzi che giocano sotto la pioggia, nei volontari che aprono gli spogliatoi, negli allenatori che educano e negli arbitri che formano.
È questo il calcio che costruisce il futuro, un calcio fatto di persone, non di numeri.



