Nel panorama dello sport italiano, Futs All rappresenta una rivoluzione silenziosa ma potentissima. È il simbolo di un calcio capace di andare oltre le differenze, di abbattere muri e costruire ponti. Un progetto che nasce dalla passione e dalla visione di Alberto Andriola, presentato nell’ambito di LND Quarto Tempo, e che oggi si propone come un modello di sport realmente inclusivo. L’idea alla base è tanto semplice quanto rivoluzionaria: nel calcio a 5 non contano le disabilità, ma le abilità. Futs All non fa distinzione tra chi può e chi non può, ma tra chi vuole partecipare e chi sceglie di farlo con il cuore.
Le origini del progetto e l’eredità del Baskin
Per comprendere la portata di Futs All bisogna partire da un’altra esperienza pionieristica: il Baskin, il basket inclusivo che ha già cambiato il volto dello sport in molte scuole e palestre italiane. Il Baskin, nato a Cremona e riconosciuto come disciplina ufficiale dal CONI, permette a persone con e senza disabilità di giocare insieme, grazie a un regolamento che valorizza ogni singolo contributo. Alberto Andriola ha colto la forza di quel modello e l’ha trasposta nel mondo del calcio a 5, uno sport già di per sé dinamico e collettivo, adattandolo alle esigenze di inclusione. Così è nato Futs All, un nome che racchiude un intero mondo di significati: futsal for all, il calcio per tutti.
Il regolamento di Futs All: dove ogni abilità trova spazio
Il principio cardine del progetto è chiaro: ogni giocatore è importante. Ogni partecipante scende in campo con un numero da 1 a 6 che rappresenta il proprio livello di abilità. I ragazzi con livelli 1 e 2, che presentano disabilità più significative, giocano in aree dedicate e possono contare sull’aiuto di un tutor o su un ausilio tecnico. Dal livello 3 in poi, le abilità crescono progressivamente fino ad arrivare ai giocatori di livello 6, che si muovono in modo tradizionale. Ma la vera genialità del regolamento risiede nell’equilibrio.
Chi ha abilità più alte deve rispettare limitazioni precise, mentre chi ha livelli più bassi non può essere marcato. In questo modo il gioco diventa una danza di strategie e solidarietà, dove tutti possono incidere sul risultato. In Futs All non esiste la panchina dell’esclusione. Ogni azione, ogni passaggio e ogni tiro contano, e le regole sono pensate per far sì che nessuno resti indietro.
Un campo dove le differenze diventano risorse
Durante la presentazione di Futs All a LND Quarto Tempo, il messaggio è stato forte e chiaro: lo sport può essere un linguaggio universale, capace di unire. Sul campo non si vedono etichette, ma squadre vere, fatte di ragazzi che imparano a conoscersi, a fidarsi, a condividere. Le differenze non sono un ostacolo ma una risorsa, e questa è la vera forza di Futs All. Ogni giocatore porta qualcosa di unico, che arricchisce il gruppo. Anche chi ha abilità motorie ridotte o necessità di supporto diventa parte attiva del gioco, con tiri speciali o azioni dedicate. L’obiettivo non è solo segnare gol, ma costruire legami, imparare a cooperare, scoprire il valore dell’empatia.
La filosofia del “gioco per tutti”
In un’epoca in cui lo sport rischia spesso di trasformarsi in competizione esasperata o spettacolo, Futs All riporta il calcio alla sua essenza più pura. È un ritorno alle origini, quando bastava un pallone per sentirsi parte di qualcosa di grande. Il messaggio di Andriola e del progetto è profondo: lo sport deve accogliere, non escludere. Deve insegnare a guardare l’altro non per quello che manca, ma per ciò che può offrire. Sul campo di Futs All non ci sono vincitori o vinti, ma solo giocatori che imparano il valore della diversità come ricchezza.
Il ruolo della Lega Nazionale Dilettanti
Il sostegno della Lega Nazionale Dilettanti è stato fondamentale per dare visibilità e struttura al progetto. Iniziative come LND Quarto Tempo rappresentano un laboratorio di idee e di valori, dove il calcio dilettantistico si conferma motore di innovazione sociale. La LND, attraverso i suoi progetti legati al calcio sociale e inclusivo, sta promuovendo una nuova visione dello sport, in linea con i principi sanciti dalla FIGC nella sua Carta dei Valori. Futs All si inserisce perfettamente in questa visione: uno sport che non lascia nessuno ai margini, ma anzi, costruisce comunità attraverso il gioco.
Un impatto reale sulla vita dei ragazzi
Chi partecipa a una partita di Futs All lo racconta come un’esperienza unica. Non è solo calcio, ma un modo di sentirsi parte di qualcosa. Molti dei ragazzi coinvolti, soprattutto quelli con disabilità, scoprono un senso nuovo di fiducia in sé stessi. Il campo diventa una palestra di vita: si impara a rispettare le regole, a collaborare, a comunicare anche senza parole. I tutor e gli allenatori svolgono un ruolo essenziale, accompagnando ogni giocatore nel percorso di crescita personale e sportiva. L’autostima cresce, il gruppo diventa una seconda famiglia, e lo sport torna a essere ciò che dovrebbe sempre essere: un luogo di incontro e di felicità condivisa.
Testimonianze che raccontano un sogno concreto
Durante le partite di Futs All si respira un’energia particolare. Le urla di incoraggiamento si mescolano ai sorrisi, e ogni gol – segnato da chiunque – è un trionfo collettivo. “Nel mio campo nessuno resta fuori,” ha dichiarato Alberto Andrioladurante la presentazione. “Qui le differenze diventano alleate, non limiti.” Parole che sintetizzano perfettamente la filosofia di un progetto capace di emozionare e ispirare. Genitori, insegnanti e dirigenti sportivi testimoniano come Futs All abbia cambiato il modo di vedere il calcio e la disabilità. “Mio figlio – racconta una madre – ha trovato finalmente uno sport dove può sentirsi protagonista, non spettatore.”
Una visione educativa e sociale
Futs All non è solo un’iniziativa sportiva, ma un progetto educativo e culturale. Nelle scuole e nelle associazioni che lo stanno sperimentando, si lavora per diffondere una cultura dell’inclusione autentica. Gli allenatori vengono formati per riconoscere e valorizzare le diverse abilità, trasformando ogni allenamento in un momento di crescita comune. Questo approccio si inserisce perfettamente nelle linee guida del Ministero dello Sport e nelle politiche europee per lo sport inclusivo. L’obiettivo è creare reti locali tra società, scuole e famiglie per costruire una nuova forma di comunità attraverso lo sport.
Futs All come modello per il futuro del calcio
L’esperienza di Futs All apre una prospettiva nuova per tutto il mondo del calcio a 5. In un contesto dove spesso prevalgono logiche di agonismo e selezione, questo modello dimostra che l’inclusione può convivere con la competizione, anzi, può arricchirla. Le regole del gioco, calibrate in modo da valorizzare ogni contributo, rendono le partite intense, imprevedibili, ma soprattutto umane. Ogni squadra diventa un microcosmo di solidarietà e collaborazione, un esempio per tutto lo sport dilettantistico italiano.
L’eredità di un progetto che guarda oltre il campo
Il sogno di Futs All è più grande del calcio. È un sogno che parla di società, di futuro, di umanità. Andriola e la sua squadra immaginano un mondo dove le barriere non servono, dove le differenze non dividono ma creano valore. In questo senso, il progetto rappresenta una vera evoluzione culturale. Il calcio, lo sport più popolare al mondo, diventa lo strumento per cambiare mentalità, per educare alla diversità, per costruire un mondo più giusto.
Un campo per tutti
Guardare una partita di Futs All significa assistere a un calcio diverso. Un calcio fatto di sguardi, di sorrisi, di piccoli gesti di aiuto reciproco. Un calcio dove la vittoria non si misura in gol, ma in inclusione, crescita e rispetto. Futs All non è solo un progetto, ma una promessa: quella di uno sport che appartiene a tutti. E in tempi in cui la parola “uguaglianza” rischia di restare astratta, il campo di Futs All diventa la sua più bella traduzione.



