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LND, la campagna contro la violenza sulle donne

La violenza sulle donne resta una delle emergenze più gravi, pervasive e dolorose della società italiana. Nonostante anni di sensibilizzazione e numeri che continuano a scuotere le coscienze, la violenza di genere persiste come una ferita aperta che richiede responsabilità, presenza e consapevolezza collettiva.

In questo scenario la Lega Nazionale Dilettanti ha deciso, ancora una volta, di farsi portavoce di un impegno forte e visibile contro la violenza sulle donne, consapevole del potere educativo del calcio e della sua capillarità sul territorio.

Ogni gesto, ogni parola, ogni iniziativa messa in campo dalla LND nasce da una convinzione tanto semplice quanto fondamentale: lo sport può e deve essere un presidio di cultura e rispetto. È proprio da questa consapevolezza che nasce il messaggio simbolo delle iniziative del mese di novembre contro la violenza sulle donne: “Il possesso vale solo sul pallone.”

Un’affermazione potente, che ribalta e rilegge il linguaggio del calcio per affermare un principio di civiltà. Il possesso appartiene al gioco, non alle persone. Nel calcio, controllo e pressione sono movimenti tecnici, non comportamenti sociali. La LND sceglie di partire da qui per parlare agli atleti, ai giovani e alle famiglie, affinché non ci sia spazio per ambiguità o silenzi.

Violenza sulle donne, LND: il significato profondo delle parole nel contrasto alla violenza di genere

Il linguaggio è uno strumento che forma culture, atteggiamenti e immaginari. Lo ricorda chiaramente Luca De Simoni, coordinatore dell’Area Responsabilità Sociale della Lega Nazionale Dilettanti. “Nel nostro sport, possesso, controllo e pressione sono gesti tecnici, non atteggiamenti verso le persone”, sottolinea. Le sue parole aprono uno squarcio importante: la violenza sulle donne non è solo fisica, non si manifesta solo con il colpo o con l’aggressione. Esiste anche la violenza psicologica, sottile, manipolatoria, e quella verbale, che usa le parole per ferire, umiliare o svalutare.

De Simoni insiste su un punto cruciale: il calcio deve assumersi la responsabilità di essere esempio. “Abbiamo il dovere di essere noi i primi a dare il buon esempio, promuovendo messaggi corretti e di rispetto.” Per decenni lo sport è stato terreno dove linguaggi aggressivi, metafore violente e atteggiamenti dominanti venivano normalizzati.

Oggi, grazie al lavoro della LND, si compie un passo culturale diverso, necessario e coraggioso: educare a un linguaggio che non trasforma il campo in un modello di comportamento sociale distorto. Le parole usate negli stadi e nei campi di periferia arrivano ai bambini, si sedimentano nella quotidianità, contribuiscono a costruire ciò che consideriamo accettabile. Ecco perché il calcio dilettantistico deve essere presidio educativo.

Violenza sulle donne, un mese di iniziative diffuse su tutto il territorio italiano

Il mese di novembre è stato un laboratorio di idee e azioni. La LND, attraverso la sua Area Responsabilità Sociale, ha costruito un percorso articolato che ha coinvolto atleti, dirigenti, federazioni, genitori e tifoserie.

Le iniziative contro la violenza sulle donne si sono intrecciate in un progetto comune: rendere il calcio un alleato contro la violenza sulle donne. Ogni comitato regionale, ogni delegazione, ogni società ha portato un contributo concreto, dando vita a una mobilitazione nazionale.

Tra i momenti più significativi contro la violenza sulle donne c’è la lettura, su tutti i campi dilettantistici, di un messaggio dedicato al 1522, il numero nazionale antiviolenza e stalking promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità e attivo 24 ore su 24. È un gesto semplice ma capace di raggiungere migliaia di persone, spesso lontane dalle campagne istituzionali. La LND conosce bene il valore della capillarità: il calcio dilettantistico arriva ovunque, nei piccoli centri come nelle periferie delle grandi città, ed è proprio lì che un messaggio può diventare decisivo.

Il 1522 rappresenta una via di uscita, un punto di contatto per le donne che vivono situazioni di abuso e non sanno a chi rivolgersi. Anche grazie al calcio, il numero arriva sulle panchine, sugli spalti, nelle società sportive, trasformando un’informazione in un possibile gesto di salvezza.

La campagna “Fare squadra contro la violenza”: le storie che educano

Tra le iniziative più forti del mese contro la violenza sulle donne troviamo “Fare squadra contro la violenza”, ideata da Gaia Simonetti. È una campagna che ha portato all’interno del mondo dilettantistico testimonianze dirette di genitori che hanno perso le proprie figlie per femminicidio. Il calcio diventa così luogo di ascolto, di formazione emotiva e di confronto reale.

Non c’è teoria più efficace della testimonianza. Quando un genitore racconta il proprio dolore, quando la storia di una figlia strappata alla vita viene pronunciata davanti ad allenatori, giocatori e giovani tesserati, allora la violenza sulle donne smette di essere un concetto astratto e diventa un fatto reale, vicino, possibile. La LND ha scelto di non nascondersi dietro la distanza, ma di affrontare il tema con umanità e partecipazione, portando nelle società sportive il racconto di ciò che non deve più accadere.

Il valore di questa iniziativa contro la violenza sulle donne si misura anche nella sua capacità di creare consapevolezza intergenerazionale. Le storie non parlano solo agli adulti, ma entrano nella coscienza dei ragazzi che frequentano gli spogliatoi, che vivono il calcio come una palestra di vita. Educarli oggi significa proteggerli domani, significa far crescere una generazione capace di riconoscere un abuso, di rifiutare comportamenti tossici, di costruire relazioni sane.

Il ruolo dei Comitati Regionali: una rete che sostiene e protegge

La struttura della LND è un mosaico complesso di comitati regionali, delegazioni provinciali e decine di migliaia di società affiliate. È una rete che rappresenta uno dei presidi sportivi più diffusi del Paese. Questa rete, nel mese dedicato alla sensibilizzazione, si è trasformata in un grande motore di responsabilità sociale.

Ogni territorio ha declinato le iniziative secondo le proprie realtà, costruendo appuntamenti formativi, letture pubbliche, conferenze, partite dedicate e momenti di confronto. La forza della LND sta nella sua capacità di arrivare nelle scuole, nelle famiglie, nei piccoli centri, nei campi in terra battuta e negli impianti più moderni, parlando sempre lo stesso linguaggio: quello del rispetto.

Il percorso intrapreso ha un obiettivo chiaro e condiviso: educare al riconoscimento dei segnali di abuso, sensibilizzare sul valore del consenso, insegnare che il legame tra sport e responsabilità sociale non è accessorio, ma essenziale. In molti contesti il campo dilettantistico è un punto di riferimento sociale. Fare di questi luoghi spazi sicuri, aperti all’ascolto e alla prevenzione, significa costruire comunità più forti.

Dal campo alla vita: il calcio come strumento educativo

La LND ribadisce un principio che dovrebbe essere scolpito nella cultura sportiva italiana: lo sport è educazione. Non è solo competizione. Non è solo risultato. Insegnare a un bambino a giocare a calcio significa insegnargli la disciplina, il rispetto, la capacità di ascoltare, di collaborare, di riconoscere l’altro. Significa contrastare alla radice l’idea che forza, possesso o controllo possano essere applicati alle relazioni umane.

Il calcio dilettantistico ha un compito fondamentale, che spesso supera quello agonistico. Le società si trasformano in punti di riferimento, talvolta in famiglie allargate. Allenatori, dirigenti e accompagnatori diventano figure educative che possono contribuire a cambiare destini e mentalità. La LND lo sa e lo dimostra con un lavoro continuo, fatto di iniziative sulla violenza sulle donne che non si limitano a un giorno all’anno.

La responsabilità civile dello sport: un impegno che non si ferma

Con le iniziative di novembre, la Lega Nazionale Dilettanti conferma un’identità precisa: lo sport non può sottrarsi al proprio ruolo civile. Il calcio, con la sua popolarità e la sua influenza, ha il potere di cambiare le culture. Non può farlo da solo, ma può dare voce, volume e visibilità alle battaglie più importanti del nostro tempo.

La violenza sulle donne è una questione che riguarda tutti, non solo chi la subisce. Coinvolge la società nella sua interezza, richiede empatia, conoscenza e presenza. La LND mostra cosa significhi essere all’altezza di questa responsabilità: leggere messaggi sui campi, sostenere il 1522, accogliere testimonianze di dolore ma anche di speranza, offrire formazione continua agli adulti e ai giovani, costruire un ambiente sportivo capace di riconoscere e rifiutare ogni forma di abuso.

Lo sport non è solo ciò che avviene tra due porte o dentro una palestra. È cultura, comunità, identità condivisa. Con il suo impegno, la LND dimostra che il calcio dilettantistico è un presidio sociale in grado di accogliere, orientare ed educare. È una rete che sostiene e protegge, che offre un rifugio simbolico e materiale.

Un calcio che sceglie di cambiare le cose

La LND non si limita a organizzare campionati, ma costruisce percorsi. Non si limita a regolamentare partite, ma rafforza comunità. Le iniziative di novembre sono un tassello di un progetto più ampio, che vede lo sport come forza sociale. La violenza sulle donne è un fenomeno complesso, ma il calcio può contribuire a contrastarlo con la cultura, l’educazione e il coinvolgimento emotivo.

“Il possesso vale solo sul pallone” non è solo un claim. È una presa di posizione che invita a guardare il calcio non come un mondo separato, ma come parte viva della società. È un invito a non tacere, a partecipare, a educare. E la LND, con la sua capillarità, la sua passione e la sua storia, ha dimostrato di saper fare la propria parte nella violenza sulle donne.

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