Il nuovo stop del Legnago Salus maturato allo stadio Mario Sandrini ha lasciato un’ombra lunga sulle ambizioni della squadra di Gianni D’Amore, caduta per 1-0 contro un Mestre solido, cinico e capace di sfruttare l’unico vero episodio decisivo della gara. È una sconfitta, quella del Legnago Salus, che fa rumore non tanto per il punteggio, minimo ma pesante, quanto per il modo in cui è maturata e per il momento stagionale in cui si inserisce. Il Legnago arriva da una fase complicata, reduce dal ko contro l’Este e ora costretto a rallentare nuovamente, uscendo temporaneamente dalla zona playoff del girone C di Serie D.
Legnago Salus in Serie D: analisi di una battuta d’arresto
Il pubblico del Sandrini si aspettava una reazione immediata, una prestazione di carattere e la capacità di mettere alle corde un avversario ostico come il Mestre, squadra fisica, equilibrata e guidata con mano esperta da Romano Perticone. La reazione, almeno sul piano dell’impegno, non è mancata.
Ciò che è mancato, invece, è stato il guizzo, la precisione, la concretezza sotto porta. La sensazione finale è che il Legnago Salus abbia prodotto, costruito, insistito, ma senza riuscire a far male davvero. La Serie D è un campionato che non perdona disattenzioni o cali minimi di concentrazione. E la gara del Sandrini ne è stata una perfetta dimostrazione.
Legnago Salus, l’avvio promettente e le trame costruite dal Legnago
La partita era cominciata nel migliore dei modi per il Legnago Salus. L’impostazione tattica, un 3-4-2-1 votato al controllo della palla, sembrava funzionare sin dalle prime battute. Businarolo tra i pali, il terzetto difensivo Legal–Tonica–Pegoraro, un centrocampo dinamico con Verzeni e Zanetti sugli esterni e la coppia fisico-tecnica Brandi–Perseu in mezzo. Davanti, Soragni e Moratti a supporto di Della Salandra.
Il Legnago Salus ha subito preso in mano il possesso, cercando di verticalizzare e muovere la difesa del Mestre con scambi rapidi, soprattutto tra Soragni e Moratti. Al 5’ la prima mischia nell’area ospite aveva acceso gli entusiasmi, mentre un minuto più tardi Brandi aveva provato il tiro dal limite, seppur senza fortuna. La squadra appariva tonica, aggressiva, determinata.
Il Mestre, dal canto suo, aveva risposto con qualche fiammata, soprattutto grazie alla velocità di Bangal, una spina nel fianco sin dai primi minuti. Ma il Legnago sembrava avere il controllo del ritmo, gestiva i tempi, alternava costruzione e verticalità. L’impressione era che il gol potesse arrivare da un momento all’altro.
Un primo tempo vivace ma senza reti
Nel cuore del primo tempo il Legnago Salus è cresciuto ulteriormente. Al 23’ Soragni ha provato la conclusione dal limite dopo un recupero alto della squadra, segno di un pressing ben orchestrato. Poi Perseu, con una punizione ben calibrata al 27’, ha costretto Maffi a un volo plastico che ha evitato l’1-0. Il portiere del Mestre è stato uno dei protagonisti indiscussi della partita, sempre reattivo, sempre presente nei momenti chiave.
La squadra di Perticone ha risposto al 33’ con un colpo di testa finito a lato, ma il vero brivido ospite è arrivato al 42’ quando Avdullari, sugli sviluppi di un’azione rapida, ha costretto Businarolo a una parata decisiva a distanza ravvicinata. È stato il momento più pericoloso del Mestre nella prima frazione e il Legnago ha rischiato grosso.
Il primo tempo si è chiuso sullo 0-0, con i padroni di casa leggermente più propositivi ma non ancora in grado di far pendere la bilancia dalla loro parte. Era una partita aperta, intensa, dal ritmo alto.
La ripresa e la doccia fredda firmata Melchiori
La seconda parte di gara, però, ha preso una piega completamente diversa. Il ritmo è calato, complice un po’ di stanchezza e qualche imprecisione di troppo nella circolazione di palla. E mentre il Legnago Salus provava a riprendere il filo del discorso, è arrivato il colpo che ha deciso il match.
All’8’ Pegoraro era stato bravo a chiudere su un pericoloso traversone, ma un minuto più tardi è arrivata la giocata chiave. Da un calcio d’angolo battuto magistralmente da Melchiori dalla sinistra, il pallone ha disegnato una traiettoria arcuata che ha beffato la difesa biancazzurra. Corti lo ha spinto in rete, ma la palla aveva già superato la linea. Una beffa che ha gelato il Sandrini e messo la partita in salita.
Il nuovo stop Legnago Salus è nato esattamente lì, in quel singolo istante di distrazione costato carissimo.
Le mosse di D’Amore e la ricerca di un pareggio mai trovato
Sotto di un gol, D’Amore ha cambiato assetto, inserendo Filiciotto, Zoli e Faye per aumentare il peso offensivo e dare nuova linfa alla manovra. Il Legnago ha reagito con carattere, riprendendo a cercare spazi tra le linee e ampliando la manovra sugli esterni. Perseu, sempre tra i più attivi, è entrato in area al 20’ con una pregevole azione personale, fermata in extremis.
Al 30’ lo stesso Perseu ha provato un’altra conclusione, bloccata da Maffi con sicurezza. Il Legnago Salus ci ha provato anche al 29’, con un traversone dalla sinistra respinto dai difensori mestrini. Era un assedio costante, ma mai realmente feroce, mai davvero capace di mettere alle corde il Mestre.
Gli ospiti non sono rimasti a guardare e al 37’ hanno colpito una traversa con Avdullari, segno che la squadra di Perticone non aveva alcuna intenzione di farsi schiacciare. Al 43’ Corti ha costretto ancora Businarolo a un intervento significativo, mentre dall’altra parte Maffi si confermava invalicabile.
Nel finale, il Legnago Salus ha sfiorato il pareggio due volte: al 47’ Brandi ha calciato a colpo sicuro trovando però un difensore sulla linea, e al 50’ Perseu ha impegnato nuovamente Maffi da distanza ravvicinata.
L’arbitro Paccagnella ha fischiato la fine dopo cinque minuti di recupero, sancendo un verdetto amaro ma inevitabile.
Cosa significa questa sconfitta per il Legnago Salus
Questo nuovo stop Legnago Salus ha un peso preciso nella classifica e nell’umore della squadra. Due sconfitte consecutive rischiano di minare certezze e rallentare un percorso che, fino a poche settimane fa, sembrava perfettamente allineato alle ambizioni playoff.
La battuta d’arresto contro l’Este poteva essere archiviata come un incidente di percorso. Questa seconda sconfitta, invece, impone una riflessione più ampia. Il Legnago ha qualità, organizzazione, idee di gioco, ma oggi sembra mancare quel tocco di cattiveria sportiva che permette di chiudere le partite oppure di rimetterle in piedi anche quando il vento soffia forte contro.
L’aspetto positivo è che la squadra crea. Non manca la costruzione, non manca il volume di gioco, non manca la personalità nel gestire il pallone. Ma i dettagli stanno facendo la differenza e, in Serie D, ogni dettaglio pesa come un macigno.
La prospettiva del prossimo turno e l’occasione di rilancio
Nel prossimo turno il Legnago Salus affronterà il Portogruaro, fanalino di coda del girone. Una gara che, almeno sulla carta, sembra l’occasione perfetta per ritrovare morale, punti e continuità. Ma sarà fondamentale non sottovalutare l’avversario, perché il Portogruaro venderà cara la pelle nel tentativo di togliersi da una posizione pericolosa.
Serve concretezza, serve lucidità, serve una prestazione solida dal primo all’ultimo minuto. Il Legnago Salus ha tutto per rialzarsi e tornare protagonista, ma questa volta dovrà farlo con i fatti più che con le intenzioni.
Un passaggio a vuoto da trasformare in risorsa
Il nuovo stop Legnago Salus non deve diventare una condanna né un marchio negativo sulla stagione. Può e deve essere un campanello d’allarme. La squadra ha le qualità per correggere la rotta, per tornare alla vittoria e per riprendere posto in una zona playoff alla portata.
Serve equilibrio, attenzione ai particolari e cinismo nelle situazioni decisive. Il calcio è fatto di episodi e il Legnago ha dimostrato di saper stare in campo con personalità. Ora è il momento di far fruttare questo patrimonio tecnico e mentale. La stagione è lunga, il margine c’è e il tempo anche.
Il Sandrini attende risposte, e il prossimo turno sarà la prima grande occasione per mostrarle.



