Alimentazione e sport non sono due binari paralleli che ogni tanto si incrociano. Sono lo stesso percorso, la stessa strada su cui si misurano crescita, salute e felicità di migliaia di ragazze e ragazzi che ogni settimana allacciano gli scarpini nei campi del nostro Paese. La ricorrenza del 16 ottobre, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione promossa dalla FAO, è il contesto ideale per ribadire che alimentazione e sport vanno raccontati insieme, vissuti insieme, insegnati insieme. Ecco perché la Lega Nazionale Dilettanti ha deciso di scendere in campo, affiancata da Coldiretti, con una campagna di sensibilizzazione che parla il linguaggio delle famiglie, delle scuole calcio, dei territori.
Il punto è chiaro: alimentazione e sport sono il cuore del benessere dei giovani tesserati. Non si tratta solo di tabelle nutrizionali o di performance atletiche. Si tratta di immaginare un futuro in cui il calcio dilettantistico sia un alleato quotidiano nella costruzione di abitudini sane e consapevoli. In questo orizzonte, le famiglie hanno un ruolo decisivo. Sono loro, prima degli allenatori e dei preparatori, a insegnare il valore del cibo, a mostrare come alimentazione e sport possano convivere nella routine di casa, nel fare la spesa, nel cucinare insieme.
Un pallone che educa: la visione della Lega Dilettanti
Quando Luca De Simoni, Coordinatore Area CSR della Lega Dilettanti, ricorda che «parlare di alimentazione e sport significa prendersi cura del benessere dei nostri giovani», individua una priorità che trascende le categorie. Alimentazione e sport è una formula che funziona tanto nel settore giovanile quanto nelle prime squadre, perché porta con sé un’idea di calcio come comunità educante. La campagna nasce da qui: dalla convinzione che la LND possa essere il ponte tra la cultura sportiva e la cultura alimentare, unendo dirigenti, allenatori, genitori e amministrazioni locali.
La collaborazione con Coldiretti non è un dettaglio accessorio. È la scelta di dialogare con chi, quotidianamente, presidia la qualità della filiera. Alimentazione e sport diventano così un racconto unico: dai campi di allenamento ai mercati contadini, dalle cucine di casa alle mense scolastiche, dai consigli dei mister alle competenze dei produttori. In questa trama, i ragazzi e le ragazze imparano che la forma fisica nasce molto prima della partita, già nel carrello della spesa e nel piatto.
Coldiretti in campo: dalla filiera al carrello
Il progetto condiviso parte da un’intuizione semplice e potentissima: per spiegare alimentazione e sport a un adolescente non basta una lezione frontale, serve un’esperienza concreta. Ecco perché la campagna prevede uscite insieme ai produttori, visite ai mercati, momenti in cui i giovani tesserati, accompagnati dalle famiglie, possano toccare con mano i prodotti, ascoltare le storie di chi li coltiva, scoprire come stagionalità, provenienza e freschezza impattino su salute ed energia. Alimentazione e sport, in questo contesto, smettono di essere concetti astratti e diventano scelte quotidiane.
La presenza di Coldiretti, associazione radicata su tutto il territorio nazionale, garantisce accesso a una rete capillare di aziende agricole e mercati, trasformando ogni tappa in un laboratorio all’aria aperta. L’idea è che i giovani capiscano come leggere un’etichetta, perché privilegiare la stagionalità, in che modo un pasto equilibrato migliori la qualità degli allenamenti e, a cascata, della vita di tutti i giorni. Chi si occupa di alimentazione e sport sa che l’apprendimento passa anche dalla curiosità: vedere, annusare, assaggiare, fare domande, diventare protagonisti.
Alimentazione e sport nella quotidianità delle famiglie
Perché il progetto è centrato sulle famiglie? Perché la partita più importante si gioca a casa. La spesa settimanale, la preparazione della colazione, l’organizzazione degli orari tra scuola, allenamenti e sonno: ogni dettaglio incide. Alimentazione e sport significano sapere che cosa mettere nel piatto prima e dopo la partita, come gestire l’idratazione, quali snack scegliere nello zaino. Ma significa anche educare all’ascolto del proprio corpo, al rispetto dei ritmi, alla consapevolezza che il benessere non è un risultato immediato bensì un equilibrio da coltivare.
Le famiglie sono la cabina di regia di questo equilibrio. Per loro, la campagna della LND con Coldiretti offrirà strumenti narrativi e pratici: parole semplici, esempi concreti, ricette facili da replicare, idee per trasformare alimentazione e sport in un gioco condiviso. L’obiettivo è generare un circolo virtuoso: genitori informati, figli motivati, società sportive supportate da una comunità che comprende quanto il cibo sia parte integrante dell’allenamento.
Dalla teoria al campo: attività esperienziali che lasciano il segno
La forza del progetto sta nella sua dimensione esperienziale. Alimentazione e sport diventano protagonisti di giornate in cui i ragazzi si muovono tra banchi di frutta e verdura, incontrano allevatori e panificatori, visitano aziende, osservano come nascono i prodotti e come arrivano in tavola. In parallelo, nei centri sportivi, si terranno incontri divulgativi con dietisti, medici dello sport e preparatori, per tradurre le scelte alimentari in gesti tecnici: il riscaldamento, la gestione dello sforzo, il recupero.
La Lega Nazionale Dilettanti, grazie alla sua rete, può garantire che alimentazione e sport siano trattati con rigore e passione. La presenza di professionisti qualifica l’offerta, mentre i formati scelti – brevi, coinvolgenti, partecipati – permettono di intercettare l’attenzione di pubblici diversi. Il filo conduttore rimane sempre lo stesso: alimentazione e sport come alleati, non come imposizioni.
Alimentazione e sport e benessere psico-fisico
C’è un aspetto spesso sottovalutato quando si parla di alimentazione e sport: la dimensione mentale. Un’alimentazione corretta non incide soltanto sulla forza o sulla resistenza, ma anche sulla concentrazione, sull’umore, sulla capacità di gestire la pressione che persino i più giovani avvertono nelle partite importanti. La qualità del sonno, a sua volta, dialoga con il cibo e con i carichi di allenamento. Alimentazione e sport, in questa chiave, disegnano un cerchio di benessere che include mente e corpo e che aiuta i ragazzi a conoscersi, a rispettarsi, a crescere con consapevolezza.
Questo approccio integrato è in linea con i principi promossi dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, che da anni promuove la cultura dell’educazione attraverso il gioco. Alimentazione e sport si inseriscono perfettamente in questa cornice: coltivare sane abitudini significa anche ridurre gli abbandoni sportivi, migliorare la socialità, sostenere l’autostima.
I numeri che spiegano l’urgenza
La Giornata Mondiale dell’Alimentazione non è un semplice appuntamento in calendario. È l’occasione per guardare ai dati, capire dove siamo, decidere dove vogliamo andare. In Italia, istituti come l’Istat offrono fotografie preziose degli stili di vita delle famiglie e dei giovani. La lettura di questi scenari conferma l’importanza di progetti che tengano insieme alimentazione e sport, con particolare attenzione alla fascia d’età in cui si formano abitudini destinate a durare.
Il calcio di base è un osservatorio privilegiato: intercetta numeri enormi, accomuna contesti socioeconomici diversi, mette in relazione il tessuto associativo con la scuola e con i servizi pubblici. Alimentazione e sport, qui, possono davvero fare la differenza, perché la palestra dell’educazione alla salute è quotidiana, capillare, inclusiva.
Il ruolo degli allenatori e delle società
In ogni società dilettantistica c’è un patrimonio inestimabile di volontari, dirigenti, mister e preparatori. Sono loro a tradurre alimentazione e sport in una grammatica comprensibile ai ragazzi. Con parole semplici, con esempi, con il proprio comportamento. Il progetto della LND prevede momenti di formazione dedicati a queste figure, affinché alimentazione e sport vengano trasmessi con coerenza: dall’allenamento alla partita, dalla riunione tecnica alla festa di fine stagione.
Non si chiede agli allenatori di diventare nutrizionisti, ma di acquisire strumenti di base per orientare le scelte, rispondere a dubbi, suggerire pratiche sostenibili. Alimentazione e sport diventano così un patrimonio condiviso, una lingua comune capace di arrivare anche a chi vive contesti più fragili, dove l’accesso a cibi sani può non essere scontato.
Alimentazione e sport: linee guida che diventano abitudini
Tradurre principi in abitudini è la sfida più bella. Alimentazione e sport significano, ad esempio, imparare a costruire la colazione delle giornate di allenamento, capire come gestire il pasto pre-partita, scegliere il recupero post-gara con alimenti semplici e nutrienti. Significano anche saper riconoscere la fame vera dalla voglia di snack, scoprire l’importanza dell’acqua e della frutta, fare pace con la parola “moderazione” senza rinunciare al gusto.
Il Ministero della Salute mette a disposizione materiali divulgativi e campagne permanenti che dialogano perfettamente con questa impostazione. Chi vuole approfondire può partire dalla sezione dedicata a stili di vita e nutrizione sul portale del Ministero, che offre un quadro utile per integrare alimentazione e sport nella routine familiare. Un riferimento istituzionale, al pari della FAO e dell’Istat, che aiuta a collocare la campagna in un ecosistema autorevole. Per ulteriori risorse, è possibile consultare il portale salute.gov.it per orientarsi tra raccomandazioni e buone pratiche.
Il valore della filiera corta: educare con l’esempio
Quando un ragazzo visita un’azienda agricola, capisce che esiste una relazione viva tra il gesto di allenarsi e il gesto di nutrirsi. Alimentazione e sport si rispecchiano: il rispetto della terra, dei tempi di maturazione, della qualità delle materie prime diventa rispetto del proprio corpo, dei tempi di recupero, della qualità dell’allenamento. La filiera corta racconta una storia di prossimità e responsabilità, che la collaborazione con Coldiretti permette di vivere da protagonisti.
Ritrovare stagionalità e semplicità è un atto educativo potente. In un frigorifero che ospita frutta e verdura fresche, yogurt naturali, cereali integrali, l’idea di alimentazione e sport prende forma concreta. È un laboratorio domestico dove i figli imparano dai genitori e i genitori si lasciano sorprendere dall’entusiasmo dei figli.
Comunicare con i giovani: linguaggi e strumenti
Perché un progetto funzioni deve imparare a parlare con chi lo abiterà. Alimentazione e sport saranno raccontati con video brevi, quiz, format social e testimonianze di atlete e atleti dei campionati dilettantistici che condivideranno la propria routine alimentare. L’attenzione non sarà rivolta solo ai “bravissimi”, ma alla normalità: a chi concilia studio, allenamenti, amicizie; a chi affronta trasferte, a chi sperimenta per la prima volta l’autonomia nella gestione dei pasti fuori casa. Alimentazione e sport diventeranno un racconto plurale, dove ogni ragazzo possa riconoscersi.
La Lega Nazionale Dilettanti metterà a disposizione i propri canali per amplificare storie e risultati. Per conoscere le iniziative e i calendari territoriali, sarà possibile seguire gli aggiornamenti sul sito ufficiale della LND, che fungerà da hub del progetto. Un ecosistema in cui informarsi, iscriversi agli eventi, scaricare materiali, proporre idee. In questa rete, l’alleanza tra alimentazione e sport potrà crescere con continuità.
Misurare l’impatto: dalla partecipazione ai cambiamenti reali
Una campagna efficace non si misura solo in termini di visualizzazioni o presenze agli eventi. Si misura nel cambiamento delle abitudini. Alimentazione e sport, per diventare davvero patrimonio stabile, richiedono monitoraggio e ascolto. La LND predisporrà strumenti di valutazione semplici: questionari alle famiglie, schede di autovalutazione per i ragazzi, feedback degli allenatori. L’obiettivo è capire che cosa funziona, che cosa va migliorato, come facilitare la partecipazione di tutte le società, anche le più piccole.
La collaborazione con attori istituzionali e con il mondo della scuola potrà rafforzare la solidità metodologica. Alimentazione e sport, infatti, toccano ambiti che vanno oltre il calcio: educazione civica, sostenibilità ambientale, riduzione degli sprechi, inclusione. Più la rete sarà ampia, più il risultato sarà duraturo.
Alimentazione e sport: una scelta culturale
Vivere alimentazione e sport come un unico capitolo della stessa storia significa compiere una scelta culturale. Significa ripensare le feste di fine stagione, migliorare l’offerta delle mense nelle giornate di torneo, selezionare sponsor coerenti con i valori che si vogliono trasmettere. Significa anche saper dire dei no: no a cibi ultraprocessati offerti come premio, no a messaggi contraddittori che confondono i ragazzi. Le società che abbracciano alimentazione e sport come orizzonte educativo diventano presidi di salute nel quartiere, esempi per altre discipline, magneti di fiducia per le famiglie.
Questa coerenza rafforza il legame con il territorio. I mercati contadini, le aziende locali, le amministrazioni comunali riconoscono nelle società dilettantistiche interlocutori credibili. Alimentazione e sport diventano allora la chiave per costruire progetti condivisi, bandi, eventi pubblici. Un capitale sociale che cresce nel tempo.
Il calcio come alleato della salute pubblica
Non è retorica definire il calcio dilettantistico una infrastruttura della salute. In un Paese che invecchia e che vive squilibri territoriali marcati, alimentazione e sport insegnati ai più giovani sono la migliore prevenzione. I costi sanitari risparmiati domani nascono dalle scelte consapevoli di oggi. Il calcio, per diffusione e capacità aggregativa, può portare alimentazione e sport nelle case di chi altrimenti resterebbe ai margini delle campagne di sensibilizzazione.
Questa visione si inserisce perfettamente nel quadro globale disegnato dalla FAO con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e dialoga con le strategie nazionali. Una sinergia che la LND, insieme a Coldiretti, può trasformare in buone pratiche replicabili, adattabili alle specificità locali e sostenibili nel tempo.
Dalla Giornata Mondiale dell’Alimentazione a un impegno quotidiano
La spinta simbolica del 16 ottobre serve ad accendere i riflettori, ma la vera sfida comincia il giorno dopo. Alimentazione e sport devono entrare nei calendari delle società come allenamenti e partite: appuntamenti ricorrenti, appuntamenti attesi. La campagna nasce con questo intento, trasformare una ricorrenza in un’abitudine, un evento in una stagione di cambiamento.
Per i giovani tesserati, ogni attività esperienziale sarà un tassello in più nel mosaico della crescita. Per i genitori, un’occasione per fare rete, scambiarsi consigli, imparare a distinguere il marketing dalla qualità. Per gli allenatori, un repertorio di strumenti per guidare non solo il gesto tecnico ma la persona. Alimentazione e sport, così, diventano un progetto educativo totale.
Come partecipare e dove informarsi
Le società interessate potranno trovare informazioni e materiali sul sito della Lega Nazionale Dilettanti e sui canali dedicati alla responsabilità sociale, oltre che seguire gli aggiornamenti sulle iniziative territoriali promosse con Coldiretti. È utile tenere come bussola le risorse delle istituzioni competenti: la pagina della Giornata Mondiale dell’Alimentazione della FAO, la sezione Giovani della FIGC e i dati e gli approfondimenti dell’Istat. Questi riferimenti, insieme alle indicazioni del Ministero della Salute, costruiscono la cornice entro cui leggere e potenziare il progetto, mantenendo sempre al centro l’incontro tra alimentazione e sport.
Una campagna che può fare scuola
Se il calcio è uno specchio del Paese, allora questa iniziativa può diventare un modello per altre discipline, per le scuole, per le associazioni culturali. Alimentazione e sport sono un binomio che oltrepassa i confini del campo: parlano di cittadinanza, di ambiente, di equità. La presenza di Coldiretti garantisce un presidio autorevole sulla filiera, la LND offre la rete associativa e la passione, le famiglie portano la quotidianità. È una formula semplice che funziona proprio perché mette insieme mondi diversi intorno a un obiettivo condiviso.
In questa prospettiva, il successo non si misurerà soltanto in gol o trofei, ma nella qualità della vita dei ragazzi e delle ragazze che, grazie a una diversa relazione tra alimentazione e sport, scopriranno un modo nuovo di stare al mondo. Un modo che profuma di erba tagliata e di pane appena sfornato, di sudore buono e di frutta di stagione, di amicizia e di consapevolezza.
L’alleanza che fa crescere
In fondo, tutto si riassume in un’immagine: una famiglia che sceglie insieme cosa mettere nel carrello, un allenatore che sorride vedendo i suoi allievi arrivare al campo con la borraccia piena, una società che organizza la giornata della salute con i produttori locali. Alimentazione e sport non sono slogan, sono pratiche. E quando diventano pratiche condivise, danno forma a una comunità più forte, più sana, più felice. La campagna della Lega Dilettanti, in partenariato con Coldiretti, nasce per questo: per trasformare il calcio di base in un’educazione alla vita, dove ogni passaggio, ogni dribbling, ogni scelta a tavola contribuisce alla stessa partita.



