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sabato 25 Ottobre 2025
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Benin, possibile colpo Mondiali: storia e speranza

Il Benin è uno dei Paesi più affascinanti dell’Africa Occidentale. Con una popolazione di circa 13 milioni di abitanti e un’età media che si aggira intorno ai 18 anni, è una nazione giovane, dinamica, in piena evoluzione. Ma le sue radici sono antiche e profonde. È conosciuto nel mondo come la culla della religione Vudù, una tradizione spirituale che ha influenzato culture e continenti, ha leggende che hanno ispirato racconti e film. E ora, in un contesto completamente diverso, il Benin potrebbe scrivere una nuova pagina di storia, questa volta sportiva.

Benin: il sogno Mondiale e l’errore del Sudafrica

La corsa alla qualificazione per il Mondiale FIFA 2026 ha preso una piega inaspettata. Il Benin, che non ha mai partecipato alla fase finale della Coppa del Mondo e che nella sua storia calcistica non è mai andato oltre i quarti di finale della Coppa d’Africa, si trova improvvisamente in testa al Gruppo C delle qualificazioni CAF. Un risultato che, fino a poche settimane fa, sembrava improbabile. A cambiare le sorti del girone è stato un errore clamoroso del Sudafrica, che ha schierato il centrocampista Teboho Mokoena nonostante fosse squalificato per somma di ammonizioni. La partita contro il Lesotho, vinta 2-0 sul campo, è stata annullata dalla FIFA e trasformata in una sconfitta a tavolino per 3-0.

Benin: la nuova classifica e il vantaggio del Benin

Con questo verdetto, il Sudafrica ha perso tre punti fondamentali e si è ritrovato appaiato al Benin a quota 14. Ma la differenza reti premia i “Ghepardi”, soprannome della nazionale beninese, che vantano un +4 contro il +3 dei Bafana Bafana. A due giornate dalla fine del girone, il Benin è padrone del proprio destino. Se dovesse mantenere la posizione, si qualificherebbe direttamente per il Mondiale 2026, un traguardo mai raggiunto prima. Le ultime due sfide saranno decisive: il Benin affronterà Ruanda e Nigeria, mentre il Sudafrica se la vedrà con Zimbabwe e Ruanda.

Una nazionale in crescita e un tecnico esperto

Alla guida della nazionale c’è il tedesco Gernot Rohr, già selezionatore della Nigeria, che ha portato esperienza e organizzazione. Il gruppo è giovane, motivato, e può contare su alcuni elementi di valore internazionale. Tra questi spicca Hountondji, attaccante in forza al St. Pauli in Germania, in prestito dal Burnley. Con tre gol in nazionale, è uno dei protagonisti di questa cavalcata. “Ci restano due partite e, se le vinciamo entrambe, abbiamo buone possibilità di qualificarci direttamente”, ha dichiarato al sito della FIFA, esprimendo tutta la determinazione di una squadra che non vuole fermarsi.

Il contesto e il significato di un’impresa

Il Benin è uno dei Paesi più indigenti al mondo, secondo l’Indice di Sviluppo Umano dell’ONU. Ma nel calcio, come spesso accade, le gerarchie possono essere sovvertite. La qualificazione al Mondiale rappresenterebbe non solo un successo sportivo, ma un messaggio di speranza e di riscatto. Sarebbe la dimostrazione che anche una nazione con risorse limitate può competere con le grandi, può sognare, può vincere. E nella patria del Vudù, dove gli spiriti sono parte della vita quotidiana, molti vedono in questa corsa al Mondiale una manifestazione di benevolenza, un segno che qualcosa di straordinario sta per accadere.

Le sfide decisive e l’attesa di un popolo

Il calendario è chiaro. Dal 10 al 14 ottobre, il Benin giocherà le sue ultime due partite del girone. Ogni minuto sarà cruciale, ogni gol potrà fare la differenza. La Nigeria è un avversario temibile, con una tradizione calcistica consolidata. Ma il Benin ha già dimostrato di poter sorprendere. La vittoria contro il Ruanda ha consolidato la leadership, e ora la squadra è pronta a giocarsi tutto. Il Sudafrica, dal canto suo, dovrà affrontare lo Zimbabwe in trasferta e poi il Ruanda in casa. Ma il morale è scosso, e l’errore disciplinare pesa come un macigno.

Un calcio che racconta storie

Il calcio africano è pieno di storie incredibili, di squadre che hanno sfidato le probabilità, di popoli che hanno trovato nel pallone un motivo di orgoglio e di unità. Il Benin potrebbe aggiungersi a questa lista, diventando una delle sorprese più belle del Mondiale 2026. Sarebbe un colpo di scena senza precedenti, una favola moderna che parla di talento, di fortuna, di perseveranza. E sarebbe anche un’occasione per il mondo intero di conoscere meglio una nazione ricca di cultura, di storia, di spiritualità.

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