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Matti per il calcio: lo sport che cura e include

Dal 25 al 27 settembre, San Benedetto del Tronto ospiterà la XVII edizione di “Matti per il calcio”, la rassegna nazionale promossa dall’Uisp che mette al centro il valore sociale dello sport. Lo stadio Giulio Merlini, casa della Sambenedettese, si trasformerà in un luogo di incontro, cura e relazione, accogliendo dodici squadre miste composte da persone con disagio mentale, medici, infermieri, operatori sportivi e familiari. Un evento che non è solo sportivo, ma profondamente culturale, capace di ribaltare stereotipi e costruire ponti tra mondi che troppo spesso restano separati.

Matti per il calcio: lo sport che cura e include

Matti per il calcio è il cuore pulsante di un progetto che dal 1995 ha dato vita a esperienze territoriali in tutta Italia, da Torino a Roma, da Parma a Genova. Dal 2006, queste iniziative sono confluite in una rassegna nazionale completamente gratuita per i partecipanti, diventando un appuntamento atteso e riconosciuto. Il calcio a sette, con partite da due tempi di venti minuti, diventa strumento di relazione, di espressione, di riscatto. Circa trenta incontri si susseguiranno in tre giorni, con il fischio d’inizio previsto per giovedì 25 settembre alle ore 16 e le finali nella mattinata di sabato 27.

Matti per il calcio: squadre, territori e storie che si incontrano

Le squadre partecipanti arrivano da ogni angolo d’Italia, portando con sé storie, accenti e percorsi diversi. Da Torino a Milano, da Arezzo a Genova, da Parma a Pescara, ogni gruppo rappresenta un territorio e una comunità che ha scelto di investire nello sport come strumento di salute e inclusione. Tra le formazioni presenti a Matti per il calcio ci saranno Colle del Pionta Arezzo Aps e Arkadia Onlus, che rappresentano la Toscana, insieme a realtà come Follia Totale e Farsi Prossimo da Milano, Asd Terzo Tempo e Coop. La Rondine da Torino, e molte altre.

Sul prato verde dello stadio Giulio Merlini verranno tracciati due campi da gioco, pronti ad accogliere le emozioni di chi scende in campo non per vincere, ma per condividere. Ogni partita sarà un’occasione per superare barriere, per costruire fiducia, per vivere il calcio come linguaggio universale. Le squadre di Matti per il calcio sono miste, composte da uomini e donne, da pazienti e operatori, da familiari e volontari. Un modello che rompe i ruoli cristallizzati della vita ospedaliera e restituisce dignità e protagonismo a chi troppo spesso viene escluso.

Una tavola rotonda per pensare il cambiamento

Accanto al torneo, giovedì 25 settembre alle ore 11, si terrà una tavola rotonda dal titolo “Pregiudizi in fuorigioco: sport e integrazione contro le discriminazioni”, organizzata da Uisp in collaborazione con Unar e Lega Serie A, nell’ambito del progetto Sic! Sport Integrazione Coesione. L’incontro si svolgerà nella Sala Stampa dello Stadio Riviera delle Palme e vedrà la partecipazione di Italo Dosio, psichiatra pioniere di Matti per il calcio a Torino negli anni ’90. Sarà un momento di riflessione e confronto, per dare voce a chi ha costruito questo percorso e per immaginare nuove strade di inclusione.

Il progetto Sic! è uno dei tasselli fondamentali di questa edizione di Matti per il calcio, perché mette in rete istituzioni, enti sportivi e realtà del terzo settore, con l’obiettivo di promuovere una cultura dell’integrazione che parta dal basso. Lo sport, in questo contesto, diventa strumento di cittadinanza, di partecipazione, di cambiamento. E Matti per il calcio ne è l’esempio più concreto.

Il calcio come terapia e come relazione

Matti per il calcio interpreta il valore terapeutico del calcio in maniera diretta e accessibile. Il gioco diventa cura, non solo per il corpo ma anche per la mente. Scendere in campo significa assumersi responsabilità, rispettare le regole, entrare in relazione con l’altro. È un processo che coinvolge tutti: pazienti, operatori, familiari. E che produce effetti tangibili sul benessere psicofisico, sulla qualità della vita, sulla percezione di sé.

Come ha sottolineato Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp, “Matti per il calcio interpreta il valore sociale dello sport nel segno di Franco Basaglia e degli psichiatri che hanno costruito questa formula. Superare i ruoli cristallizzati della vita ospedaliera e mettere in relazione persone con disagio mentale, personale medico, operatori e familiari. In questo modo lo sport crea spazi di inclusione e contribuisce a superare il disagio mentale e i pregiudizi, promuovendo salute e benessere psicofisico”.

Un modello da raccontare e replicare

La rassegna di San Benedetto del Tronto è molto più di un evento sportivo. Matti per il calcio è un modello culturale, un laboratorio di pratiche inclusive, un racconto collettivo che merita di essere conosciuto e replicato. Ogni edizione porta con sé nuove storie, nuovi volti, nuove energie. E ogni partita giocata è un passo avanti verso una società più giusta, più aperta, più consapevole.

Il calcio, in questo contesto, non è solo competizione. È relazione, è cura, è possibilità. È il luogo dove il disagio mentale non è più stigma, ma esperienza condivisa. Dove il pregiudizio viene messo in fuorigioco, e dove la diversità diventa risorsa. Matti per il sociale è una sfida che continua, anno dopo anno, con la forza di chi crede che lo sport possa cambiare il mondo.

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