Il calcio di un'altra categoria
venerdì 24 Ottobre 2025
RISULTATI
NEWS
HomeCalcioMorto il tifoso "Manchester United" più folle e fedele

Morto il tifoso “Manchester United” più folle e fedele

Il Manchester United ha perso un tifoso storico. Era il 26 maggio 1999, una notte che avrebbe cambiato la storia del calcio e la vita di un uomo. Marin Zdravkov Levidzhov, operaio edile bulgaro e tifoso sfegatato del Manchester United, seguiva la finale di Champions League contro il Bayern Monaco dalla sua casa di Svishtov, cittadina affacciata sul Danubio.

I tedeschi erano in vantaggio 1-0 a due minuti dalla fine e Marin, in preda alla tensione e leggermente ubriaco, fece una promessa che avrebbe segnato la sua esistenza: “Se riusciamo a ribaltare il risultato, cambierò il mio nome in Manchester United”. Pochi istanti dopo, Teddy Sheringham e Ole Gunnar Solskjær scrissero una delle rimonte più epiche della storia del calcio. Il Manchester United vinse la Champions League e Marin, fedele alla parola data, decise di trasformare quella promessa in realtà.

Manchester United, quindici anni di battaglie legali

Mantenere quella promessa non fu semplice. Marin si trovò a combattere una lunga e complessa battaglia legale con i tribunali bulgari. Gli fu concesso di modificare il nome di battesimo in “Manchester”, ma il cognome “United” sollevò questioni legate al copyright del marchio. Per anni, il sogno sembrò irrealizzabile, ma Marin non si arrese. Continuò a lottare, convinto che quel nome non fosse solo una follia, ma un tributo d’amore.

Nel 2014, dopo quindici anni di ostacoli burocratici, vinse la causa. Marin Zdravkov Levidzhov divenne ufficialmente “Manchester United”. Non contento, decise di celebrare l’evento tatuandosi lo stemma del club in mezzo alla fronte, accompagnato dalle scritte “име” e “name”, che significano “nome” in bulgaro e inglese. Un gesto estremo, ma coerente con la sua dedizione assoluta.

Manchester United, una casa trasformata in santuario

La passione di Marin per lo United non si fermava al nome. La sua abitazione a Svishtov era un vero e proprio santuario dedicato alla squadra inglese. Maglie, poster, bandiere e cimeli riempivano ogni angolo. Ma ciò che rendeva unica la sua devozione era la colonia di gatti che viveva con lui, ognuno battezzato con il nome di una leggenda del club.

Il suo preferito era Beckham, ma tra i felini c’erano anche Rio, Rooney e persino Ferguson. “Sono la mia seconda squadra”, diceva. “Mi capiscono più delle persone”. Marin aveva creato un mondo parallelo, dove il Manchester United non era solo una squadra, ma una filosofia di vita, un rifugio, una famiglia.

Il rifiuto delle offerte commerciali

Nel corso degli anni, Marin ricevette diverse proposte commerciali per sfruttare la sua storia. Ma rifiutò ogni offerta. “Il nome del club è sacro, non si vende”, dichiarò con fermezza. La sua scelta non era motivata da denaro o visibilità, ma da un legame autentico e profondo. Per lui, essere Manchester United significava vivere secondo valori di lealtà, passione e fedeltà.

Il sogno realizzato a Old Trafford

Nel 2017, grazie a un’iniziativa del quotidiano britannico The Sun, Marin riuscì a realizzare il suo sogno più grande: visitare Old Trafford. Fu un momento commovente, che coronò una vita intera dedicata al club. Durante la visita, ebbe anche l’opportunità di incontrare Dimitar Berbatov, attaccante bulgaro che aveva vestito la maglia dello United anni dopo la famosa finale del 1999. Marin strinse la mano al suo connazionale, completando un cerchio iniziato con una promessa fatta da tifoso e mantenuta da uomo.

L’addio a un tifoso leggendario

Marin Zdravkov Levidzhov, conosciuto ormai da tutti come Manchester United, è morto lunedì all’età di 62 anni. La notizia ha commosso il mondo del calcio, che ha riconosciuto in lui uno dei tifosi più folli, ma anche più autentici e leggendari della storia. Il club inglese lo ha salutato con una nota ufficiale: “Addio a un tifoso leggendario”.

La sua storia è diventata simbolo di un amore assoluto, capace di superare ogni barriera. Marin non era solo un tifoso, era un uomo che aveva scelto di vivere per la sua squadra, di incarnarne il nome, i colori e lo spirito. La sua vita è stata una dichiarazione d’amore al calcio, e in particolare al Manchester United.

Un’eredità che va oltre il nome

Nonostante fosse cattolico, Marin decise di farsi battezzare in una chiesa ortodossa con il nome “Manchester United Zdravkov Levidzhov”, convinto che se la legge non lo riconosceva, almeno Dio lo avrebbe fatto. “Almeno Dio mi conoscerà con il mio vero nome”, diceva con fierezza, consapevole di aver portato la sua fede oltre ogni confine.

La sua storia è un inno alla passione, all’identità e alla libertà di essere ciò che si ama. Marin non ha mai cercato fama o denaro, ha rifiutato ogni proposta commerciale e ha vissuto la sua devozione come un atto puro. Oggi, il mondo del calcio lo saluta con rispetto e commozione. Stavolta sì, riposa in pace, Manchester United.

La vicenda di Marin ci ricorda che il calcio non è solo sport, ma anche identità, passione e appartenenza. Il suo gesto, per quanto estremo, ha raccontato qualcosa di universale: il bisogno di credere in qualcosa, di sentirsi parte di una comunità, di trovare nel calcio un senso profondo. Marin ha trasformato una promessa fatta da tifoso in un percorso di vita, lasciando un’eredità che va oltre il nome.

Il suo esempio continuerà a vivere tra i tifosi dello United e tra tutti coloro che vedono nel calcio una forza capace di unire, ispirare e trasformare. Marin Zdravkov Levidzhov non è stato solo Manchester United. È stato il simbolo di ciò che significa amare davvero una squadra.

Articoli correlati

Quarto Tempo, Abodi e la rivoluzione sostenibile del calcio

Ferrara si è trasformata, per un giorno, nella capitale del rinnovamento sportivo italiano grazie a Quarto Tempo – L’Innovazione del Calcio Dilettantistico, l’evento promosso...

Scegliamo da Campioni: il calcio sano a Quarto Tempo

Quando si parla di calcio dilettantistico, spesso si pensa a passione, sacrificio, amicizia, sogni che si rincorrono tra i campi di periferia e le...

Lega Nazionale Dilettanti: il futuro parte da un nuovo volto

La Lega Nazionale Dilettanti cambia pelle. Nella prestigiosa cornice della Sala dei Trofei di Expo Ferrara, durante l’evento Quarto Tempo, è stato svelato il...
spot_img

Ultimi Articoli