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venerdì 24 Ottobre 2025
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Quarto Tempo, FIGC e LND: la visione straordinaria di Gravina

Quarto tempo non è solo il titolo di un evento, ma l’immagine limpida di un calcio che sceglie di ascoltare prima di decidere. Nasce così, nel segno del dialogo, un luogo fisico e mentale in cui le anime del pallone italiano si danno appuntamento per discutere, capire, immaginare.

Quarto tempo vive nel respiro condiviso di presidenti e dirigenti, allenatori e arbitri, giovani calciatori e volontari, giornalisti e amministratori locali: un laboratorio aperto, capace di mettere in rete esperienze e progetti, di riconoscere alle periferie del calcio il potere di accendere il centro. Quarto tempo, nelle parole e nell’esempio del Presidente federale, diventa una promessa mantenuta: la promessa di un’istituzione che abbraccia il territorio per costruire futuro.

Fin dalla prima edizione di Lanciano, Quarto tempo ha trovato in Gabriele Gravina un sostenitore convinto e presente. Da sempre, anche prima di salire sullo scranno più alto, Gravina ha impostato la sua politica sul confronto costante, sull’ascolto autentico e sulla condivisione delle scelte. Non è un caso che Quarto tempo sia nato come acceleratore del dialogo tra la Federazione e la Lega Nazionale Dilettanti: una cerniera che tiene insieme la visione strategica e la vita quotidiana degli oltre un milione di tesserati che popolano i campi d’Italia.

Quarto tempo e la visione di Gravina

All’ombra degli striscioni e sotto le luci sobrie di una platea attenta, le parole del Presidente hanno disegnato confini e possibilità. “Quarto Tempo è un esperimento riuscito, un luogo di condivisione dove interrogarsi sul presente e sul futuro del calcio italiano, non solo del movimento dilettantistico” – ha sottolineato Gravina – “La mia presenza è funzionale al ruolo e all’importanza che la LND e i suoi rappresentanti sul territorio hanno all’interno della Federazione. La Comunità calcistica federale si autoalimenta della e con la passione dei Dilettanti”.

In questa dichiarazione, che a Lanciano ha trovato un’eco convinta, c’è l’essenza di Quarto tempo: trasformare la relazione tra centro e periferia in un patto operativo, concreto, verificabile. Quarto tempo si fa così traccia di metodo. Non più appuntamenti episodici, ma un calendario di ascolto e restituzione, nel quale ogni componente del sistema calcio è chiamata a portare un pezzo di verità e a misurarsi con una responsabilità comune. È una visione che supera le logiche emergenziali e propone, quasi con ostinazione, la pazienza delle riforme fatte bene, il coraggio dei piani pluriennali, la naturalezza di un lessico condiviso tra Federazione e LND.

Dilettanti al centro: la spina dorsale che regge il sistema

Nell’architettura di Quarto tempo c’è un pilastro che non cede: la centralità della Lega Nazionale Dilettanti. “La LND rappresenta la spina dorsale del sistema calcistico italiano perché promuove dimensioni molteplici, non solo quella sportiva” – ha rimarcato Gravina – “L’attenzione ai valori del calcio e alle tematiche sociali, alla salute e al benessere degli atleti (in gran numero minorenni), rende evidente a tutti come il calcio sia uno straordinario strumento di coesione sociale”. In questa prospettiva, Quarto tempo diventa lente di ingrandimento sul lavoro spesso silenzioso dei club di base: tute sporche di terra rossa, docce che sibilano la sera, pullmini che attraversano paesi e frazioni per trasformare un allenamento in rito comunitario.

È qui che si produce il valore più prezioso: non solo punti in classifica, ma reti di prossimità, orientamento educativo, opportunità di crescita. È qui che Quarto tempo trova il suo vero carburante, la passione dei dilettanti che alimenta la macchina intera del movimento. Ogni tavolo di lavoro, ogni panel, ogni testimonianza portata in platea non è una parentesi, bensì la prova che il calcio italiano, se vuole restare grande, deve ripartire dal suo cuore pulsante.

Un volano di metodo: perché la sinergia non sia uno slogan

Si potrebbe pensare che la parola “sinergia” sia abusata, che rischi di evaporare in un uso rituale. Quarto tempo la costringe invece a farsi sostanza. L’evento, sin dalla sua prima tappa, è costruito per generare valore condiviso: incrociare bisogni e risorse, competenze e visioni, mettere allo stesso tavolo dirigenti federali, amministratori pubblici, società sportive, tecnici e formatori. Questa grammatica operativa traduce in pratica l’idea di una politica sportiva integrata e collaborativa, in grado di allineare obiettivi nel tempo.
È in questo processo che Quarto tempo diventa un modello replicabile.

La programmazione, non più percepita come orpello burocratico, diventa un atto di responsabilità verso comunità che investono passione, tempo e denaro. E la trasparenza, compagna di strada della programmazione, consente di misurare gli esiti, correggere gli errori, condividere i successi.

Il patto con i territori: ascolto, servizi, formazione

Chi ha seguito i lavori di Quarto tempo ha colto la trama fitta di una relazione nuova con i territori. Non si tratta solo di riconoscere le difficoltà, ma di costruire soluzioni praticabili: sostegno agli impianti, accompagnamento amministrativo ai club, percorsi di formazione per dirigenti e tecnici, educazione alla cittadinanza sportiva. La cifra distintiva è l’attenzione al dettaglio, perché la sostenibilità di una società dilettantistica passa da mille micro-decisioni quotidiane.

Quarto tempo, in questa chiave, diventa un manuale aperto a tutti. I club scoprono strumenti di finanziamento e partnership locali; i Comuni trovano nella Federazione un alleato per progettare impianti accessibili e moderni; le scuole incontrano tecnici e formatori capaci di parlare il linguaggio dei ragazzi. Ne nasce una filiera virtuosa, in cui gli attori si riconoscono parte di una comunità educante.

Salute e benessere: il calcio come ecosistema protettivo

Quando Gravina richiama la salute e il benessere, Quarto tempo assume un profilo ancora più nitido. I tanti minorenni coinvolti impongono un livello alto di responsabilità: prevenzione degli infortuni, educazione alimentare, rispetto dei carichi di allenamento, attenzione alla dimensione psicologica. In questo orizzonte, la Federazione si muove da tempo con linee guida e progetti condivisi con il mondo sanitario, andando oltre la ritualità della visita medica agonistica.

È un passaggio culturale che Quarto tempo rende visibile: l’atleta non è un mezzo, ma un fine; non è una statistica, ma una persona. La qualità della proposta sportiva si misura nella capacità di prendersi cura, prima ancora che nella conta dei trofei. E la LND, in questa cura, ha costruito negli anni un patrimonio di competenze preziose per tutto il sistema.

Cohesion is the key: la forza sociale di uno spogliatoio

Se c’è un’immagine che attraversa Quarto tempo è quella di uno spogliatoio aperto, popolato di storie diverse. Il calcio di base, da Nord a Sud, da città a borghi, è una grammatica inclusiva che mischia dialetti, origini, aspirazioni. La coesione sociale evocata dal Presidente non è un concetto astratto: è il risultato di migliaia di micro-relazioni che nascono ogni settimana sul rettangolo verde, di genitori che si organizzano, di allenatori che imparano ad ascoltare, di dirigenti che trasformano la burocrazia in servizio.

Per comprendere questa portata, basta incrociare la narrazione con i dati sulla pratica sportiva diffusa: la spinta dello sport di base è motore di salute pubblica e integrazione. Saperla valorizzare, come insegna Quarto tempo, significa rafforzare il tessuto civile, ridurre diseguaglianze di opportunità, offrire ai giovani un’alternativa credibile al tempo vuoto.

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