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venerdì 24 Ottobre 2025
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Allenatori in Serie D: la fucina dei grandi tecnici

Gli allenatori in Serie D trovano una grandissima palestra in cui formarsi. La categoria non è soltanto il quarto livello del calcio italiano. È un laboratorio, un crocevia, un punto di partenza. È il luogo dove si forgiano le idee, dove si sperimenta, dove si sbaglia e si impara. Per molti allenatori, è il primo banco di prova, il terreno dove si costruisce la propria identità tecnica e umana. Nella stagione 2025-2026, la Serie D conta 162 squadre divise in nove gironi, e dietro ogni panchina c’è una storia, un percorso, una visione. La Serie D non è solo il punto di partenza. È anche il trampolino verso il professionismo.

Allenatori in Serie D, dai dilettanti alla Serie B: tredici storie di successo

Nel campionato di Serie B 2025-2026, tredici allenatori su venti hanno iniziato la loro carriera proprio nei dilettanti. Gli allenatori in Serie D hanno trovato una radice per potersi poi estendere nel professionismo. Tra questi c’è Massimiliano Alvini, oggi al Frosinone, che ha vinto la Serie D con il Tuttocuoio nel 2012-2013 e ha ricevuto il premio del D-Club come miglior tecnico della categoria. C’è anche Michele Mignani, ora al Cesena, che ha allenato l’Olbia in D, e Andrea Sottil, tecnico del Modena, che ha iniziato con i giovanissimi del Lucento e ha vissuto l’esperienza della D con il Siracusa.

Allenatori in Serie D, storie di successo

Alberto Aquilani, oggi al Catanzaro, ha cominciato con l’Under 17 del Trastevere. Massimo Donati ha mosso i primi passi sulle panchine di Sambenedettese e Legnago. Fabio Castori, decano del Sudtirol, ha fatto della gavetta il suo marchio di fabbrica, partendo dalla Prima Categoria e arrivando fino alla Serie A. Anche Vincenzo Vivarini, ora al Pescara, ha allenato in Eccellenza e Serie D con Pro Vasto, Luco Canistro, Renato Curi Angolana e Chieti. Tutti allenatori in Serie D che poi hanno saputo come spiccare il volo.

Queste storie dimostrano che la Serie D non è una categoria di passaggio, ma un luogo dove si costruisce il mestiere dell’allenatore. Dove si impara a gestire le difficoltà, a motivare i giocatori, a leggere le partite, a convivere con le pressioni.

Le panchine della Serie D 2025-2026

La stagione in corso vede protagonisti allenatori in Serie D di ogni età e provenienza. Nel Girone C, ad esempio, troviamo Mario Tacchinardi al Mestre, Maurizio Bedin al Campodarsego, Nicola Zanini alla Dolomiti Bellunesi e Andrea Pagan all’Este. Tutti tecnici con esperienze diverse, ma accomunati dalla voglia di lasciare il segno.

Nel Girone A, Marco Mariotti guida l’Albenga, mentre Marco Sesia è stato confermato all’Asti. In Lombardia, nel Girone B, spiccano nomi come Marco Gaburro al Desenzano e Filippo Carobbio alla Folgore Caratese. Ogni girone ha il suo equilibrio, le sue sfide, le sue rivalità. E ogni allenatore è chiamato a interpretare il ruolo con competenza e passione.

Gli allenatori in Serie D trovano il luogo dove si formano per il futuro. Molti club puntano su tecnici giovani, spesso ex calciatori, che portano idee nuove e una visione moderna del gioco. La gestione del gruppo, la preparazione atletica, l’analisi video, la comunicazione: tutto è parte di un mestiere che si evolve, che richiede aggiornamento continuo e capacità di adattamento.

La formazione e il ruolo della FIGC

La Federazione Italiana Giuoco Calcio, attraverso il Settore Tecnico di Coverciano, ha investito molto nella formazione degli allenatori. I corsi UEFA B e UEFA A sono il passaggio obbligato per chi vuole allenare in Serie D e nelle categorie superiori. Ogni anno, decine di tecnici si diplomano, portando con sé un bagaglio di conoscenze che poi mettono in pratica sui campi di tutta Italia.

La Serie D è il primo banco di prova per molti di loro. Gli allenatori in Serie D imparano a gestire le risorse limitate, a valorizzare i giovani, a costruire un’identità tattica. Qui si affrontano le trasferte lunghe, i campi difficili, le pressioni della piazza. È una scuola di vita, prima ancora che di calcio.

Il ruolo sociale dell’allenatore dilettante

Essere allenatori in Serie D significa anche avere un impatto sulla comunità. I club dilettantistici sono spesso il centro della vita sportiva di una città o di un quartiere. L’allenatore diventa un punto di riferimento, un educatore, un motivatore. Il suo lavoro non si limita al campo, ma si estende alla gestione dei rapporti con i dirigenti, con i genitori dei giovani, con i tifosi.

Molti allenatori in Serie D sono anche insegnanti, educatori, professionisti in altri ambiti. Portano nel calcio la loro esperienza, la loro umanità, la loro capacità di ascolto. E questo arricchisce il movimento, lo rende più autentico, più vicino alle persone.

Le sfide e le ambizioni

Essere allenatori in Serie D non è facile. I budget sono limitati, le strutture spesso carenti, le aspettative alte. Ma proprio per questo, ogni successo ha un sapore speciale. Ogni promozione, ogni salvezza, ogni vittoria è il frutto di un lavoro quotidiano, silenzioso, appassionato.

Molti allenatori in Serie D sognano di arrivare in Serie C, in Serie B, magari in Serie A. Ma sanno che il percorso è lungo, che serve pazienza, che ogni passo va costruito con cura. La Serie D è il punto di partenza, ma anche il luogo dove si può restare a lungo, facendo la differenza.

Il valore degli allenatori in Serie D

La Serie D è una fucina di talenti, non solo tra i giocatori, ma anche tra gli allenatori. È il luogo dove si costruisce il calcio italiano, dove si formano i tecnici del futuro, dove si coltiva la passione per il gioco. Le storie di Alvini, Castori, Vivarini, Donati, Aquilani e tanti altri dimostrano che si può partire dal basso e arrivare in alto. Che la gavetta è una scuola preziosa. Che il calcio, prima di essere spettacolo, è lavoro, dedizione, visione.

Oggi, mentre la Serie D 2025-2026 prende forma, dietro ogni panchina c’è un sogno. E ogni allenatore, con la sua storia, con la sua voce, con la sua lavagna tattica, contribuisce a scrivere il futuro del calcio italiano.

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