Il calcio ha sempre avuto il potere di unire. Ma quando questo potere viene incanalato in un progetto sociale, educativo e culturale, diventa qualcosa di più. Diventa strumento di trasformazione. È questo il cuore pulsante di “Sopra la barriera”, iniziativa ideata dall’Area Responsabilità Sociale della Lega Nazionale Dilettanti, che ha scelto di raccontare il calcio non solo come sport, ma come veicolo di inclusione, riscatto e speranza.
Il progetto “Sopra la barriera”, presentato anche alla Camera dei Deputati e raccontato in uno speciale su Sky Sport, si articola in tappe narrative che esplorano il calcio nelle sue forme più autentiche e socialmente rilevanti. Dalle storie delle calciatrici che sfidano stereotipi, al calcio praticato negli istituti penitenziari, fino al cortometraggio “Calcio, Immigrazione, Integrazione”, realizzato da Bonfire, che rappresenta la terza tappa del percorso.
Sopra la barriera: il cortometraggio che racconta il miracolo sportivo
“Calcio, Immigrazione, Integrazione” è molto più di un film breve. È un racconto visivo che mette in scena il miracolo quotidiano che si compie su campi di periferia, in spogliatoi condivisi, in squadre che accolgono e non escludono. L’opportunità di sognare, la speranza in un futuro dignitoso e la forza dell’inclusione corrono su un campo da calcio e vanno oltre il novantesimo minuto, “Sopra la barriera”.
Il cortometraggio è stato presentato nell’ambito dello spazio condotto da Roberta Noè su Sky Sport, dove Luca De Simoni, Coordinatore dell’Area Responsabilità Sociale della LND, ha ribadito il valore profondo del progetto Sopra la barriera. “In LND crediamo fortemente che lo sport sia uno strumento per obiettivi più alti, che vadano oltre il campo da gioco”, ha dichiarato. “Accogliere ragazzi migranti e farli sentire in famiglia attraverso il calcio è uno dei primi obiettivi del nostro movimento sportivo”.
Squadre che diventano comunità
Il progetto Sopra la barriera non si limita a raccontare. Agisce. E lo fa attraverso squadre che incarnano il principio dell’inclusione. Liberi Nantes a Roma, Oronero Black&Gold a Foggia e Sant’Ambrous FC a Milano sono esempi concreti di come il calcio possa diventare casa, rifugio, possibilità.
Liberi Nantes, fondata nel 2006, è la prima squadra in Italia composta interamente da rifugiati e richiedenti asilo. Alberto Urbinati, presidente e socio fondatore, ha raccontato in collegamento il percorso di questa realtà, che ha trasformato il calcio in strumento di accoglienza e dignità. “Il nostro obiettivo è dare a chi arriva in Italia la possibilità di sentirsi parte di qualcosa, di costruire relazioni, di vivere il calcio come esperienza di libertà”.
Oronero Black&Gold nasce a Foggia come progetto sportivo e culturale, con l’intento di dare voce a giovani migranti attraverso il pallone. Sant’Ambrous FC, invece, è una squadra milanese che ha fatto dell’integrazione il suo manifesto, accogliendo ragazzi di ogni provenienza e costruendo una comunità fondata sul rispetto e sulla condivisione.
Il calcio nelle carceri e il riscatto attraverso lo sport
Una delle tappe più intense del progetto Sopra la barriera è quella dedicata al calcio negli istituti penitenziari. Qui, il pallone diventa strumento di rieducazione, di relazione, di speranza. La LND ha promosso attività sportive in diverse strutture, dimostrando che lo sport può essere ponte tra dentro e fuori, tra passato e futuro.
Il calcio in carcere non è solo attività fisica. È occasione per ricostruire l’autostima, per imparare a rispettare le regole, per vivere momenti di normalità. È un modo per dire che nessuno è escluso, che ogni persona ha diritto a una seconda possibilità. E il progetto Sopra la barriera lo afferma con forza, con immagini, con storie, con testimonianze.
Un progetto che unisce sport e cultura
Sopra la barriera è anche un esperimento culturale. La scelta di raccontare il calcio attraverso il cinema, attraverso cortometraggi e narrazioni visive, avvicina mondi che spesso non dialogano. Lo sport diventa arte, il campo da gioco diventa palcoscenico, i protagonisti diventano attori di cambiamento.
Alla presentazione del progetto Sopra la barriera alla Camera dei Deputati hanno partecipato figure istituzionali e sportive di rilievo. L’Onorevole Anna Ascani, Vice Presidente della Camera, ha sottolineato il valore educativo dell’iniziativa. Gabriele Gravina, Presidente della FIGC, ha parlato di calcio come strumento di pari opportunità e riscatto sociale. Giancarlo Abete, Presidente della LND, ha ribadito il ruolo della Lega Dilettanti come tessuto sociale che unisce comunità e promuove valori.
L’impatto sul territorio e la forza della rete
Il progetto Sopra la barriera ha avuto un impatto concreto sul territorio. Ha coinvolto centinaia di realtà locali, ha attivato collaborazioni con associazioni, enti, istituzioni. Ha generato una rete che continua a crescere, a evolversi, a costruire ponti.
Ogni squadra coinvolta, ogni ragazzo accolto, ogni partita giocata è un tassello di un mosaico più grande. Un mosaico che racconta un’Italia che accoglie, che educa, che crede nel potere dello sport. La LND ha dimostrato che il calcio dilettantistico non è solo agonismo, ma anche responsabilità sociale, visione, impegno.
Guardando oltre la barriera
Il titolo del progetto “Sopra la barriera” è una dichiarazione di intenti. Sopra la barriera significa superare ostacoli, abbattere pregiudizi, costruire ponti. Significa credere che il calcio possa essere strumento di cambiamento, di inclusione, di crescita.
Il futuro del progetto è aperto. Nuove tappe, nuove storie, nuove squadre si aggiungeranno al racconto. Ma il messaggio resterà lo stesso: il calcio può andare oltre il novantesimo, può correre più veloce dei confini, può trasformare sogni in realtà.