La violenza sulle donne non è solo un dramma privato, ma un’emergenza sociale che attraversa l’intero Paese, richiamando alla responsabilità istituzioni, cittadini e realtà del territorio. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Lega Nazionale Dilettanti ha scelto di mettere in campo un impegno concreto, diffuso e capillare.
Ha trasformato il calcio dilettantistico in un grande laboratorio di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, capace di parlare a comunità diverse, a bambini, ragazze, allenatori, famiglie e dirigenti, portando ovunque un messaggio di consapevolezza e solidarietà.
La violenza sulle donne rimane, purtroppo, un fenomeno dalle dimensioni drammatiche. Le statistiche Istat mostrano come migliaia di donne in Italia continuino a subire violenza fisica, psicologica, economica o sociale, spesso tra le mura domestiche e spesso senza trovare il coraggio di denunciare.
In questo scenario il calcio, con la sua forza aggregativa e la sua diffusione territoriale, può diventare una delle piattaforme più potenti per diffondere una cultura diversa. E la LND ha scelto di farlo con una serie di iniziative contro la violenza sulle donne che uniscono simboli, testimonianze, educazione e presenza concreta sul territorio.
Violenza sulle donne: il messaggio del 1522 riecheggia su tutti i campi italiani
In tutti gli stadi e campi dilettantistici d’Italia, prima del fischio d’inizio, è stato letto un messaggio rivolto al 1522, il numero antiviolenza e stalking promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità. L’obiettivo è semplice e fondamentale: ricordare a ogni donna che non è sola e che esiste una rete di supporto attiva 24 ore su 24.
Il calcio, ancora una volta, diventa veicolo di informazione pubblica. Un gesto all’apparenza semplice assume un significato fortissimo, perché diffuso in centinaia di campi, ascoltato da migliaia di persone, vissuto da intere comunità che spesso non hanno accesso diretto a iniziative istituzionali.
Il numero 1522, consultabile anche sul sito ufficiale del Governo italiano, è un presidio essenziale, e la LND ha deciso di amplificarne la conoscenza in modo capillare.
Violenza sulle donne: il baffo rosso sotto gli occhi, un simbolo che parla a tutti
Nel calcio, spesso sono i simboli a lasciare il segno, più delle parole. Per questo nei campionati di Serie D, Serie C Femminile e Calcio a 5, giocatrici e giocatori sono scesi in campo con un baffo rosso disegnato sotto gli occhi. Si tratta di un gesto corale scelto per rendere visibile, anche nei piccoli gesti, la partecipazione del mondo sportivo alla battaglia contro la violenza sulle donne.
Il rosso è il colore del sangue, ma anche della determinazione e della forza. È un segno che non passa inosservato, capace di catturare l’attenzione delle persone sugli spalti e sui social. Un gesto condiviso da molte società, in particolare in Liguria, dove atlete e atleti hanno scelto di replicare l’iniziativa con grande adesione. Anche questo è calcio: un linguaggio immediato, universale, emotivo.
Fasce rosse e nomi delle vittime: il ricordo che diventa impegno
Non meno importante è stato il contributo delle regioni. In Friuli-Venezia Giulia, i capitani delle squadre sono scesi in campo indossando fasce rosse, trasformando un simbolo di leadership sportiva in un richiamo visivo al tema della lotta alla violenza sulle donne. In Veneto, invece, quelle fasce portavano i nomi delle vittime di femminicidio, un gesto che restituisce volto, storia e dignità alle donne uccise, affinché non diventino statistiche da dimenticare.
Ogni nome porta con sé una storia e una vita spezzata. Indossarli significa riconoscere che la violenza sulle donne riguarda tutti, anche chi non l’ha subita in prima persona. Significa dichiarare che il calcio non vuole più essere spettatore silenzioso, ma protagonista di un cambiamento culturale.
Sardegna: un cortometraggio per raccontare il calcio femminile e l’inclusione
Tra le iniziative contro la violenza sulle donne più significative c’è quella organizzata in Sardegna, dove è stato proiettato il cortometraggio “Sopra la barriera. Storie di calcio femminile”. È un’opera che racconta la determinazione, il coraggio e la crescita del movimento femminile regionale, mostrando come il calcio possa essere un potente strumento di emancipazione e libertà.
Dopo la proiezione, una partita speciale ha unito una formazione di Serie C Femminile, una squadra di Eccellenza e le giocatrici del campionato DCPS. Una partita che, più che un confronto sportivo, è stata un manifesto di inclusione, di collaborazione e di presenza attiva sul territorio. Il campo, ancora una volta, diventa luogo di incontro e non di divisione.
In Calabria un match dedicato al sostegno del Centro Antiviolenza
La Calabria ha scelto di trasformare una partita in un atto concreto di solidarietà. L’incontro organizzato per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ha infatti avuto un obiettivo chiaro: sostenere il Centro Antiviolenza Comunale “Rosario Livatino” attraverso una raccolta fondi.
Il sostegno ai centri antiviolenza è cruciale, perché sono spesso il primo luogo in cui una donna può trovare ascolto, protezione e supporto psicologico o legale. Avere un punto di riferimento credibile e vicino può cambiare la vita. La LND calabrese ha scelto di dare un contributo tangibile, dimostrando come il calcio possa essere strumento di solidarietà concreta.
“Fare squadra contro la violenza”: il progetto di Sesto Fiorentino
Alle porte di Firenze, a Sesto Fiorentino, si è svolto il primo incontro del percorso “Fare squadra contro la violenza”. Un appuntamento che ha visto la partecipazione del Centro Antiviolenza Artemisia e di due figure simboliche: Paola Alberti e Massimo Noli, genitori di Michela Noli, uccisa dal suo ex marito nel 2016.
Le loro testimonianze sono state intense, dolorose, reali. Un racconto che scuote le coscienze e che ricorda quanto sia necessario intervenire sulle radici culturali della violenza, non solo sulle sue conseguenze. La presenza della LND in questo percorso formativo dimostra una volontà di incidere non solo con simboli, ma anche con formazione, ascolto e consapevolezza sulla violenza sulle donne.
Equal Play: educare al rispetto fin dalla prima infanzia
Il progetto Equal Play rappresenta uno dei nuclei più innovativi dell’impegno della Lega Dilettanti. Nato per prevenire la violenza sulle donne alla radice, questo programma mira a educare bambini e bambine al rispetto, all’uguaglianza e all’inclusione sin dalla primissima età.
Promosso da Asilo Savoia, coinvolge scuole, società sportive e figure tecniche attraverso giornate di sensibilizzazione, momenti formativi e la sottoscrizione di protocolli condivisi. È un progetto che va oltre la partita e il campo, perché interviene dove tutto nasce: nell’educazione.
Una delle innovazioni più significative è l’introduzione del Diversity Sport Manager, una figura formata per guidare le società sportive verso un approccio equilibrato e responsabile alla parità di genere, alla prevenzione della violenza e al benessere relazionale. Una figura che potrebbe diventare, negli anni, un punto fermo del calcio dilettantistico.
I campi diventano Punti VIOLA: il supporto parte dal territorio
Tra le iniziative più concrete c’è la collaborazione con DonnexStrada, un’associazione impegnata nella creazione di percorsi sicuri e nel sostegno diretto alle donne in difficoltà. Grazie a questo accordo, alcuni campi dilettantistici stanno diventando Punti VIOLA, ovvero centri di ascolto, supporto e indirizzamento per chi subisce violenza o maltrattamenti.
Un campo di calcio può rappresentare per molte persone un luogo familiare, sicuro, frequentato quotidianamente. Trasformarlo in un punto di riferimento per chi ha bisogno di aiuto significa rompere l’isolamento e offrire un primo passo verso la libertà. È un gesto che mette al centro la comunità e la cura reciproca.
La forza del calcio dilettantistico: una rete che arriva ovunque
Il calcio dilettantistico ha una caratteristica che nessun’altra realtà sportiva possiede: è ovunque. È nei piccoli paesi, nei quartieri delle grandi città, negli oratori, nelle province, nelle comunità più isolate. È un tessuto capillare, costruito da volontari, dirigenti, famiglie, allenatori e giovani che vivono il calcio come parte della propria vita.
Per questo la LND è un veicolo straordinario di messaggi sociali. La violenza sulle donne è un tema che richiede una presa di posizione chiara e diffusa, e la rete dilettantistica è in grado di raggiungere persone che spesso non sono intercettate dai media tradizionali o dalle istituzioni. Il calcio diventa così un ponte tra le politiche nazionali e la vita reale delle comunità.
Lo sport come responsabilità sociale
L’impegno della Lega Nazionale Dilettanti contro la violenza sulle donne dimostra quanto lo sport possa essere un motore di cambiamento culturale. A ogni livello, dalla Serie D ai campionati giovanili, le iniziative organizzate in tutta Italia mostrano la volontà di rendere lo sport non solo un luogo di agonismo, ma anche uno spazio sicuro, educativo e responsabile.
Le testimonianze, i simboli, le partite, i progetti educativi e i Punti VIOLA rappresentano un mosaico di azioni che, insieme, possono davvero incidere sulla società. È un invito a continuare, a parlare, a educare, a intervenire. La violenza sulle donne non è solo un problema di chi la subisce, ma una questione che riguarda l’intera comunità. E la LND dimostra che, quando il calcio sceglie da che parte stare, può diventare uno degli strumenti più potenti di trasformazione sociale.



