Calcio e crescita sociale devono andare di pari passo. Questo è uno dei principi contenuti nella lettera inviata dal presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete a tutta la LND. Con l’avvio della stagione sportiva 2025/2026, il Presidente ha scelto di rivolgersi direttamente alle undicimila società affiliate e a oltre un milione di dirigenti, tecnici e atleti con una lettera aperta che è molto più di un augurio.
È un manifesto, un richiamo alle radici profonde del calcio dilettantistico italiano, un invito a vivere lo sport non solo come competizione, ma come strumento di crescita, inclusione e coesione sociale.
Calcio e crescita sociale: la lettera del Presidente Abete
Calcio e crescita sociale sono dunque un binomio importantissimo. Nel suo messaggio, Abete sottolinea come il calcio di base sia la spina dorsale del movimento calcistico nazionale. Un universo fatto di passione, sacrificio e senso di appartenenza, che si alimenta ogni giorno sui campi di tutta Italia, dai tornei nazionali ai campionati regionali e provinciali, dal futsal al calcio femminile, passando per gli esport e il beach soccer. È qui che si custodisce il patrimonio autentico dello sport, quello che forma persone prima ancora che atleti. Calcio e crescita sociale e umana procedono insieme.
Calcio e crescita sociale: la forza dei numeri e il valore della comunità
La Lega Nazionale Dilettanti, insieme al Settore Giovanile e Scolastico, rappresenta un sistema imponente: undicimila società, un milione e centomila tesserati, quasi seicentomila partite disputate ogni anno. Numeri che raccontano la vitalità di un movimento che non si limita a produrre talenti, ma che costruisce relazioni, educa alla convivenza, offre alle famiglie un punto di riferimento sicuro. Calcio e crescita sociale devono proseguire insieme.
Abete ribadisce che ogni stagione porta con sé entusiasmo, aspettative e nuove sfide. E che la LND è pronta ad affrontarle con serietà e competenza, investendo su formazione, innovazione digitale, infrastrutture, iniziative sociali e valorizzazione dei giovani. Un impegno che si estende anche al monitoraggio degli effetti della riforma dell’ordinamento sportivo, una trasformazione che sta richiedendo attenzione e adattamento da parte di tutto il mondo dilettantistico.
Quarto Tempo e Torneo delle Regioni: momenti di condivisione
Tra gli appuntamenti più attesi della nuova stagione, Abete cita la seconda edizione dell’evento “Quarto Tempo”, in programma dal 23 al 25 ottobre a Ferrara. Sarà un’occasione per fare sistema, per riunire gli Stati Generali del calcio dilettantistico, per confrontarsi e condividere idee tra dirigenti, società sportive, atleti, tecnici, istituzioni, aziende e cittadini. Un momento di riflessione collettiva che mira a rafforzare il ruolo del calcio di base come motore sociale, del calcio, dunque, come crescita sociale.
Nella prossima primavera, invece, torneranno le due edizioni del Torneo delle Regioni dedicate al calcio e al futsal giovanili. Un evento che ogni anno coinvolge migliaia di atleti e atlete, tecnici e dirigenti provenienti da ogni angolo del Paese. Non è solo una competizione, ma una festa dello sport, un’esperienza umana che lascia il segno e che incarna perfettamente lo spirito del calcio dilettantistico. Calcio e crescita sociale devono essere il perno dello sviluppo.
Il calcio come presidio educativo
Abete insiste su un concetto che spesso viene trascurato: il calcio dilettantistico non è solo agonismo. È inclusione, è comunità, è crescita civile e sociale. I club sono presìdi educativi, capaci di accogliere migliaia di ragazzi e ragazze, di accompagnarli nel loro percorso sportivo e umano, di offrire alle famiglie un ambiente sano e stimolante. In un tempo in cui le relazioni si fanno più fragili e le solitudini più diffuse, il campo da calcio diventa uno spazio di incontro, di confronto, di costruzione di valori.
Ogni partita, in ogni categoria, rappresenta un’occasione per crescere, divertirsi e onorare i colori della propria squadra. È questo il cuore del messaggio di Abete: il calcio deve essere passione e competizione, ma anche formazione e responsabilità. Deve saper accogliere, educare, unire. Calcio e crescita sociale devono proseguire di pari passo.
Un augurio che è anche una chiamata all’impegno
La lettera si chiude con un augurio che è anche una chiamata all’impegno. Abete desidera che la stagione sia ricca di soddisfazioni, fair play e momenti di condivisione. Che ogni società, ogni dirigente, ogni tecnico e ogni atleta senta il peso e l’onore di rappresentare un pezzo importante del calcio italiano. Che il campionato sia intenso, leale e coinvolgente, capace di restituire emozioni autentiche e di rafforzare il legame tra sport e territorio.
In un momento storico in cui lo sport deve affrontare nuove sfide, dalla digitalizzazione alla sostenibilità, dalla riforma normativa alla crescente richiesta di inclusione, il calcio dilettantistico si conferma come un laboratorio prezioso. Un luogo dove si sperimenta, si innova, si costruisce. E dove, come ricorda Abete, si coltiva ogni giorno il senso più profondo dello sport.
Il calcio come strumento di cambiamento
La visione espressa dal presidente della LND è chiara: il calcio non è solo un gioco. È uno strumento di cambiamento, un mezzo per costruire una società più equa, più solidale, più consapevole. Le società dilettantistiche, con il loro radicamento sul territorio, con la loro capacità di coinvolgere e formare, sono protagoniste di questo processo. E la LND, con il suo impegno costante, vuole essere al loro fianco, sostenendole, valorizzandole, accompagnandole.
La stagione 2025/26 si apre dunque con un messaggio forte e appassionato di calcio e crescita sociale. Un invito a vivere il calcio con intensità, con rispetto, con responsabilità. A fare della competizione un’occasione di crescita, e della vittoria un momento di condivisione. A ricordare che dietro ogni maglia, ogni pallone, ogni campo, c’è una storia da raccontare. Che calcio e crescita sociale vanno avanti spalla a spalla. E che il calcio, quando è vissuto con autenticità, può davvero fare la differenza.