Il calcio di un'altra categoria
venerdì 24 Ottobre 2025
RISULTATI
NEWS
HomeCalcioCalcio femminile: l’autentica rivoluzione di Quarto Tempo

Calcio femminile: l’autentica rivoluzione di Quarto Tempo

Calcio femminile come punto di partenza, calcio femminile come orizzonte. A Quarto Tempo, l’evento della Lega Nazionale Dilettanti pensato per raccontare e ripensare il calcio di base, il calcio femminile non è un capitolo a margine, ma il cuore pulsante di una narrazione che punta dritta al futuro. La cornice è quella di Ferrara, dove il movimento dilettantistico s’incontra per misurare lo stato dell’arte e, soprattutto, per fissare obiettivi concreti: crescita sostenibile, radicamento territoriale, centralità dei settori giovanili. È qui che il calcio femminile diventa laboratorio, cantiere e sguardo lungo, con un’agenda che mette in fila priorità e responsabilità. L’appuntamento di “LND Quarto Tempo – Oltre la partita”, in programma dal 23 al 25 ottobre alla Fiera di Ferrara, conferma lo spazio dedicato alle tematiche femminili come nodo strategico per tutto il sistema dilettantistico.

La visione di Maurina

Nelle parole di Luca Maurina, coordinatore del Consiglio del Dipartimento Calcio Femminile della LND, il calcio femminile è “autentico”: una definizione che non strizza l’occhio al marketing, ma alla verità delle cose. Autentico perché chiede impegno quotidiano, autenticità perché misura il progresso nello sforzo condiviso di società, tecnici, dirigenti e famiglie. Maurina porta nel calcio femminile l’esperienza maturata nell’organizzazione e gestione delle risorse umane: pianificazione, valutazione degli obiettivi, miglioramento continuo. Un approccio che nel calcio femminile trova terreno fertile, perché il movimento è in piena evoluzione e ha bisogno di strumenti per crescere in modo ordinato, non episodico. La sua nomina a coordinatore ha sancito una direzione precisa: strutturare, accompagnare, rendere scalabili i buoni progetti e misurabili i risultati, con una regia che tenga insieme prospettiva tecnica, sostenibilità e identità dei territori.

Territorio e identità: il motore discreto del calcio femminile

Calcio femminile e territorio sono due facce della stessa medaglia. Il primo vive del secondo, il secondo si riconosce nel primo. Nelle società di Serie C, da nord a sud, il messaggio è chiaro: il calcio femminile vuole rappresentare il proprio territorio, essere presidio educativo e comunitario, diventare punto di riferimento riconoscibile. A Quarto Tempo questa dinamica emerge con forza: i club portano storie, saperi, reti di volontariato, visioni per i vivai. È la biodiversità del calcio femminile dilettantistico a nutrire l’intero ecosistema: città capoluogo, province, vallate, quartieri. Qui il calcio femminile non corre dietro alla visibilità, la costruisce, passo dopo passo, attraverso allenamenti, tornei, doposcuola, progetti con le scuole e le amministrazioni locali. Così si cementa quel radicamento che rende credibile la promessa di crescita.

Settori giovanili: dove il calcio femminile diventa progetto

Se il calcio femminile vuole durare, deve partire dalle bambine. È nei settori giovanili che si forma la grammatica tecnica e valoriale del movimento: coordinazione motoria, educazione all’agonismo, alfabetizzazione tattica, consapevolezza corporea. Ma soprattutto apertura, rispetto, appartenenza. A Quarto Tempo, il calcio femminile si racconta come una filiera: under 10, under 12, under 15, under 17, e poi la prima squadra, con percorsi coerenti, staff formati, strumenti di valutazione. Qui la sostenibilità non è uno slogan ma un metodo: si investe in ciò che crea valore nel lungo periodo, si evita l’improvvisazione, si calibra l’ambizione sulla qualità del lavoro quotidiano. Ogni giovane calciatrice che cresce e resta nel circuito allunga la vita del progetto e ne moltiplica l’impatto.

Sostenibilità economica: la condizione per crescere sul serio

La sostenibilità è il filo rosso del calcio femminile a Quarto Tempo. Perché ogni sogno ha bisogno di conti in ordine. Maurina lo dice senza giri di parole: senza sostenibilità si costruiscono castelli di sabbia. Il calcio femminile ha necessità di budget realistici, partnership coerenti, una governance capace di leggere il territorio. Significa programmare i costi, professionalizzare le aree chiave, aprirsi a sponsor che credano nella responsabilità sociale, nel benessere e nella parità di accesso allo sport. Significa anche dialogare con le istituzioni sportive, dall’LND alla FIGC, per agganciare bandi, percorsi formativi, iniziative dedicate. In questa trama ordinata, il calcio femminile può diventare un modello di gestione virtuosa, un benchmark per l’intero dilettantismo.

Dati e tendenze: perché il calcio femminile è una scommessa vincente

Non c’è strategia senza numeri. La fotografia della pratica sportiva in Italia mostra un divario di genere ancora presente, ma in riduzione, con una partecipazione femminile in crescita costante. Per il calcio femminile, questa è una chiamata all’azione: c’è uno spazio reale da conquistare, non un’utopia. Le politiche federali, i programmi per i vivai e le rappresentative, i bandi per l’impiantistica e la formazione tecnica stanno convergendo verso un obiettivo comune, dando al calcio femminile una infrastruttura più solida su cui camminare. I dati ufficiali più recenti confermano la progressiva crescita dell’attività sportiva femminile e indicano che il terreno è pronto per progetti che coinvolgano scuole, università, associazionismo e imprese socialmente responsabili. Nel 2024, ad esempio, l’ISTAT rileva un aumento dell’attività tra le donne, con un gap rispetto agli uomini che continua a ridursi: un segnale che incoraggia tutto il calcio femminile a insistere su accessibilità, formazione e continuità.

Quarto Tempo, un ecosistema di idee: il calcio femminile fa rete

Quarto Tempo non è una vetrina, ma un connettore. Società, tecnici, dirigenti, amministratori pubblici, sponsor, università, media: il calcio femminile entra in relazione con tutti gli attori che possono accelerarne la crescita. Le tavole rotonde, i workshop, i dibattiti e i momenti informali diventano spazi di co-progettazione. Si condividono buone pratiche e si mettono a terra protocolli replicabili: gestione dei vivai, scouting territoriale, prevenzione degli infortuni, dual career, transizione dallo sport alla professione. Il calcio femminile non si limita a raccontarsi, fa circolare competenze. Da Ferrara parte un messaggio chiaro: la qualità nasce dove c’è collaborazione. La struttura stessa dell’evento – tre giorni intensi di lavoro con un programma dedicato – rende il calcio femminile una priorità tangibile, non una formula di rito.

Serie C femminile: la frontiera che forma il domani

Se il calcio femminile ha un ventre creativo, quello è la Serie C. È qui che si misurano le idee con la realtà, si testano i modelli, si costruiscono identità di squadra che sanno stare in campo e nel territorio. È il campionato che alimenta le categorie superiori, protegge le radici e offre opportunità alle giovani. In questo scenario, il dialogo tra LND e Lega Pro è decisivo per la filiera: pianificazione di calendari, percorsi di rappresentativa, finestre per la formazione degli staff, confronto su impianti e norme. Una filiera che funziona spinge in alto la qualità del calcio femminile e rende credibile l’obiettivo di un movimento più diffuso, coeso e competitivo. Per comprendere il contesto istituzionale e le sinergie, è utile guardare anche alla cornice della Lega Pro, che con la sua organizzazione e i suoi comunicati ufficiali scandisce ritmi e standard del calcio professionistico contiguo al mondo LND, creando continuità di percorso per atlete e club del calcio femminile che sognano la scalata.

Formazione e cultura: staff competenti, atlete consapevoli

Il calcio femminile non cresce solo con le gambe: cresce con le teste ben fatte. A Quarto Tempo il tema della formazione occupa un posto centrale. Dirigenti e allenatori imparano a leggere dati e contesti, a programmare microcicli, a dialogare con le famiglie, a utilizzare strumenti di prevenzione e valutazione. Le calciatrici imparano a gestire la doppia carriera, lo studio, le relazioni con i media, le dinamiche dello spogliatoio. La cultura dello sport diventa cultura d’impresa: il calcio femminile che investe in competenze è un calcio che regge gli urti, trasforma gli imprevisti in opportunità e sa comunicare il proprio valore al territorio. Quando società e staff crescono insieme, il calcio femminile diventa habitat di qualità, dove il talento fiorisce e rimane.

Sostenibilità sociale: il calcio femminile come presidio educativo

Il calcio femminile fa bene al campo e al quartiere. È un presidio educativo che insegna regole, parità, cooperazione, gestione dell’errore. Le società che investono sul femminile aprono i cancelli a un pubblico più largo, coinvolgono scuole e oratori, intercettano partner che vedono nello sport un alleato per lo sviluppo sociale. Nei piccoli centri come nelle città metropolitane, il calcio femminile produce esternalità positive: riduce abbandoni, combatte stereotipi, valorizza leadership al femminile. Così la crescita tecnica di un gruppo under 15 diventa crescita civica di un intero quartiere. Ed è in questa prospettiva che Quarto Tempo rilancia: rendere il calcio femminile una infrastruttura di comunità.

Le parole che restano: impegno, agonismo, determinazione

Impegno quotidiano, agonismo sano, determinazione. Tre parole che tornano spesso quando si racconta il calcio femminile e che a Quarto Tempo diventano bussola. L’impegno è la lezione più semplice e più difficile: presentarsi, allenarsi, ascoltare, ripetere, migliorare. L’agonismo è la palestra dell’etica: rispettare l’avversaria, accettare i falli, rialzarsi. La determinazione è il ponte tra sogno e progetto: tenere la rotta quando piove, continuare a inseguire la palla quando le gambe tremano. Il calcio femminile condensa tutto questo in una parola che Maurina ha scelto e che suona vera: autenticità. È la cifra stilistica di un movimento che preferisce la sostanza all’effimero, la fatica al clamore, la continuità alla fiammata.

Governance e trasparenza

Ogni casa ha le sue regole, e quella del calcio femminile non fa eccezione. Nella cornice federale, la LND e la FIGC definiscono indirizzi, strumenti e obiettivi, con report periodici che fotografano lo stato di avanzamento di progetti, investimenti e attività delle nazionali. È un esercizio di responsabilità che aiuta le società a orientarsi, dà alla stampa informazioni verificabili e consente alle famiglie di capire dove stia andando il movimento. Il calcio femminile, per crescere, ha bisogno esattamente di questo: di una casa comune che misuri, verifichi, corregga. I rapporti ufficiali e i comunicati aggiornati sono una bussola preziosa per dirigenti e tecnici che vogliono allineare i propri piani alla strategia complessiva.

La forza delle storie: quando il calcio femminile cambia la vita

Il racconto del calcio femminile non si esaurisce nelle statistiche. È fatto di rientri a casa in pulmino, di scarpe infangate, di risate negli spogliatoi, di sogni condivisi con l’amica che diventa capitana. A Quarto Tempo queste storie trovano voce e forma. Ci sono società che hanno riaperto un campo abbandonato, allenatrici che hanno lasciato un lavoro per seguire un gruppo di ragazze, dirigenti che si sono inventati un doposcuola per tenere insieme studio e allenamenti. Il calcio femminile è anche questo: un investimento emotivo che produce capitale sociale. E quando una giovane calciatrice trasferisce nella vita di tutti i giorni quello che impara in campo, allora il cerchio si chiude e la parola “autentico” smette di essere un aggettivo per diventare un fatto.

Dalla spinta locale alla visione nazionale

Ogni volta che un comune sostiene un club, che una scuola apre il cortile alle società, che un’azienda sceglie di sponsorizzare una squadra di ragazze, il calcio femminile diventa politica pubblica. Lo si vede nelle province dove i progetti crescono con regolarità, dove si aprono nuove annate giovanili, dove il passaggio alla prima squadra avviene senza fratture. Ma perché questa dinamica si stabilizzi, serve un’intesa nazionale che premi chi investe nel vivaio, che riduca gli ostacoli burocratici, che garantisca percorsi formativi qualificati e accessibili. Quarto Tempo è anche questo: un luogo dove allineare le aspettative, mettere a sistema risorse e idee, e preparare il terreno a decisioni che favoriscano l’espansione del calcio femminile nelle aree meno coperte.

Comunicazione e media

Il calcio femminile ha bisogno di una narrazione all’altezza. Non di retorica, ma di competenza. Le società devono imparare a comunicare il proprio valore con strumenti semplici e efficaci: foto di qualità, streaming dignitosi, dati chiari su tesseramenti e staff, progetti scolastici raccontati con trasparenza. I media locali possono diventare cassa di risonanza, creando un ponte tra campo e comunità. A Quarto Tempo si discute anche di questo: di come il racconto del calcio femminile debba uscire dal recinto dell’eccezione e insediarsi nell’ordinario del racconto sportivo. Così, quando una ragazza segna un gol decisivo in Serie C, non è una favola: è una notizia che vale, perché il calcio femminile vale.

Solidità, diffusione, sostenibilità

La direzione è tracciata: un calcio femminile più solido, strutturato e diffuso, capace di unire sviluppo tecnico, sostenibilità economica e valore educativo. È un obiettivo che non si raggiunge con un colpo solo, ma con una strategia che metta in fila priorità e tempi. Quarto Tempo è un acceleratore perché riunisce chi può decidere e chi può fare, chi pensa e chi allena, chi investe e chi studia. Il calcio femminile, se rimane fedele a sé stesso, può diventare il punto più innovativo del nostro sistema sportivo: un modello che tiene insieme merito, inclusione e impatto sociale. La parola “autentico”, allora, non è la nostalgia di un calcio che fu, ma la promessa di un calcio che sarà.

Invito alle più giovani: il campo come seconda casa

Alle ragazze che guardano il campo da fuori e si chiedono se provare, il calcio femminile risponde di sì. Sì a imparare, sì a sbagliare, sì a crescere. Perché il calcio femminile è un’opportunità straordinaria per divertirsi, stringere amicizie che restano e scoprire la parte più coraggiosa di sé. E perché, come ricordano dirigente e tecnici, tutto quello che si impara in allenamento – la costanza, l’ascolto, la capacità di fare squadra – torna utile nella vita. Quarto Tempo serve anche a questo: a dire a voce alta che il calcio femminile è una porta aperta, e che dietro quella porta c’è un mondo che aspetta.

Articoli correlati

Lega Nazionale Dilettanti: il futuro parte da un nuovo volto

La Lega Nazionale Dilettanti cambia pelle. Nella prestigiosa cornice della Sala dei Trofei di Expo Ferrara, durante l’evento Quarto Tempo, è stato svelato il...

Calcio dilettantistico: ruolo, missione e prospettive a Quarto Tempo

Nel pomeriggio della giornata inaugurale di Quarto Tempo, un evento simbolo per il movimento sportivo italiano, si è tenuto il panel “Missione, ruolo e...

Futsal Benevento: partenza perfetta, sogno Serie A

Il Futsal Benevento sembra avere tutte le carte in regola per vivere una stagione da protagonista assoluta, dopo quattro partite, quattro vittorie, punteggio pieno...
spot_img

Ultimi Articoli