Le rappresentative nazionali non sono solo una vetrina per giovani promesse, ma il simbolo concreto del nuovo percorso di crescita del calcio dilettantistico italiano. La Lega Nazionale Dilettanti (LND) ha deciso di strutturare un settore dedicato, formato da sette selezioni giovanili, con l’obiettivo di creare una filiera virtuosa capace di collegare la base dei club dilettantistici al vertice del movimento federale.
È una scelta che cambia prospettiva, portando metodo, professionalità e continuità in un territorio che da sempre è la culla autentica del talento calcistico.
La LND, nel disegnare il suo modello, si è ispirata direttamente al metodo della FIGC, integrando standard tecnici, schede di valutazione e programmi formativi per tecnici e osservatori. Le rappresentative nazionali diventano così un laboratorio tecnico dove il talento non è solo scoperto, ma accompagnato, misurato e valorizzato.
Un modello funzionale e condiviso con la FIGC
Il cuore del progetto rappresentative nazionali è la collaborazione con la Federazione Italiana Giuoco Calcio. L’obiettivo è rendere il sistema dilettantistico una base solida e moderna per le Nazionali giovanili, allineando la metodologia di scouting e di allenamento.
Il Coordinatore delle Nazionali Giovanili, Maurizio Viscidi, ha sottolineato come la sinergia tra FIGC e LND sia “una vera unione di intenti per costruire una filiera educativa e sportiva coerente”.
Le parole chiave sono tre: metodo, continuità, responsabilità. Il metodo crea identità; la continuità assicura che il lavoro dei club non vada disperso; la responsabilità trasforma ogni selezione in un progetto educativo.
In questa visione, le rappresentative nazionali non sono un traguardo, ma una tappa intermedia verso una formazione calcistica e umana più completa.
Quarto Tempo: il dialogo tra vertice e base
La crescita delle rappresentative nazionali trova il suo luogo di confronto nell’evento “Quarto Tempo”, dove teoria e pratica si incontrano.
Sul palco siedono protagonisti come Maurizio Viscidi, Massimo Piscedda (Responsabile Area Tecnica LND) e Giuliano Giannichedda, selezionatore dell’U18 Serie D.
Il tema centrale? La costruzione di una filiera condivisa tra il mondo dilettantistico e quello federale, capace di far emergere le qualità dei settori giovanili italiani.
Durante i panel di “Quarto Tempo”, si parla di scouting, di metodologie di crescita del talento, di come migliorare la comunicazione tra osservatori, tecnici e club. È un vero e proprio tavolo operativo che dimostra come le rappresentative nazionali possano essere lo strumento di una riforma culturale, prima ancora che tecnica.
Scouting e metodo: dal talento percepito al talento certificato
Il sistema delle rappresentative nazionali si fonda su un concetto chiave: lo scouting non deve essere solo istintivo, ma scientifico.
La LND ha introdotto un modello di valutazione che tiene conto di parametri tecnici, fisici e comportamentali.
Ogni giovane viene seguito nel tempo, e la sua crescita è monitorata attraverso dati, video, report e feedback continui.
Questa visione moderna dello scouting è in linea con quella del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, che promuove da anni un approccio educativo e formativo al calcio.
Le rappresentative nazionali diventano così il punto d’incontro tra l’osservazione e la formazione, tra chi scopre e chi educa.
I club dilettantistici: la vera base della piramide
Nessuna rappresentativa nazionale potrebbe esistere senza il lavoro quotidiano delle società dilettantistiche.
Sono loro, con i loro tecnici e dirigenti, a costruire ogni giorno la qualità del calcio di base.
Nei campi delle province italiane, tra sacrifici e passione, nascono i giocatori che un giorno indosseranno la maglia delle rappresentative nazionali LND o, magari, quella delle nazionali azzurre.
Maurizio Viscidi lo ha ribadito con forza: “Le società dilettantistiche rappresentano la base di ogni percorso calcistico. Se si parte bene, è più facile raccogliere risultati sportivi ed educativi”.
Le rappresentative nazionali servono esattamente a questo: valorizzare chi parte dal basso, riconoscendo la qualità tecnica e umana che cresce lontano dai riflettori.
La filiera virtuosa: dalla Serie D alle Nazionali
Un altro aspetto decisivo è l’allineamento tecnico tra rappresentative nazionali LND e le Nazionali giovanili FIGC.
Questa sinergia consente ai ragazzi selezionati di essere già pronti ai ritmi e alle richieste del calcio federale.
Chi si distingue nelle rappresentative può essere seguito direttamente dagli osservatori federali, favorendo un passaggio rapido verso le selezioni Under 19 o Under 20.
La Lega Serie D gioca un ruolo centrale in questa filiera, offrendo un contesto competitivo che consente ai giovani di misurarsi con un calcio adulto.
Le rappresentative nazionali sono dunque il punto di snodo di un percorso tecnico, ma anche un’agenzia educativa che forma ragazzi capaci di stare nel gioco e nella vita con disciplina e passione.
Formare chi forma: la crescita dei tecnici LND
Le rappresentative nazionali non si limitano a far crescere calciatori.
Crescono anche allenatori, preparatori, dirigenti.
Ogni raduno diventa un’occasione di confronto metodologico, dove i tecnici dei club dilettantistici condividono esperienze e ricevono strumenti operativi per migliorare le proprie sedute di allenamento.
Il progetto LND punta a creare un lessico tecnico comune: stesso linguaggio, stessi obiettivi, stessa cura dei dettagli.
Una “rete di saperi” che unisce chi lavora sul campo con chi coordina il movimento a livello nazionale.
Così le rappresentative nazionali diventano una scuola itinerante di formazione, dove si impara a leggere il talento, a valorizzarlo e a proteggerlo.
Tradizione e innovazione: guardare avanti con metodo
Durante gli incontri di “Quarto Tempo”, Viscidi, Piscedda e Giannichedda hanno sottolineato l’importanza di unire memoria e innovazione.
Le rappresentative nazionali devono custodire lo spirito originario delle selezioni di territorio, ma con strumenti nuovi: analisi video, GPS, database digitali, e confronto costante con i club.
Il futuro è già iniziato.
Le rappresentative nazionali lavorano a piattaforme digitali condivise, per archiviare statistiche e immagini, e a un sistema di valutazione omogeneo che permetta di confrontare prestazioni e potenziale.
È un salto di qualità che rende la LND non più un “mondo a parte”, ma un interlocutore tecnico credibile del sistema federale.
Un progetto educativo prima ancora che sportivo
Le rappresentative nazionali non misurano solo la bravura, ma anche il comportamento.
Essere convocati significa rispettare regole, impegni, tempi e compagni.
Il talento, senza disciplina, non basta.
Per questo i raduni LND prevedono momenti formativi dedicati all’educazione sportiva, al rispetto dell’arbitro e alla gestione emotiva.
Un calciatore che cresce nelle rappresentative nazionali torna nel proprio club con un bagaglio umano arricchito.
Il progetto ha dunque una dimensione etica: educare al rispetto e alla consapevolezza, dentro e fuori dal campo.
È un investimento sulla persona prima che sull’atleta, coerente con la missione sociale della Lega Nazionale Dilettanti.
Dati, video e territorio: la nuova frontiera
L’evoluzione tecnologica è un alleato prezioso.
Le rappresentative nazionali adottano strumenti digitali per monitorare le performance, raccogliere video e dati e condividerli con i tecnici dei club.
Questo approccio permette di confrontare obiettivamente i progressi dei ragazzi e di adattare i programmi alle esigenze reali.
La dimensione territoriale resta però centrale.
I comitati regionali diventano antenne attive del sistema, capaci di individuare talenti nascosti, anche lontano dai grandi centri.
È la prova che le rappresentative nazionali non sono un’istituzione distante, ma una rete viva che ascolta e valorizza il territorio.
Le voci dei protagonisti: Viscidi, Piscedda, Giannichedda
Durante i lavori di “Quarto Tempo”, Maurizio Viscidi ha ribadito che “partecipare all’evento significa creare unione e sinergia tra squadre nazionali giovanili e mondo dilettantistico”.
Massimo Piscedda, invece, sottolinea il valore metodologico della filiera: “Le rappresentative sono un laboratorio tecnico dove si sperimenta e si restituisce conoscenza ai club”.
Per Giuliano Giannichedda, l’obiettivo è dare ai ragazzi “la possibilità di vivere esperienze formative in contesti competitivi, imparando a gestire responsabilità e pressione”.
Le rappresentative nazionali diventano così un punto d’incontro tra visione e pratica, tra istituzioni e passione quotidiana.
Un ponte che restituisce dignità al calcio di provincia e apre strade concrete verso il professionismo.
Un progetto che unisce: il calcio come comunità
In definitiva, il progetto rappresentative nazionali è un patto tra istituzioni, tecnici, club e famiglie.
La LND ha scelto di investire in una struttura moderna, trasparente e meritocratica, capace di far emergere la qualità dove prima regnava la casualità.
Non si tratta solo di convocare, ma di educare.
Non di scegliere pochi, ma di creare opportunità per molti.
Le rappresentative nazionali raccontano un calcio che vuole crescere con serietà e visione.
Un calcio che riscopre il valore della base, che studia, pianifica e si rinnova.
Un calcio che ha capito che il futuro si costruisce insieme, un allenamento alla volta, un ragazzo alla volta.



