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Abete chiude Quarto Tempo: la LND riparte dal futuro

Il sipario cala sulla tre giorni di Quarto Tempo – Oltre la partita, ma resta nell’aria la sensazione che qualcosa di importante sia successo. A Ferrara Expo, davanti ai vertici della Lega Nazionale Dilettanti (LND), ai rappresentanti delle componenti federali, alle delegazioni regionali e ai protagonisti del calcio di base, il presidente Giancarlo Abete ha pronunciato parole che sanno di visione, di identità, di futuro.
Con il suo intervento conclusivo, Abete ha tracciato la rotta di un movimento che vuole cambiare passo, ma senza rinnegare se stesso.

La chiusura di Quarto Tempo: una sintesi di idee e valori

Ferrara è stata per tre giorni la capitale del calcio dilettantistico italiano, un laboratorio di riflessione e confronto che ha riunito dirigenti, arbitri, tecnici, amministratori pubblici e comunicatori. L’obiettivo di Quarto Tempo – Oltre la partitaera ambizioso: mettere insieme la dimensione sportiva, sociale e culturale del calcio di base, cercando di capire dove si trova oggi la LND e dove vuole andare domani.

Nel suo discorso finale, Abete ha ricordato le ragioni per cui questo appuntamento è nato: «Volevamo un luogo di confronto diretto tra la dirigenza della Lega, le sue articolazioni territoriali e le istituzioni. Solo dal dialogo può nascere la crescita».
Un dialogo che, come ha sottolineato, non riguarda soltanto la LND, ma tutto il sistema calcistico nazionale, dalla FIGCalla Lega Pro, dall’AIA ai settori giovanili.

«Il patrimonio primario della LND è la forza del suo gruppo dirigente, presente in tutte le venti regioni d’Italia, in migliaia di comuni. È questa rete di persone e di passioni che dà senso alla nostra esistenza».

Parole che risuonano come un manifesto per un movimento che vive sul territorio, tra campi spelacchiati e tribune di cemento, ma che rappresenta la spina dorsale del calcio italiano.

Progetto, regole e comportamenti: la bussola della LND

Abete ha scelto tre parole chiave per sintetizzare la filosofia della LND: progetto, regole, comportamenti.
Concetti semplici, ma dal peso specifico enorme, che definiscono il DNA del calcio dilettantistico.

«Nella vita, come nello sport, non si può vivere alla giornata: serve un progetto» – ha detto Abete – «Le regole vanno rispettate perché rappresentano la struttura che tiene insieme il sistema. E quando non sono più adeguate, la società deve avere la capacità di cambiarle».
Ma è sul terzo elemento, i comportamenti, che il Presidente ha insistito maggiormente: «Alla fine sono i comportamenti che contano davvero, perché il nostro tempo ha bisogno non di maestri, ma di testimoni».

In queste parole si percepisce la convinzione che il calcio di base, fatto di volontari e passione, debba tornare a essere scuola di vita. Non solo luogo di risultati, ma palestra di comportamento civile, sportivo e umano.

Una rete che unisce l’Italia: il valore del territorio

La LND è la più grande organizzazione sportiva del Paese: oltre 11.000 società, centinaia di migliaia di tesserati, un milione di persone coinvolte. Ma ciò che la rende unica è la sua struttura capillare, fatta di persone, non di numeri.

Abete lo ha ribadito con forza: «Siamo un mondo ampio e complesso, con tante sensibilità diverse. Ma proprio per questo il dialogo è essenziale. Le organizzazioni funzionano se esiste una gerarchia di responsabilità chiara, che non è un privilegio, ma un dovere».
Una dichiarazione che fotografa bene l’essenza della LND: un sistema diffuso e solidale, dove la prossimità territoriale diventa un valore strategico.

Il calcio dilettantistico, ha ricordato Abete, è spesso il primo contatto tra i ragazzi e il mondo dello sport, il primo luogo in cui si imparano rispetto, disciplina e collaborazione. È, in altre parole, la prima scuola di cittadinanza.

Futs All e il senso dell’inclusione: “Siamo tutti persone”

Tra i passaggi più toccanti del discorso finale, il Presidente ha citato il progetto “Futs All”, simbolo concreto della visione inclusiva della LND: «Non ci interessa se un giocatore ha uno sviluppo tipico o presenta disabilità. Ci interessano le abilità che ciascuno può mettere in campo».
Un messaggio che va oltre lo sport, tocca l’etica civile, richiama la responsabilità sociale del calcio dilettantistico.

Il futsal, protagonista anche nei panel tecnici della tre giorni, diventa così un linguaggio universale. Come spiegato anche sul sito ufficiale della Divisione Calcio a 5, il progetto “Futs All” ha permesso a decine di atleti con e senza disabilità di condividere lo stesso campo, nella logica della piena integrazione. È un calcio che non divide, ma somma.

Le sfide del futuro: impiantistica, formazione e lavoro sportivo

Nessun futuro è possibile senza infrastrutture, formazione e sostenibilità. Tre fronti che Abete ha definito “essenziali” per la crescita della LND.

Sull’impiantistica, il presidente ha sottolineato che molte società vivono ancora tra burocrazia e precarietà strutturale: «Sappiamo che gli impianti sono la nostra casa. Bisogna creare le condizioni per investire, insieme ai Comuni e alle istituzioni».
Un tema su cui la FIGC lavora da tempo, anche attraverso il monitoraggio delle strutture sportive e i fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), consultabili sul portale Istat dedicato alle infrastrutture sportive.

Sulla formazione, Abete ha ricordato che il personale della Lega — dipendenti, segretari, addetti stampa, tecnici — rappresenta la spina dorsale del movimento: «Noi dirigenti siamo volontari, ma loro sono la nostra struttura portante. A loro dobbiamo garantire formazione permanente e aggiornamento continuo».

Sul lavoro sportivo, infine, Abete ha richiamato il Decreto 36, la riforma che ha cambiato le regole del lavoro nel settore: «Sappiamo che il decreto ha bisogno di miglioramenti, soprattutto in materia di rimborsi e sicurezza. Ma chi non fa, non sbaglia: chi prova a fare, migliora».
Una presa di posizione chiara, che invita il movimento a partecipare al dibattito e a proporre correttivi, senza farsi bloccare dalla paura del cambiamento.

Essere, non solo comunicare: la nuova sfida identitaria

Nel tempo dei social, Abete ha voluto lanciare un messaggio forte anche sulla comunicazione.
«Essere, non solo comunicare. La sostanza viene prima della forma, la credibilità prima della visibilità».
Parole che riecheggiano come un monito per tutto il movimento. Non serve inseguire la moda del post virale o dell’immagine patinata se dietro non c’è sostanza.

Il Presidente ha voluto ringraziare la Commissione Grandi Eventi e la struttura organizzativa della LND per aver creato un appuntamento che non fosse solo comunicazione, ma “sostanza”: un luogo in cui elaborare metodo e visione.

Dirigenti e volontari: protagonisti silenziosi di un sistema

Abete ha poi ricordato che la forza del movimento non è nei titoli o nei budget, ma nelle persone.
«Siamo al servizio del calcio, non servitori. Dobbiamo avere l’umiltà di capire che i protagonisti sono i giocatori, i tecnici, gli arbitri, i giovani. Noi dobbiamo solo creare le condizioni perché possano farlo nel miglior modo possibile».

In queste parole c’è l’essenza del calcio dilettantistico: un mondo in cui chi lavora dietro le quinte non cerca visibilità, ma risultati collettivi. È il volontario che apre il campo la domenica mattina, l’arbitro che percorre chilometri per una partita di terza categoria, il dirigente che compila referti e tesseramenti dopo il lavoro.

Il Torneo delle Regioni 2025: un segnale di fiducia

Abete ha concluso il suo intervento con un annuncio atteso: le sedi delle prossime edizioni del Torneo delle Regioni 2025.
Dal 27 marzo al 3 aprile, sarà la Puglia a ospitare il Torneo di Calcio a 11, mentre il Lazio accoglierà quello di Calcio a 5, riportando la manifestazione nella regione della Capitale dopo oltre un decennio.

È un segnale chiaro: la LND vuole tornare nei territori, valorizzare le sue radici e dare spazio a chi, nel calcio, rappresenta la prima frontiera della passione.

Una Lega che guarda avanti

Ferrara si chiude così con un messaggio limpido: la LND non vuole fermarsi al racconto, ma costruire un nuovo ciclo.
Come ha spiegato Abete, «non dobbiamo cadere nel pessimismo, ma trasmettere fiducia. La forza della LND è nella sua gente, nei suoi valori, nella capacità di essere comunità».

Il calcio dilettantistico non è solo l’anima popolare del pallone: è un sistema educativo, una scuola di democrazia, un terreno fertile per la crescita civile. Ed è per questo che la LND resta una delle istituzioni più autentiche e necessarie del calcio italiano.

Abete: “La partita più bella deve ancora cominciare”

Il discorso finale di Giancarlo Abete a Quarto Tempo non è stato solo la chiusura di un evento, ma l’apertura di una stagione nuova.
Una stagione in cui la LND dovrà affrontare sfide complesse — economiche, sociali, culturali — ma con una consapevolezza ritrovata: quella di essere una comunità viva, orgogliosa e indispensabile.

«Il nostro mondo non cresce per convenienza, ma per convinzione. È la dimensione valoriale che ci tiene uniti». In queste parole c’è la missione del calcio dilettantistico: crescere per convinzione, innovare per responsabilità, unire per passione.
E, da Ferrara, il messaggio di Abete è chiaro: la LND riparte da qui, dal futuro.

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